Mentre la lotta al campionato mondiale di F1 si fa sempre più serrata le polemiche non mancano. Questa volta parliamo di bandiere sventolate e non, dashboard e commissari. Senza ulteriori preamboli passiamo direttamente ai fatti. Quando Gasly era lanciato nel suo ultimo giro push la Pirelli anteriore destra Soft della sua AT02 decide di esplodere dopo un contatto con il cordolo in curva 15. Non riuscendo a prendere la corsia dei box per ovvi motivi, la vettura di Faenza viene parcheggiata dal francese sulla retta principale.
I soli Hamilton e Tsunoda, in quel momento, erano impegnati in pista davanti a loro, mentre il resto dei partecipanti alla Q3 è stato “esposto” alle bandiere gialle. Attenzionando il caso Verstappen, dove nasce la confusione? Succede che Max era lanciato nel suo ultimo tentativo per cercare di chiudere il gap maturato ai danni del sette volte campione del mondo di F1 Lewis Hamilton nel primo run dell’ultima fase classificatoria.
Il giovane talento di Hasselt arriva come un treno nell’ultima parte del tracciato arabo e, on board alla mano, effettivamente non alza affatto il piede nel tratto che dall’ultima curva porta al traguardo. Ma quindi dove sta il problema? Se non si rallenta in regime di doppia bandiera gialla l’infrazione è netta, giusto?
E invece, la confusione generatasi nel momento chiave della qualifica ha spinto i commissari ad aprire un vero e proprio caso per analizzare a fondo la situazione e capire se in effetti la segnaletica esposta era del tutto corretta. Prendendo in esame l’on board di Vestappen notiamo subito un paio di cose: sulla sinistra ecco il classico tabellone luminoso e la doppia bandiera sventolata dal commissario.
Mentre sulla destra, a contraddire completamente l’informazione esposta all’eterno dell’ultima curva, ecco un bel paio di luminosi verdi, ad altezza cockpit, che suggeriscono uno stato di non allarme visto il colore verde mostrato. Inoltre, fattore molto importante nella vicenda, nella dashboard del volante della RB16B di Max non era presente nessun segnale di pericolo, elemento imprescindibile in questi casi per segnalare in maniera diretta al pilota uno scenario che necessariamente va attenzionato.
La ricostruzione degli eventi sottolinea ancora una volta come in F1 il caos regni su più fronti. Partendo dal presupposto che un giudizio va comunque sempre accettato, valutando il comportamento di Max, reo di non aver alzato il piede in una situazione di potenziale pericolo ed in parte segnalata, la penalità espressa dal collegio giudicante è corretta?
Se prendiamo per buono il metro di giudizio utilizzato nella stagione in corso, le 5 posizioni sulla griglia comminate a Verstappen sembrano congrue. Le evidenze video, l’analisi della telemetria ed i sistemi implementati dai marshall hanno fatto propendere per due posizioni in più rispetto a Bottas (penalizzato di 3 posti sulla griglia), essendo doppia la bandiera gialla rispetto alla singola del finlandese.
Attraverso il documento si apprende come siano stati tolti anche 2 punti sulla superlicenza (4 nei 12 mesi) e allo stesso tempo cancellato il giro all’olandese. Una riflessione a margine sulla vicenda considera la mancata comunicazione diretta al pilota tramite dashboard. Tale scenario poteva spingere gli steward ad essere decisamente più indulgenti e valutare diversamente la cosa magari “ammonendo” entrambi i piloti con una reprimenda? Chissà…
Considerando la pole position di Hamilton, l’enorme competitività dimostrata dalla W12 numero 44 e la partenza arretrata in seguito alla sanzione, per Max difendere il vantaggio accumulato nelle ultime settimane minimizzando i danni sembrerebbe l’approccio più probabile da mettere in atto durate il Gran Premio del Qatar. Bottas, inoltre, trovandosi sulla strada della rimonta potrebbe aiutare il compagno di squadra e far perdere qualche punto in più all’attuale leader del mondiale…
Foto: F1 TV