Formula 1

I paragrafi 27.1 e 27.2 del regolamento sportivo inguaiano la Red Bull

F1 – Regoliamoci. Gran Premio del Qatar

Nuovo appuntamento con Regoliamoci che per questa volta va ad analizzare principalmente quanto accaduto durante il sabato. Più precisamente Max Verstappen, Valtteri Bottas e Carlos Sainz sono stati investigati per non aver rispettato le bandiere gialle durante la qualifica. Per tutti si tratta di una violazione del codice sportivo internazionale e del paragrafo 7 delle note del Direttore di Gara.

I primi due sono stati sanzionati; il ferrarista no. Ma andiamo con ordine:

Siamo in Q3, durante l’ultimo tentativo. Pierre Gasly, passa troppo violentemente sopra il cordolo appena prima dell’ingresso pit lane. L’ala anteriore si rompe, finisce sotto la vettura e il francese subisce la foratura della gomma anteriore destra. Il pilota Alpha Tauri, però, non fa in tempo a rientrare al box, quindi procede lentamente e va a posizionarsi sul rettilineo principale. In un primo momento, i commissari mostrano singola bandiera gialla in uscita di curva 16, in quanto Gasly è ancora in movimento sulla pista. Successivamente, una volta fermatosi, la yellow flag diventa doppia.

Partiamo da Valtteri Bottas: il finlandese è il primo a transitare nella zona interessata. Tuttavia, non alza il piede e completa il giro cronometrato che stava facendo registrare. Davanti ai commissari, ha ammesso di non aver rallentato, in quanto non ha visto la segnalazione di pericolo a bordo pista, complice il sistema di messaggistica luminoso spento. Come abbiamo visto in passato, per lui sono 3 posizioni di penalità in griglia + 1 punto patente.

Passiamo a Verstappen: come il pilota Mercedes, sta tentando di migliorarsi. Il suo team non lo avvisa di quanto si troverà davanti e giunto sul traguardo il tempo è ottimo; si deduce quindi che non ha rallentato. L’olandese tenta di giustificarsi allo stesso modo di Bottas, tuttavia, i commissari fanno notare lui che il codice sportivo internazionale prevede che è compito del pilota prendere le azioni necessarie per rispettare una zona di doppia bandiera gialla.

attraverso l’on board di Max Verstappen (Red Bull Honda Racing) si vedono i tabelloni luminosi verdi forvianti e mal orientati vicino alla vettura di Pierre Gasly (AlphaTauri)

Inoltre, il fatto di non essere stato avvisato via radio non può essere una scusante: l’articolo 27.1 del regolamento sportivo dice che il pilota deve guidare da solo e senza aiuto. Quindi non importa se sulla destra c’erano delle bandiere verdi forvianti e inspiegabili (in realtà pannelli mal orientati per chiamare un pilota al peso in pit lane) oppure se il volante non ha segnalato alcun pericolo, un pilota concentrato sulla guida in una fase calda della qualifica deve necessariamente vedere bandiere e cartelli luminosi, magari a 100 metri di distanza, e rallentare di immediato. Se non lo fa, a prescindere dalla volontarietà verrà punito.

Regole molto ferrei che forse potrebbero avere un’interpretazione differente in determinati casi. La sanzione per Max è doppia: per prima cosa gli viene cancellato il tempo sul giro fatto registrare in quella situazione (tuttavia nel suo caso rimane comunque 2°); per seconda, come accadde a Vettel in Bahrain a inizio anno, 5 posizioni di penalità in griglia + 2 punti patente.

Da ultimo vediamo Sainz. Anche lui è incappato nella stessa situazione descritta precedentemente, tuttavia, a differenza dei colleghi, non è stato sanzionato. Questo perché lo spagnolo ha ammesso di non aver visto la bandiera gialla, ma notando la macchina di Gasly ferma, ha pensato di essere in una situazione di pericolo ed ha alzato notevolmente il piede, cosa confermata dai tempi segnati.

Ora, analizzando le telemetrie e le immagini a disposizione, non c’è dubbio che le decisioni prese dai commissari siano corrette. Quello che lascia molti con l’amaro in bocca sono le tempistiche: in casi così palesi, dove basta controllare i video e i dati per capire se un pilota ha rallentato o meno, non è accettabile che passino oltre due ore per una convocazione (per la domenica tra l’altro) e altrettante per sapere l’eventuale sanzione che viene assegnata così a ridosso della gara…

Cambiando discorso, al termine della gara, i commissari hanno convocato Christian Horner. Il team principal Red Bull, nelle interviste pre gara, ha definito il commissario di pista che sventolava la bandiera gialla in qualifica, come un “birichino” che ha fatto il tutto di sua spontanea volontà. Questa è una violazione del codice sportivo internazionale.

Horner ha affermato di aver detto quelle parole in quanto si trovava sotto pressione subito dopo aver saputo che Verstappen era stato penalizzato e che non era sua intenzione offendere l’uomo. I commissari hanno quindi spiegato al responsabile Red Bull che il lavoro è stato svolto esattamente come previsto. Dopo aver accettato le scuse e la proposta di partecipare al programma formativo per stewards il prossimo febbraio, hanno imposto un’ammonizione ufficiale al team principal.

In conclusione, giusto due parole su alcune verifiche tecniche portate avanti dalla federazione: per sottoporre ad un maggior controllo le ali posteriori dei team, sono stati effettuati test più severi non in uso finora. In questo weekend non verrà presa alcuna decisione, tuttavia ci si aspetta una nuova direttiva tecnica prima del nuovo Gran Premio di Arabia Saudita


F1-Autore: Alessandro Rana @aleranaF1

Immagini: F1; Fia.com

Condividi
Pubblicato da
Alessandro Rana