Ultima gara mozzafiato quella andata in scena a Yas Marina. Il degno finale di una stagione di F1 decisa dalle scelte dei commissari. Di errori gli steward ne hanno fatti tantissimi nel corso di quest’anno (andati pro e contro ad entrambi gli assoluti protagonisti) ma a prescindere da questo, ormai il Gp si è concluso e il risultato oramai dovrebbe essere mandato in archivio. L’unica cosa che ci si augura è di assistere ad un mondiale 2022 in cui i commissari tornino a mostrare un atteggiamento più puntuale e preciso rispetto a quanto visto nelle ultime gare.
Decisioni degli steward a parte, l’esito finale del Gp d’Abu Dhabi, nel bene e nel male, è dipeso molto dalle scelte strategiche adottate dai piloti, dai team e anche da degli episodi veramente meritevoli di lode, che forse non hanno ottenuto il giusto riconoscimento nel post gara. Ci arriveremo… Adesso come sempre, andiamo a ripercorrere la corsa mediante la consueta disamina rilasciata dal costruttore degli pneumatici.
F1- Gp Abu Dhabi 2021-Analisi strategica: Pirelli
Max Verstappen (Red Bull) ha vinto in modo spettacolare il suo primo titolo Mondiale ad Abu Dhabi mediante una strategia a tre soste. Il pilota olandese ha preso il comando nell’ultimo giro dopo essersi fermato per montare pneumatici Soft C5 durante l’intervento della Safety Car.
Verstappen è partito dalla pole con pneumatici a mescola Soft ma è stato superato al via dal rivale al titolo Lewis Hamilton (Mercedes), il quale ha iniziato la gara su Medium C4. Verstappen è stato il primo dei due a fermarsi passando da Soft a Hard C3 nel corso del 13° giro, al successivo da Hamilton, che è passato da Medium a Hard. Verstappen ha poi quindi effettuato una seconda sosta al giro 36 per montare un secondo set di Hard approfittando di un regime di Virtual Safety Car prima della sua terza e ultima sosta per andare su Soft durante la Safety Sar intervenuta a cinque giri dalla fine.
Durante la gara si sono viste diverse strategie: basti pensare che i primi cinque classificati hanno completato la gara con cinque differenti tattiche. Naturalmente la Safety Car ha avuto un’influenza sul numero di soste. Otto piloti, incluso il poleman, hanno iniziato la gara con la Soft, nove con la Medium e solo due, Pierre Gasly su AlphaTauri e Fernando Alonso su Alpine, con le Hard: entrambi hanno terminato la gara andando a punti. Il Gran Premio è iniziato in condizioni calde e asciutte con 28 gradi d’asfalto e 25 gradi d’ambiente: temperature simili a quelle delle qualifiche e rimaste costanti fino alla bandiera a scacchi.
“La lotta al titolo è stata molto tesa anche sul piano strategico, in particolare quando sono intervenute prima la Virtual Safety e poi la Safety Car che hanno rappresentato due momenti cruciali di gara” così il responsabile F1 e car racing Pirelli ha esordito nel suo commento post-gara. “Max Verstappen ha fatto pit-stop per montare nuovi pneumatici in entrambe le occasioni e ha cercato di dare la caccia a Lewis Hamilton, che ha preferito invece restare in pista ed ha gestito bene i suoi pneumatici fino al traguardo. Ovviamente tutti i suoi tentativi di resistere agli attacchi di Verstappen si sono resi vani all’ultimo giro con Max che aveva dalla sua il vantaggio della Soft”.
“Fin dall’inizio, i due contendenti al titolo sono partiti con mescole diverse che li hanno messi su strategie differenti. La natura imprevedibile della gara ha fatto il resto” ha chiosato Mario Isola. “Tutte e tre le mescole hanno giocato un ruolo importante, rispondendo bene alle sfide poste dal nuovo layout del tracciato e contribuendo ad un finale spettacolare. Congratulazioni a Max Verstappen per il suo primo titolo e a Mercedes per aver conquistato il campionato costruttori. È stata una stagione assolutamente incredibile, una tra le sfide più combattute che si possa ricordare: un modo appropriato per chiudere la storia dei pneumatici da 13’’ prima di iniziare un nuovo capitolo con i cerchi da 18 pollici”.
F1-Gp Abu Dhabi 2021-Analisi strategica: capolavoro Perez, la difesa su Hamilton vale il titolo a Verstappen
Ebbene sì, se dovremmo indicare un responsabile per la vittoria di Max a prescindere poi dalle decisioni prese dalla direzione gara, sulle quali potremmo stare a parlare per ore senza mai mettere d’accordo tutti, quello è Sergio Perez. Red Bull non sarà riuscita a vincere il costruttori, ma la decisione di portare dalla sua parte il messicano al termine della stagione 2020 è stata tutta ripagata ieri. Andiamo a vedere perché.
Siamo alla partenza, Max monta gomme Soft dalla pole position, mentre Hamilton si ritrova secondo su gomme Medie. La vettura N.33 ha vantaggio di gomma e posizione, ma spenti i semafori, lo scatto di Hamilton è davvero fulminante e riesce a transitare da leader alla prima curva prendendosi già un leggero vantaggio sull’olandese. Verstappen però, grazie alla più performante Soft riesce a farsi subito sotto e porta un attacco all’interno di curva-6. Come sempre il pilota orange è aggressivo, scavalca Hamilton soltanto in curva, frapponendosi tra lui e la traiettoria già impostata dal britannico che avrebbe dovuto decidere la linea da seguire.
A quel punto Lewis non riuscendo a girare taglia nella via di fuga proteggendo così la prima posizione. La direzione gara decide di non aprire nemmeno un’investigazione ritenendo che l’azione troppo ottimistica di Verstappen si pareggi con la manovra di Hamilton. Anche qui, ognuno si sarà fatto la sua opinione, ma veniamo al dunque. Da qui in poi, la Mercedes N.44 riuscirà pian piano a costruire un discreto margine su Verstappen, un gap che aveva raggiunto il valore di circa 6’’ quando Max decide al 13° giro di andare ai box per passare dalla Soft alla Hard. Lewis a quel punto, al giro successivo, sceglie di andare in protezione montando anche lui le Hard per andare fino in fondo.
Al rientro in pista, Lewis è secondo a circa 11’’ di distanza da Perez che deve ancora fermarsi e Max è 4° (rapidissimo il sorpasso su Norris) a 3.2’’ da Sainz. 5’’ il gap complessivo tra i due contendenti al titolo. Qui Lewis mostra sin da subito un gran ritmo con Max che per contro ad essere leggermente rallentato da Carlos (il sorpasso avverrà nel corso del 18° giro). Quando Hamilton raggiungerà Perez al 19° passaggio sono 9 i secondi di vantaggio su Verstappen.
E qui veniamo all’incredibile lavoro fatto da Perez. Il messicano tra crisi di gomme e un’evidente volontà di rallentare l’avanzata di Lewis si ritrova in quel frangente a girare circa 3’’ più lento della Mercedes: 1’30’’6 di Checo contro l’1’27’’9 del britannico. Tuttavia grazie ad una difesa capolavoro, Perez riuscirà a tenere Hamilton alle sue spalle per la bellezza di due giri costringendolo ad effettuare un passaggio, il 21° nel quale Lewis riuscirà poi a completare il sorpasso, in 1’33’’4!!
Una volta superato dalla Mercedes, Perez si trova con la vettura del compagno negli scarichi e prontamente gli cede la posizione. Quando al 21° giro vengono ristabilite le gerarchie con Hamilton in testa e Verstappen in seconda posizione, tra i due c’è un gap di 1’’3! Il lavoro fatto da Checo ha permesso a Max di recuperare circa 8’’! Portato a termine il suo compito la RB16B N.11 può rientrare ai box, montare mescola Hard e cercare di concludere la gara in terza posizione. Obiettivo sfumato nel finale a causa di un problema tecnico occorso sulla sua monoposto. Gara impeccabile quella di Perez, a mio parere il ‘Driver of the Day’.
Ma perché gran parte del merito della vittoria di Verstappen può definirsi suo? Alla fine Max non è riuscito a superare Lewis nella circostanza. Le ragioni sono presto dette. Il trionfo di Max nasce da due episodi. Il primo avviene nel corso del 35° giro. Giovinazzi (Alfa Romeo) ha un problema tecnico ed è costretto a parcheggiare la vettura a bordo pista. Hamilton in quel momento godeva di un vantaggio di 7’’ su Max che avrebbe potuto essere di 15’’ (+8’’) laddove Perez non fosse riuscito a compiere il suo lavoro. Il gap di 7’’ viene giudicato non sufficiente dalla Mercedes per approfittare della VSC e montare un nuovo set di pneumatici, cosa che invece farà Verstappen, il quale indosserà un nuovo set di Hard finendo a 23’’ dal rivale.
Tempo della sosta dietro Virtual Safety Car: 16’’. Valore molto simile ai 15’’ che avrebbe avuto Lewis se solo nn avesse incontrato Perez sul suo cammino. La storia non si fa con i se, e non possiamo essere certi se un gap del genere avrebbe portato la Mercedes a prendere una differente decisione in materia di pit stop, ma è chiaro che le cose sarebbero state molto diverse… Anche nel caso in cui Lewis si fosse fermato e Verstappen avesse proseguito nella sua gara riuscendo a prendersi la posizione su Hamilton, il britannico sarebbe tornato in pista immediatamente nei suoi scarichi e sarebbe stato facile sopravanzarlo con gomme nuove.
Il secondo episodio poi è andato in scena dietro la Safety Car, chiamata in causa a 5 giri dalla fine dall’incidente di Latifi. 14’’ il gap tra Hamilton e Verstappen. Il margine non è ancora ritenuto sufficiente dalla Mercedes per effettuare la sosta, così Lewis continua, mentre Max rientra ai box e monta gomma Soft. Il resto lo sappiamo. Anche nella circostanza, se Hamilton avesse goduto di quegli 8’’ rubatigli da Perez, la squadra avrebbe sicuramente potuto prendere una decisione ben diversa, montare la Soft e garantirsi in caso di ripartenza, come è successo di affrontare, un finale di gara con la stessa gomma del rivale.
Qualcuno si è lamentato di aver visto una Mercedes troppo conservativa nelle decisioni rese dal muretto box. Forse avrebbe certamente potuto rischiare di più, ma personalmente non le recrimino nulla per questo. La mossa di non rientrare in regime di VSC non stava avendo in fin dei conti un grande impatto sul finale di gara. Non ci fosse stato l’incidente di Latifi, Hamilton avrebbe vinto. Per quanto riguarda la decisione presa dietro Safety Car… Rientrare sarebbe stato rischioso. Avessero deciso di andare ai box, Verstappen fosse rimasto in pista e la gara non fosse mai più ripartita, Lewis avrebbe perso.
In questo caso ritrovarsi a rincorrere ha messo Verstappen in una posizione di vantaggio. Complimenti a lui e al suo team per aver saputo cogliere tutte le opportunità. Ma non dimentichiamocelo… Tanto merito va dato anche a Perez oggi.
F1-Gp Abu Dhabi 2021-Analisi strategica: Bottas…
Dopo aver dedicato il grosso dell’attenzione allo scontro iridato non possiamo non fare un accenno alla gara di Bottas. Prestazione opaca da parte di Valtteri. Il team vince l’ottavo titolo costruttori sì, ma più che per merito suo, per demerito degli avversari. Red Bull chiude 2° con un divario in classifica di 28 punti. Un ritardo che considerati i ritiri di Perez negli ultimi due appuntamenti devono far riflettere…
Scattato dalla sesta posizione con gomme Medie, Valtteri viene subito superato al via da Leclerc e Tsunoda. 8°, riuscirà quantomeno a prendersi la posizione su Yuki grazie ad un overcut di 8 giri in occasione del primo e unico pit stop (30° giro) in cui il finlandese va montare le Hard. Il secondo run è migliore rispetto al primo e riesce, senza non poche difficoltà a superare Leclerc e Norris. Il finnico è quinto alle spalle di Sainz nel momento d’ingresso della Safety Car nel finale. Al pari di Hamilton, Valtteri non rischia e resta su gomma Hard. Alle sue spalle le due AlphaTauri montano le Soft riuscendo a mantenere la sesta e la settima posizione.
Quando viene data bandiera verde per l’ultimo giro, Tsunoda e Gasly godono di un gran vantaggio nei suoi confronti e riusciranno entrambi a sopravanzarlo. Bottas chiuderà così in sesta posizione superato dalle AT02 e avvantaggiandosi del ritiro di Perez. Non una grande prestazione a concludere la stagione, ma almeno lui può festeggiare. L’obiettivo del team di ottenere l’ottavo titolo costruttori consecutivo è stato raggiunto.
F1-Gp Abu Dhabi 2021-Analisi strategica: la scelta di Leclerc consegna il 5° posto a Sainz, Norris sfortunato
Chiudiamo l’ultima analisi strategica della stagione con le discutibili scelte attuate dalla Ferrari, nello specifico con Leclerc. Lato Sainz, nulla da ridire. Lo spagnolo è impeccabile alla partenza. Scattato quinto riesce subito a sopravanzare Lando e a prendersi la quarta posizione alle spalle di Hamilton, Verstappen e Perez. Posizione sempre in suo possesso e persa momentaneamente nel tratto centrale a causa dei lunghi stint iniziali fatti da alcuni piloti. La tattica ad una sosta S-H paga con Carlos che non si lascerà condizionare da nessun fattore esterno. Il podio è un regalo della Red Bull, con Perez a doversi ritirare causa problema tecnico. Sainz può dire comunque di esserselo largamente meritato a testa alta. Non era facile mantenere quella posizione.
Incomprensibile invece la scelta di Leclerc e della Ferrari, il pilota se ne è assunto la responsabilità assieme al team (volevano provare qualcosa di diverso, leggi qui). Ci ritroviamo al nel corso del 36° giro, entra la VSC. Leclerc occupa la nona posizione alle spalle di Sainz, Norris e Bottas che lo aveva appena superato (Alonso e Gasly si devono ancora fermare). Ordine di classifica che se mantenuto gli avrebbe permesso di chiudere quinto nel mondiale piloti.
Qui avviene però l’inspiegabile: il monegasco decide di fermarsi per montare un set di Medie. Decisione che lo porterà in 12° posizione. Il 10° posto finale è dato soprattutto dalla decisione di Daniel di approfittare dell’ultima SC per montare la Soft e dal ritiro di Checo. Nessun sorpasso per lui nella seconda metà di gara. E dire che le modifiche al tracciato avrebbero dovuto migliorare i sorpassi… Ce ne sono stati ben pochi.
Molto sfortunato invece Norris. Il pilota della McLaren era riuscito per tutta la gara a mantenersi in coda a Sainz e l’harakiri di Leclerc lo aveva messo nel corso del 36° giro nelle condizioni di essere lui a impadronirsi del quinto posto costruttori. Purtroppo una foratura lenta accusata al 47° passaggio gli toglierà qualunque speranza. Il britannico giungerà 7° al traguardo aggiudicandosi il 6° piazzamento iridato alle spalle di Carlos e davanti a Charles.
F1-Gp Abu Dhabi 2021-Analisi strategica: Menzione speciale per le strategie alternative di Alonso e Gasly
Scattati rispettivamente dall’11° e dalla 12° posizione, Alonso (Alpine) e Gasly (AlphaTauri) si rendono protagonisti di una grandissima prima parte di gara. Essendo gli unici a montare le Hard alla partenza, riusciranno ad approfittare egregiamente della VSC subentrata al 36° giro per effettuare il cambio gomme e passare alle Medie. I due erano riusciti a risalire fino alla 4° e alla 5° posizione e lasceranno la pit lane forti dell’8° e 9° piazzamento (l’asturiano ancora davanti al francese).
Purtroppo per lo spagnolo il ritmo sulle Medie non è buono come nel precedente stint e verrà superato così da Pierre. Terminare davanti al compagno di squadra Ocon (Alpine) in 8° e 9° posizione la dice lunga sulla bontà del suo lavoro (Esteban era partito in P9). Ancor di più nel caso di Gasly, che anche se non riuscito ad impadronirsi della posizione sul compagno di squadra, riuscirà a raggiungerlo e terminare in volata davanti a Bottas in 4° e 5° posizione (i due approfittano anche della SC finale per montare la Soft). Gara egregia anche quella di Tsunoda scattato in P8.
F1-Gp Abu Dhabi 2021-Analisi strategica: tutte le tattiche di gara
La gara di Yas Marina ha dato origine a 8 diverse strategie. 5 i piloti ad essersi ritirati: Perez (Red Bull), Latifi (Williams), Giovinazzi (Alfa Romeo), Russell (Williams) e Raikkonen (Alfa Romeo). Nikita Mazepin (Haas) non ha preso parte all’evento perché riscontrato positivo al covid proprio nella mattinata di ieri. Il team americano non ha potuto schierare un altro pilota per ragioni regolamentari: i conducenti devono disputare almeno un’altra sessione diversa dalla gara per poter prendere parte ad essa.
Tattiche ad 1 sosta
Soft-Hard: Sainz (Ferrari) e Ocon (Alpine); Medium–Hard: Hamilton (Mercedes), Bottas (Mercedes), Vettel (Aston Martin); Hard-Medium: Alonso (Alpine).
2 soste
Medium-Hard-Soft: Tsunoda (AlphaTauri) e Stroll (Aston Martin); Hard-Medium-Soft: Gasly (AlphaTauri); Soft-Hard-Medium: Norris (McLaren) e Leclerc (Ferrari); Soft-Hard-Soft: Ricciardo (McLaren) e Schumacher (Haas).
3 soste
Soft-Hard-Hard-Soft: Verstappen (Red Bull).
Piccolo appunto sulle gomme: nonostante la pista fosse stata resa decisamente più veloce dagli interventi, Pirelli ha deciso comunque di nominare le tre mescole più morbide del lotto. Scelta coraggiosa che si è rivelata anche essere quella corretta. Tutte e tre le mescole sono state molto utilizzate in gara con il giro veloce realizzato da Verstappen (1’26”103) arrivato su Hard C3.
F1-Autore: Marco Sassara – @marcofunoat
F1-Foto: Formula Uno – Mercedes AMG F1 Team – Scuderia Ferrari – Red Bull Racing Honda – Aston Martin F1 Team – McLaren F1 Team – AlphaTauri F1 Team – Alfa Romeo Racing Team – Pirelli