F1-Il pagellone d’Arabia parte seconda (fine)
Stamattina mi sono svegliato con la sensazione di una dolce perfidia.
Come potete immaginare, dopo la gara di ieri sono tante le emozioni. E sono emozioni contrastanti perché, come ormai sapete, cari miei 25 lettori, io ho parteggiato sfegatatamene, addirittura stringendo un patto metaforico con il Faust dei bibitari, quel Max che mi è simpatico come un gatto attaccato ai gioielli di famiglia, affinché finisse il dominio narcolettico di Mercedes e di sua maestà sir Luigi Settimo. Un patto della durata di un anno. Nel ’22 si vedrà.
Ma andiamo al sodo: ero assolutamente convinto che Hamilton si sarebbe fregiato dell’ottava corona. L’ho scritto non so quante volte, e non si trattava di gufaggio (perlomeno non solo), ma della constatazione che Mercedes nelle ultime gare era ridiventata il caterpillar che tanti mondiali ha annichilito.
Poi, in un giro, l’ultimo giro del mondiale, è accaduto l’imponderabile.
Togliamoci il dente da Azzeccagarbugli.
Il direttore di gara è diventato protagonista? Certamente. E’ un bene? Assolutamente no.
Tuttavia, come dice @berrageiz, al di là del regolamento, il direttore di gara ha i “superpoteri”, nel senso che può derogare a suo piacimento. Certo, resta da capire perché uno deroga.
E qui si apre un mondo di discussioni. Ci sono anche precedenti legati proprio all’episodio incriminato.
Nella fattispecie, RB ha pescato il jolly, Mercedes non ha rischiato e poi, ovviamente, nulla ha potuto Hamilton contro Max in versione qualifica. Mentre per tutta la gara sua maestà aveva dominato senza particolari patemi.
Però, il problema dei problemi è che, lo hanno capito anche i sassi, la F1 sta diventando solo spettacolo. Ma non paragoniamolo al wrestling, come io spesso ho fatto. Perché quella sorta di sport è molto più onesto delle tante pagliacciate che abbiamo visto a livello decisorio in Formula Uno negli ultimi anni. Il primo te lo dice prima cosa ti devi aspettare, non si ammanta di etica, commissari, regolamenti, misure, presunta equità, collegi, tribunali etc etc. La sostanza e che c’è bisogno di un profondo ripensamento. Ne sarà capace la F1 nel suo insieme? Ne dubito.
E qui veniamo alle responsabilità dei team, in testa Ferrari (che ha pure il diritto di veto e uno status privilegiato in quanto scuderia che ha sempre partecipato ai mondiali di F1 sin dalla prima edizione), a ruota Mercedes e Red Bull. A seguire gli altri.
Se si accetta pedissequamente che ci siano troppe invasioni di campo del potere decisorio, se si accetta un regolamento sportivo pieno di bislacche norme, e ci si lamenta solo quando tali decisioni vanno contro di te, ecco, allora siamo nell’ipocrisia e nei lamenti del perdente. Ce la faranno i Team a pensare al bene collettivo e non al proprio egoistico interesse? Anche qui, ne dubito.
Red Bull. Voto: 9. Non perfetti. Ma il lungo digiuno ha fatto osare loro e rischiare. Sono stati premiati, almeno per il titolo che è più importante, quello piloti. E hanno spezzato un dominio giurassico. Dici poco…
Mercedes. Voto: 8. Più umani.
Ho avuto l’impressione che quest’anno siano stati più conservativi del solito al muretto. Forse non pensavano di avere una RB così forte o un Max che ha sovvraguidato spesso oltre il mezzo. O forse, semplicemente e naturalmente, non erano abituati a lottare con il coltello fra i denti dopo tanti anni sul velluto o quasi.
Polemiche Mercedes-Red Bull. Voto: la parte più brutta, anche se talvolta divertente, di questo mondiale.
Max Verstappen. Voto: campione del mondo. Se lo merita tutto questo titolo, al di là del tifo pro o contro e dei tanti anatemi, alquanto stucchevoli, che leggo sui social, ormai sempre più malsani.
Non ha avuto la monoposto migliore (il campionato costruttori non mente mai) se non per parte del mondiale. E’ stato danneggiato oltre modo con episodi incredibili in cui solo in parte ci poteva essere, forse, una “corresponsabilità di colpa” (ma leggiamoci, parliamo come se fossimo tutti avvocati, come ci ha ridotto la FIA…). Ma non si è mai dato per vinto. Epilogo incredibile. Ma chi dice che Max non ha meritato questo titolo mente sapendo di mentire.
Lewis Hamilton. Voto: è morto il re, viva il re.
I grandi uomini si vedono non quando sono sugli altari ma, quando cadono, nella nobiltà con cui incassano la sconfitta. E bisogna dire che Lewis, da me spesso denigrato per i suoi vezzi modaioli o per il fatto che la F1 anglocentrica lo ha spesso protetto e coccolato, è uscito dalla sconfitta ingigantito. Domenica pomeriggio, mentre il vecchio campione si complimentava con il neo-campione, ho capito che Lewis è tutto fuorché una persona banale. Ovviamente gli auguro che continui a vincere le gare, ma non i mondiali. Abbiamo già dato. Grazie.
PU Honda: “lasciare” con classe.
Uno dei punti chiave della vittoria di Verstappen è stata la power unit incredibile preparata dai giapponesi. Se non ci fossero stati gli incidenti in gara sono abbastanza sicuro che i nipponici avrebbero terminato con le 3 PU previste da regolamento. Con prestazioni non assolute come quelle della PU Mercedes, ma di una costanza incredibile.
Enzo Ferrari diceva (più o meno) che la F1 perfetta è quella che arriva prima e, tagliato il traguardo, si rompe. Purtroppo dal 2008 in poi questo sport è stato lentamente trasformato in una formula endurance. Vince chi fa durare di più le componenti. Per me è una specie di “anticristo”. Ma team e piloti sino ad oggi se la sono fatta piacere così…
Michael Schumacher. Voto: non è ancora tempo. Non è ancora tempo di abdicare, caro Michael, e la speranza romantica e impossibile di Sebastian e di tanti, come noi, “malati ferraristi” si è avverata. Per ora, il tuo record di mondiali è al sicuro. I record sono fatti per essere battuti, giusto. Ma non quest’anno. Non è ancora tempo.
Ferrari. Voto: terza. Certo, finire terzi non è come finire sesti o ultimi. Ma, sia chiaro, non è questa la Ferrari che vogliamo. E devo dire che ho apprezzato (incredibile ma vero) le dichiarazioni del TP Egon Spengler.
Toto Wolff. Voto: Non lasciare con classe. Non ho mai visto, da quando seguo la F1, un TP che sia tanto arrogante quanto il nostro “simpatico” austriaco. Talvolta accade. L’hybris colpisce inesorabile. Sono convinto (e naturalmente è una mia interpretazione) che Toto non abbia mai preso in considerazione l’ipotesi di perdere. Per lui era impossibile che accadesse.
Ecco quindi l’hybris, gli eccessi di cui sopra, la protervia mostrata verso la direzione di gara, la disperazione macchiettistica da “Commedia dell’arte” il portarsi gli avvocati appresso. Per non parlare di quanto, in questi anni, Toto abbia goduto di una sorta di potere politico (ora @ForHum2.0 si arrabbierà) e di protezione senza precedenti. E, comunque, parliamo di un team che un mondiale lo ha portato a casa.
C’è una lettura che possiamo fare e che va oltre il fatto puramente sportivo. Un pò tutti erano stufi dello strapotere e arroganza Mercedes. Per me il primo incrinarsi di tale potere è legato a Egon Spengler che si mette di traverso e impedisce la scalata in FOM di Toto.
Poi, durante tutto l’anno, abbiamo visto la Fia non sempre così accomodante con Mercedes e Lewis, come spesso è accaduto in passato. A mettere in fila gli episodi degli ultimi anni ti esce fuori un romanzo satirico, in cui la Ferrari fa figure barbine spesso immeritate (ricordate il Canada? A me ancora brucia).
Ma quest’anno, sarà che anche la RB è inglese, qualcosa si è incrinato. La federazione si è stufata? Interpretazione fantapolitica? Chissà…
Le cuffie di Toto. Voto: telefono azzurro.
Noi Ferraristi e gli altri: ma anche basta. Oddio, voi ferraristi gioite per le vittorie altrui, non vincete niente dal 2008, siete patetici. Ne ho letto di str@nzate. Ma davvero c’è chi era contento di un dominio monocorde e assoluto cominciato nel 2014 e quasi mai messo in discussione?
Davvero è bella una Formula Uno bloccata negli sviluppi, dove se qualcuno ha acquisito vantaggi competitivi (per me di dubbia origine) deve continuare a vincere quasi con inerzia?
Davvero è credibile che dal 2014 sino al 2021 nessun team, eccettuato quello di cui sopra, abbia imbroccato una PU e una monoposto vincente? Tutti improvvisamente somari?
Certo, il modo in cui si è concluso questo mondiale può anche lasciare l’amaro in bocca, ma il fatto che dopo sette anni il titolo piloti vada a qualcun altro che non sia Mercedes è un fatto storico. E quindi fatevene una ragione, cari tifosi esacerbati: non si può vincere per sempre.
Latifi. Voto: Karma. Certo, se ci avessero detto che il destino ci si sarebbe messo di mezzo con un pilota fortemente voluto da Toto in Williams (ormai team satellite AMG), non ci avremmo creduto. Ma, d’altronde, la realtà supera spesso la fantasia.
Ps.: nel segreto del più potente ufficio di Place de La Concorde, il presidentissimo ha appena digitato sulla tastiera del suo PC le felicitazioni al neo campione per il titolo e i saluti allo sconfitto con onore.
Ha le mani incrociate davanti ai monitor che lo circondano e fa roteare fra di loro gli indici. E’ sprofondato nella poltrona presidenziale nera che lo avvolge comodamente…
Ha un leggero sorriso sulle labbra.
“Gliel’avevo giurata a quel panzer strafottente. Io ti ho creato, io ti distruggo. E siamo solo all’inizio…” pensa fra sé, mentre conta i giorni che lo separano da un clamoroso ritorno…
Sipario?
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Gufata del Froldi a Sir Luigi. Voto: GIANFRANCO MAZZONI. Troppi gli articoli in cui il Direttore troncava le flebili speranze di quella frangia di lettori desiderosi di un nome nuovo a sigillare la classifica piloti a fine stagione. "Hamilton avrà l'ottavo alloro, inutile illuderci ancora". E invece...