Col 2021 la F1 ha visto chiudersi un’era tecnica molto lunga. A febbraio, in occasione della prima tornata di test invernali che si terrà a Barcellona, osserveremo da vicino le nuove vetture figlie del corpus regolamentare entrato in vigore alla mezzanotte del 31 dicembre. Abbiamo ampiamente discusso, nei mesi precedenti, di quali siano i propositi di Liberty Media e se questi avranno effettivamente riscontro nella prassi.
Il processo di stesura delle regole è stato lungo e pieno di ostacoli. Non è stato semplice trovare una sintesi tra posizioni spesso centrifughe. I team con le loro necessità tecniche, la proprietà americana con le sue. La FIA con altre istanze legittime da tutelare. Il compito di definire le linee guida è stato pertanto affidato a chi questa posizione mediana doveva trovarla.
Un gruppo capeggiato da Pat Symonds, ingegnere salito alla ribalta soprattutto per il suo lavoro in Benetton, ha lavorato fattivamente alla creazione del contesto tecnico che le F1 del futuro devono rispettare. Ovviamente con l’investitura di Ross Brawn che è uomo di Liberty Media visto che è direttore generale e responsabile sportivo del progetto Formula Uno.
Dov’è l’anomalia in questa struttura? Per la prima volta nella lunga storia della categoria le decisioni tecniche sono state prese da un’entità del tutto slegata dalla Federazione Internazionale che al tavolo delle trattative si è seduta non come dettatore di regole, ma come un contributore.
Anche se il lavoro di Symonds e della sua equipe ha trovato positivi riscontri tra gli addetti ai lavori, la FIA ha inteso porre fine a quella che è percepita come un’anomalia. Liberty Media ha sì potuto apporre un controllo più o meno diretto sulla stesura delle linee guida tecniche controllando l’operato dell’ingegnere inglese, ma dovrà fare un passo indietro rimettendo la Federazione Internazionale al centro del villaggio. Leggasi del processo decisionale.
Ecco che ritorna in gioco il nome di Nicholas Tombazis che dell’ente di Place de La Concorde è membro attivo. Il tecnico greco con trascorsi in Ferrari dovrebbe assorbire lo staff guidato da Symonds che opererà in una nascente sede londinese, non lontana dall’area nella quale sorgono le factory di quasi tutti i team impegnati nel campionato di F1. Una base inglese e non francese, considerando che la sede della FIA è a Parigi, proprio per non lasciar crollare uno staff il cui lavoro è da tutti riconosciuto come essenziale.
La Federazione Internazionale dell’Automobile, dunque, ritornerà ad essere l’epicentro della F1. Il mondiale si organizza sotto la sua egida. Ma non solo. E’ sempre il gruppo parigino guidato da Ben Sulayem a mettere in esecuzione le regole e ad essere esso stesso il giudice in caso di infrazione delle stesse. Un accentramento di potere che, in altri ordinamenti, è scongiurato da una serie di pesi e contrappesi giuridici che servono a scongiurare derive autoritarie.
Dopo gli strascichi polemici cui assistiamo tutt’oggi a seguito dell’epilogo del Mondiale 2021, la F1 va per la sua strada. Nella speranza che questo nuovo assetto organizzativo riesca a rispondere alle esigenze di trasparenza e di operatività che la categoria necessita specie dopo i fatti di Abu Dhabi.
F1-Autore: Alessandro Arcari– @berrageizf1
Foto: F1
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Purtroppo comanda il Dio denaro... Piu GP piu introiti! Pero non penso che una situazione del genera sia sostenibile dai Team. Secondo me il numero massimo di GP deve essere 20. E' l'attesa e l'esclusivita' a rendere un evento importante.