C’è un aspetto della “Nuova F1” che viene affrontato in maniera marginale e che invece, a ben vedere, è di un’importanza cruciale. Ci riferiamo al budget cap che dai 145 milioni di dollari del 2021 calerà a 140 milioni nella stagione che prenderà il via a Marzo.
Un gran bel problema se si pensa che, da un punto di vista telaistico, meccanico e aerodinamico, non ci sarà una linea di continuità con i modelli che ha hanno calcato l’asfalto sino ad un mese fa. Eccezion fatta per le power unit e, in parte, per le trasmissioni, le F1 del 2022 saranno figlie di una totale riscrittura concettuale. Con il conseguente aggravio di spesa di progettazione e di sviluppo.
Proprio l’evoluzione dei modelli che inizieremo a vedere da febbraio potrebbe dipendere – anzi lo farà – da come verranno gestite le risorse economiche in seno ad ogni singola scuderia. Saranno penalizzate quelle squadre in cui i piloti creeranno maggiori danni con una guida esuberante. Recentemente è stata stilata una classifica che ha mostrato essere Mick Schumacher il pilota che ha causato un aggravio fiscale maggiore alla sua compagine di appartenenza.
Il figlio d’arte, infatti, ha pesato con un bilancio di ben 4.212.500 di euro sulle casse della Haas a cui si vanno a sommarsi gli oltre due frutto del driving spregiudicato di Nikita Mazepin. Un bagno di sangue per la scuderia americana che almeno aveva approntato un progetto votato al risparmio per puntare tutte le risorse economiche e intellettuali in vista della rivoluzione tecnica che entra in corso di validità in queste ore.
La correlazione pista-sviluppo è stata al centro delle riflessioni di Laurent Mekies, direttore sportivo della Ferrari. A spulciare i dati ci si avvede che al secondo posto in questa dolente classifica si piazza Charles Leclerc che, a causa di disparati incidenti, ha generato oltre quattro milioni di spese per la scuderia di Maranello (1.756.000 quelli riconducibili a Carlos Sainz, nda). Una zavorra che potrebbe limitare le facoltà di progredire di una vettura che, come le altre, sarà all’anno zero dell’evoluzione.
“Ci sono meno soldi disponibili per lo sviluppo durante la stagione – ha spiegato il manager ed ingegnere transalpino – perché anche il budget complessivo si è ridotto. Vedremo sicuramente più aggiornamenti rispetto alla stagione 2021, ma meno rispetto al 2018 o al 2019“.
In questa chiave si legge la necessità di spiegare ai piloti di gestire con più cautela il materiale a disposizione. Una parsimonia di pilotaggio che mal si sposa con le esigenze di trovare il limite per massimizzare le performance: “Abbiamo incoraggiato i nostri piloti a sondare i limiti – ha riferito l’ex dirigente FIA – La competizione tra Carlos e Charles ci aiuta ad avanzare, ma bisogna esser cauti.“
2Quest’anno abbiamo avuto poco sviluppo sulla macchina e siamo quindi stati in grado gestire al meglio gli incidenti in termini di budget. Sarà tutto diverso nel 2022: abbiamo bisogno di tutti i soldi per lo sviluppo del veicolo. Le vetture saranno sicuramente più difficili da guidare. Dipenderà molto da come il pilota si adatterà a loro“.
Non sarà semplice superare questo scoglio perché le nuove monoposto saranno più pesanti e, di conseguenza, poco maneggevoli. E il non sapere dove la Ferrari si trova rispetto alle altre compagini rende ancora più pressante la necessità di preservare danaro da investire in ricerca tecnica.
Ancora Mekies: “Non c’è alcun riferimento specifico. All’inizio della progettazione la perdita di tempo sul giro è stata enorme. Abbiamo recuperato molto man mano che il progetto è cresciuto. Ma nessuno sa se è abbastanza. Metteremo la macchina in strada a Barcellona sperando che faccia ciò che le simulazioni e la galleria del vento promettono“.
In Ferrari si aspettano un’evoluzione molto rapida delle monoposto. “Dopo sei settimane – ritiene Mekies – il divario tra le macchine sarà inferiore e, entro il 2023, le auto saranno più o meno le stesse. La finestra di ciò che è fattibile è semplicemente molto più piccola di quanto non sia oggi“.
La “Nuova F1“, dunque, presenta delle sfide inedite per vincere le quali è necessario rimodulare la gestione operativa sia della squadra sia dell’attività in pista. Un nodo cruciale per Maranello in quel percorso graduale che deve riportare necessariamente la storica e blasonata scuderia nelle posizioni di avanguardia.
Foto: Ferrari, F1