Formula 1

Retroscena – Il direttore di gara potrebbe essere affiancato da un esperto di diritto sportivo

Se potessimo chiedere ai server di Google, o di qualsiasi altro motore di ricerca, quale sia la chiave di esplorazione più adoperata dagli appassionati di F1 nell’ultimo mese probabilmente risponderebbe con due parole: Michael Masi. Il direttore di gara è tutt’ora nell’occhio del ciclone tanto che la Federazione Internazionale dell’Automobile ha espresso la necessità di aprire un’inchiesta per far luce sul suo operato per poi, si spera, mettere in atto una serie di provvedimenti che abbiano il fine di scongiurare analoghi casi (qui il nostro approfondimento tematico).

La posizione dell’erede di Charlie Whiting è tutt’altro che solida. E non perché Mercedes, come si sostiene da qualche parte, ne stia chiedendo la pelle. No, Masi è oggetto di attenzioni da parte dei suoi stessi datori di lavoro. Dall’alto, in parole povere, stanno mettendo in discussione le metodologie con le quali ha interpretato – in maniera contraria alla prassi consolidata – l’utilizzo della Safety Car negli ultimi passaggi del Gp di Yas Marina.

Michael Masi, racing director della F1 sul rettilineo principale di Silverstone, Gp Gran Bretagna 2021

La questione è semplice: Michael Masi può e deve restare in sella? Ha dimostrato, durante gli anni in cui ha prestato servizio come direttore di gara, di avere la stoffa e il polso per prendere decisioni fulminee ma risolute? La risposta è negativa per chi, negli anni scorsi, la pista l’ha affrontata da professionista. “Per molti aspetti, la risposta è no!” Così ha tuonato Johnny Herbert interrogato sulla vicenda.

L’ex compagno di squadra, tra gli altri, di Michael Schumacher ha poi aggiunto: “Penso che Masi abbia fatto troppi danni alla F1. Considerando la posizione che occupa devi avere fiducia in lui. E penso che questa sia completamente svanita“. Parole che hanno il peso dei macigni e che sono difficilmente confutabili.

Lo stesso Herbert e noi di Formula Uno Analisi Tecnica, però, nutriamo dubbi sul fatto che una rimozione possa risolvere il problema. Chi eventualmente prenderà il posto del dirigente dovrà avere un vasto bagaglio di esperienza gestionale. E all’orizzonte figure con queste caratteristiche non se ne vedono troppe. Masi è cresciuto sotto lo scudo protettivo di Charlie Whiting e da lui ha appreso molte cose. Trucchi del mestiere che sono di vitale importanza nella guida del carrozzone. Ecco che trovare un uomo pronto non è così semplice.

Passaggio di consegne ai vertici della FIA tra Jean Todt e Mohammed Ben Sulayem

Una soluzione compromissoria potrebbe essere quella di mantenere Masi al suo posto affiancandogli una sorta di tutor, una spalla che lo supporti soprattutto nelle fasi più critiche, laddove serve freddezza e raziocinio. Dare il benservito al dirigente sportivo australiano potrebbe non risolvere il problema. La F1 è in crescita esponenziale, il calendario si allarga a dismisura. Ecco che si potrebbe offrirgli una stampella. Un esperto di diritto dello sport e di procedure che possa suggerire la miglior strategia da mettere in atto.

La sensazione è che la FIA si muoverà e le ultime indicazioni vanno in questa direzione. Place de la Concorde deve dare una risposta ai partecipanti ma anche alla fan base che è parecchio in subbuglio dopo l’epilogo controverso di un mese fa. Servono protocolli chiari, leggibili, inattaccabili.

Le zone griglie possono valere nei testi tecnici e possono servire per far dispiegare le ali della fantasia dei progettisti. Coni d’ombra, di converso, non hanno ragione di esistere nel corpus regolamentare sportivo che non può dare adito ad interpretazioni personali e di comodo. Ne va della credibilità di questo sport.


F1-Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, FIA

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Diego Catalano