Ci sarà o non lo vedremo più in un GP di F1? Dopo quasi due mesi dall’epilogo di Abu Dhabi, Lewis Hamilton non demorde e resta in un silenzio che alimenta congetture e chiacchiericci. Ma, contestualmente, più si avvicina la nuova stagione, meno probabilità vi sono che il sette volte iridato appenda tuta, caso e guanti al chiodo.
Il britannico sta facendo una vera e propria cura disintossicante, un percorso che lo sta portando ad eliminare le tossine dopo un finale svuotante e beffardo in cui ha percepito – a giusta causa – di aver subito un torto per via delle irrituali decisioni di Michael Masi, racing director F1, che hanno spinto la FIA ad aprire un’approfondita inchiesta che abbia il fine di produrre regolamenti più chiari su alcune materie.
“Basta attendere ancora un po’ e vedrete Lewis tornare due volte più forte di prima“. Da questo breve estratto di un podcast rilasciato da Valtteri Bottas si evince che l’inglese, assestato il colpo, sarà della partita per riprendersi la scena e quell’ottavo titolo che ha intenzione di vincere per staccare ulteriormente Michael Schumacher nella gloriosa lista dei record.
E del finlandese c’è da fidarsi perché è riuscito a creare un rapporto con Hamilton che ha valicato la semplice e cruda sfera professionale. Tra i due c’è sempre stata stima reciproca che è cresciuta negli anni in un rapporto franco, schietto ed impostato sul rispetto umano: “Io e Lewis abbiamo sempre avuto un legame buono e rispettoso, con la giusta quantità di tensione. Nelle ultime due stagioni ho trascorso molto più tempo con lui, ci siamo frequentati anche al di fuori dalla pista. Ora possiamo decisamente definirci amici. Quando abbiamo iniziato a lavorare insieme mi ha preso in disparte confessandomi che non aveva alcuna intenzione di fare giochi mentali. Gli ho risposto che per me era lo stesso, che avrebbe semplicemente vinto il migliore“.
La presenza del finlandese è stata una boccata d’ossigeno per il team della Stella a Tre Punte. E lo si evince da questo passaggio: “Quando sono arrivato a Stoccarda – ha riferito il Boscaiolo – l’atmosfera era molto diversa da quella che si respirava alla fine della mia avventura in Mercedes. A fine 2016 c’erano due piloti di F1 che stavano combattendo molto duramente dentro e fuori dalla pista. La loro sfida era diventava una questione di politica. Uno dei miei compiti è stato riportare il buonumore nel team, cosa che ci ha aiutato nello sviluppo. Con me Lewis era tornato a condividere i dati“.
Quest’ultima considerazione dice quanto esplosiva fosse l’atmosfera a Brackely e quanto sia stato necessario rasserenare il clima per poter permettere ad Hamilton di salire in cattedra per ritrovare quegli stimoli che l’hanno portato a vincere quattro titoli di fila ed a sfiorarne un quinto sfuggito per le dinamiche di cui abbiamo dibattuto molte volte.
Le parole di Bottas fanno riflettere poiché Mercedes ha ora puntato su un pilota che ha dimostrato di essere molto ambizioso e sportivamente irriverente. La coppia Russell – Hamilton potrebbe far ritornare la scuderia in quella sorta di baratro ambientale in cui era caduta tra il 2015 e il 2016.
Anche perché il trentasettenne di Stevenage, al di là di ciò che può trasparire, è un metodico, uno che ama perfezionarsi laddove riscontra delle manchevolezze: “Lewis raramente disputa delle brutte gare. Si adatta molto bene ad ogni situazione. Se vedeva che ero stato in fabbrica due giorni, allora lui ci sarebbe andato nei successivi tre. Se si sente insicuro riguardo a qualcosa, allora si impegna per acquisire certezze.”
Quella meticolosità che ha nel 2021 si è trasformata quasi in maniacalità come lo stesso Bottas ha sottolineato: “Nella scorsa stagione Lewis è stato al simulatore quasi ogni settimana. Una cosa mai accaduta in precedenza. Di fronte alla quantità di impegno che ha profuso ci dovremmo tutti togliere il cappello. La F1 per lui conta tantissimo, forse in misura maggiore rispetto a ogni altro pilota in griglia. Ha quel fuoco dentro che gli permette di raggiungere sempre degli ottimi risultati”.
E questo spiega il silenzio figlio della delusione per i fatti di Yas Marina: “L’ho visto diversi giorni dopo la gara, il suo umore era ancora lo stesso: aveva una faccia da funerale. Sebbene sia consocio che non sia stato lui a perdere quella gara e che sia stato derubato, gli riesce ancora difficile accettare che il titolo gli sia stato portato via in quella maniera“.
Bottas, nonostante sia ora un uomo Alfa Romeo, parla ancora come se stesse difendendo i colori della Mercedes. Non lesina termini forti, fortissimi, come “derubato” quando ricorda l’ultimo atto del campionato scorso. Anche perché il mancato titolo di Hamilton ha provocato la non attivazione di una serie di bonus per gli uomini del team e per lo stesso finlandese che ha visto sfumare una bella cifra per quel sorpasso all’ultimo istante di Max Verstappen. All’alba della stagione 2022 abbiamo un leone ferito che vuole riprendersi il suolo di capobranco e un soggetto, Russell, intenzionato a rubargli la scena. Toto Wolff avrà un bel nodo gordiano da sciogliere…
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: Mercedes AMG F1