Ci siamo finalmente. Si è aperta la settimana che ci porta alla presentazione della Ferrari F1-75. Quattro le monoposto già osservate sin qui (Haas, Aston Martin, McLaren e Alpha Tauri) e una che ha abbozzato solo la sua livrea adagiandola sulla show car della FIA. Ci riferiamo ovviamente alla Red Bull RB18.
Questa appena iniziata è una sette giorni molto succulenta poiché, oltre alla AT03 svelata poche ore fa (qui per le immagini), vedremo la nuova Williams e la Mercedes W13. Quest’ultima, insieme alla succitata creatura di Adrian Newey, è la vettura più accreditata per lottare per il titolo iridato.
Ovviamente si tratta di previsioni fatte in base ai rapporti di forza osservati nel campionato 2021 perché il nuovo corpo normativo potrebbe rimescolare furiosamente le carte in tavola. Questo è il desiderio delle scuderie che negli ultimi mondiali hanno inseguito vanamente la testa della classifica. Questa è la speranza della Ferrari che nel 2022 ha individuato, in tempi non sospetti, il momento della svolta decisiva e non più rinviabile.
Dopo un 2019 in cui la Rossa aveva dato la sensazione, specie sul fronte motoristico, di aver recuperato il gap dalla Mercedes, a Maranello hanno conosciuto due anni di vacche magre. Un 2020 nerissimo per via di una power unit con le polveri bagnate in seguito all’accordo riservato con la FIA a cui è seguito un 2021 in cui l’obiettivo stagionale, ossia il terzo posto nella graduatoria costruttori, è stato centrato in relativa scioltezza.
Una stagione in crescendo nella quale è però mancata una vittoria di tappa. Gioia che hanno potuto assaporare Alpine e McLaren pur essendo giunte alle spalle della gloriosa scuderia modenese. La verità è che la Ferrari nel 2021 non ha investito poi così tante forze. Anzi, si può tranquillamente asserire che il campionato vinto da Max Verstappen sia stato un grande allenamento in vista della stagione che prenderà il via il 18 marzo col primo turno di libere del GP di Abu Dhabi.
Ne è testimonianza di questa politica l’aver lavorato per sviluppare due elementi su cui la Ferrari intende incardinare i successi futuri: il nuovo simulatore – che è stato testato nella fase finale della stagione e i cui dati, ci risulta, si sono ben correlati con quelli scaturenti dalla pista – e la parte ibrida del V6 che ha fatto il suo debutto, con ottimi feedback, in quel di Russia sulla vettura di Charles Leclerc.
Ecco perché la mancanza biennale di un trionfo non ha afflitto più di tanto i vertici della compagine italiana che, però, non vogliono attendere oltremodo. Non è al momento possibile prevedere dove si troverà con precisione la Ferrari rispetto agli altri competitor. Mattia Binotto, in un inverno avaro di dichiarazioni, non ha mai parlato di lotta al titolo ma di una più accorta rincorsa verso la vetta. Un cammino possibilmente da condire da qualche successo di tappa. Un panorama onestamente congruo e che si addice ad una squadra ambiziosa che viene da anni in cui le difficoltà non sono mancate.
Informazioni recentemente raccolte dalla redazione di FUnoAnalisiTecnica aprono a scenari abbastanza rosei. Superata l’iniziale fase di comprensione di determinate aree della monoposto, in quel di Maranello hanno iniziato a sorridere poiché le simulazioni hanno offerto dati molto interessanti.
I risultati ottenuto al CFD, per essere più precisi, sembrano essere addirittura superiori a quelli previsti in fase di delibera del progetto. Ovviamente non è possibile scendere in dettagli tecnici in un contesto super blindato e dal quale trapelano pochi spifferi. Sebbene i feedback da noi acquisiti raccontino una vettura ben riuscita soprattutto dal punto di vista meccanico, area con il maggior spazio di manovra scrutando le pieghe del regolamento tecnico 2022, è preferibile attendere gli eventi. Manca poco per il responso della pista.
Pronti a stappare le bottiglie di champagne? Calma, c’è qualcuno che ritiene che le cose non stiano poi così girando bene nei capannoni ferraristi. Leo Turrini, giornalista di lungo corso della F1, sostiene che ci siano delle apprensioni che tengono in ansia gli ingegneri. Specie sul versante aerodinamico. A fronte di risultati motoristici lusinghieri, nonostante l’introduzione del biocarburanti E10, si teme che la Ferrari possa lasciare per strada qualcosa nell’interpretazione delle nuove norme che esaltano l’effetto suolo.
Il timore che serpeggia nello staff di ingegneri che hanno lavorato alla vettura 2022, sostiene il cronista, è che, sin dalle prima battute del campionato, la F1-75 possa pagare un distacco medio di circa mezzo secondo rispetto alla concorrenza più accreditata. Sarebbe in effetti un bel guaio perché, in epoca di budget cap e di ore in galleria e al CFD pesantemente contingentate, il recupero non è poi così semplice come si possa immaginare.
Naturalmente non bisogna cadere in facili depressioni. In questa fase non tutte le voci circolanti possono o devono essere prese per oro colato. A volte un dato team ha interessi a che si dia l’idea di essere in difficoltà per poi calare il jolly al momento opportuno. Su questo tipo di comunicazione, negli anni scorsi, la Mercedes ha costruito più di un successo. Non è detto che a Maranello non abbiano assorbito la lezione. Per ora non cediamo agli allarmismi, ma se la visione di Turrini dovesse essere confermata, allora Binotto potrebbe cadere dalla graticola direttamente nelle fiamme.
Foto: Scuderia Ferrari, McLaren, Federico Basile