Formula 1

F1 2022: le nuove regole potrebbero stravolgere i rapporti di forza tra i piloti

Il febbraio tanto atteso è giunto ed ha iniziato a darci ricche soddisfazioni. Eccezion fatta per la presentazione di “plastica” della Red Bull, Haas, McLaren e soprattutto Aston Martin (leggi l’approfondimento tecnico della AMR22) che ha effettuato anche uno shake down condito da video e foto più dettagliate, hanno mostrato che la paura imperante relativa ad una F1 esteticamente conformata è stata decisamente allontanata. Abbiamo invece osservato monoposto molto diverse tra loro che presentano soluzioni aerodinamiche peculiari e talvolta sorprendenti.

Auto nuove, che rispondono a regolamenti nuovi e che devono soddisfare esigenze ben precise. Un contesto stravolto che modificherà profondamente anche lo stile di guida dei professionisti del volante. Ne gioverà chi mostrerà una maggiore capacità di adattamento. Prendiamo ad esempio il 2021. Daniel Ricciardo è arrivato in McLaren con un lauto ingaggio che lasciava presagire che si sarebbe preso la scena in seno al team. Così non è stato. Perché?

McLaren MCL36

La domanda è semplice, le risposte un po’ meno. Per sommi capi è possibile ritenere che la differenza l’ha fatta l’esperienza. Non quella generica perché su questo fronte l’australiano ne possiede da vendere, ma quella specifica nella scuderia, con una vettura che aveva caratteristiche di driving molto singolari.

La MCL35M, per essere “domata”, pretendeva un approccio molto particolare negli ingressi di curva a bassa e media velocità laddove era richiesta una significativa combinazione di frenata e sterzata. Caratteristiche che Lando Norris già maneggiava conoscendo il modello precedente e che Riccardo ha faticato ad apprendere provenendo da un contesto tecnico molto differente.

Spirito d’adattamento. E’ questo il concetto che farà la differenza in F1. Chi ne avrà otterrà la chiave per aprire un cancello che dischiude ad un mondo sicuramente roseo. E’ quello che ieri Norris ha spiegato a margine della presentazione della MCL36. Il britannico, fresco di rinnovo contrattuale con Woking, ha riferito di aver passato molto tempo a guidare al simulatore affrontando stili diversi per essere pronto ad adattarsi a realtà di pilotaggio meno usuali rispetto a quelle in voga fino a pochi mesi fa.

il britannico Lando Norris (McLaren F1) deluso dopo il triste epilogo del Gran Premio di Russia edizione 2021

Data anche l’età, la facoltà d’adeguamento è stata uno dei punti virtuosi dell’inglese. Un tratto distintivo dei piloti di nuova generazione che, per via di regole stringenti, possono testare sempre di meno il materiale in pista. Devono dunque affidarsi ai simulatori e all’istinto. Ecco che un professionista con più esperienza sul groppone come Ricciardo ha potuto incontrare maggiori ostacoli nel dipanare il suo talento che non può esser messo in discussione.

Con soli sei giorni di test prestagionali, ogni pilota di F1 titolare avrà solo tre sessioni complete di lavoro. Sempre che problemi di gioventù non affliggano monoposto di nuova concezione. Quindi maggiormente sensibili alle defaillance tecniche. Ci sarà ben poco tempo per capire se lo studio fatto a casa sarà bastato per destreggiarsi tra aerodinamica ad effetto suolo, ruote da 18 pollici a spalla ribassata, freni più voluminosi nei diametri dei dischi e maggiorazione del peso dell’intero corpo vettura.

le pance della AMR22

Chi si adeguerà prima accumulerà un grande vantaggio su qui conducenti che non interpreteranno subito al meglio il nuovo castello normativo. Potenzialmente si può fare una differenza maggiore rispetto agli anni precedenti se si capisce presto come guidare l’auto.

Un adattamento che dovrà essere costante poiché le monoposto che gireranno prima in Spagna e poi in Bahrain saranno delle basi di sviluppo che vedranno molti aggiornamenti arrivare durante l’anno. Ed alcuni di questi saranno frutto delle indicazioni che gli stessi driver offriranno.

Quindi una subitanea comprensione del mezzo potrebbe spingere gli ingegneri ad andare incontro ai desiderata di pilotaggio di un dato driver. Cosa che rischia di allargare sensibilmente la forbice tra compagni di squadra. Per tale ragione non bisogna dare nulla per scontato. I rapporti di forza in F1 potrebbero mutare drasticamente tra team a team. Ma potrebbero cambiare anche tra piloti. Chi ha dominato a suon di prestazioni mozzafiato fino all’anno passato potrebbe incorrere in difficoltà impreviste. Il 2022 potrebbe davvero essere l’anno delle soprese.

F1-Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: McLaren, Aston Martin, F1

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Pubblicato da
Diego Catalano