Formula 1

Verstappen come Schumacher e Senna: già all’altezza di tali paragoni?

Il grande spettacolo offerto dai piloti che sanno e che vogliono spingersi oltre ogni limite, è forse il motore propulsore di questo affascinante sport. Ogni competizione è un evento, e non può essere banalmente ridotta ad una semplice gara “a chi arriva prima”: chi mastica un po’ la lingua della F1 sa perfettamente cosa c’è dietro.

Quel che si vede da fuori potrà anche essere semplicemente relegato all’immagine del pilota vincente, ma ciò che non va mai sottovalutato è anche il lavoro alle spalle di quel successo. Come nel caso dell’attuale campione del mondo in carica: dopo ben 7 anni trascorsi in F1, ha finalmente coronato il suo sogno conquistando l’agognato trofeo.

E sul serio, non si diventa numeri uno in uno sport del genere così, improvvisandosi da un giorno all’altro. A prescindere dal lavoro però, c’è anche un’altra importante variabile da tenere in considerazione: il talento.

Ayrton Senna

Mi rivolgo alle tante persone che magari si sono approcciate a questo mondo soltanto di recente: in qualche modo siete “fortunati” ad avere la possibilità di vedere una griglia di partenza così “giovane”, ricca di ragazzi determinati e con la promettente stoffa del campione (o quantomeno in via teorica).

Personalmente un mio grande cruccio è quello di non aver vissuto l’epoca di tanti nomi illustri, quali Juan Manuel Fangio, Niki Lauda o Ayrton Senna, perché sono certa che nessuna ricerca, nessun video e nessun libro letto potranno mai eguagliare la sensazione che anche solo attraverso un televisore, determinati avvenimenti ti sanno dare.

Sono felice però di aver vissuto l’era Hamilton (che continuerà ancora per quanto, chissà…?!) e quella più breve Vettel, con particolare menzione anche per l’epoca Schumacher, di cui avevo persino pagine di giornale attaccate all’armadio. E siccome inevitabilmente si finisce sempre col confrontare i piloti odierni con quelli del passato (cosa che personalmente trovo esecrabile), anche il grande capo Red Bull, Helmut Marko, ha paragonato il suo beniamino Max a nomi illustri quali Senna e Schumacher.

il tedesco sette volte campione del mondo Michael Schumacher all’interno dei garage della sua amata Scuderia Ferrari

Difatti a suo avviso tutti e tre possono risultare somiglianti per un aspetto fondamentale: l’incoscienza. Badate bene, non li sta dipingendo come dei megalomani irresponsabili pronti a schiantarsi pur di fare spettacolo, quanto piuttosto insignire l’incoscienza stessa di un’accezione positiva, come di una sensazione che li spinge a dare il massimo perché l’unica cosa che conta è conquistare la vittoria, con tutti i mezzi leciti (e non). Il modus operandi comune ai tre piloti di F1 consta di un atteggiamento che li porta a vedere frapposta tra se stessi e la bandiera a scacchi solamente la pista, null’altro.

Il che implica portare la vettura spesso oltre il limite, in “overdrive”, dove a volte è evidente anche da fuori che la monoposto sia praticamente quasi pronta a spiccare il volo; lo stesso Marko cita come esempio l’ultimo giro di qualifica di Max a Jeddah, penultimo appuntamento in gara per la stagione appena trascorsa (anche se poi purtroppo i suoi sforzi in quella circostanza furono vani).

Insomma, a quanto pare sommare questa verve ad un indiscutibile talento, rappresenta la chiave di svolta per rientrare un domani nei nomi illustri del passato; chissà se un giorno utilizzeremo anche lo stesso Verstappen come termine di paragone per i piloti che verranno… Se i presupposti rimangono invariati stagione dopo stagione, suppongo proprio di sì.

F1-Autore: Silvia Napoletano@silviafunoat

Foto: Ferrari, F1

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Silvia Napoletano