Formula 1

Mercedes W13: è l’aerodinamica a penalizzare le prestazioni del propulsore?

F1 – Le deludenti prestazioni del Team Mercedes nei primi due round della stagione 2022 hanno di fatto confermato che i problemi evidenziati nei test del Bahrain non erano figli della solita pretattica, volta a nascondere il reale potenziale della monoposto, da sempre adottata nei test invernali da molte scuderie.

Sarebbe riduttivo associare la scarsa competitività della W13 esclusivamente al concept aerodinamico, unico nel suo genere, che ha destato molta curiosità e preoccupazione tra gli addetti ai lavori per le sue linee avveniristiche.

I riscontri cronometrici e i risultati sinora ottenuti da tutti i clienti motorizzati Mercedes sono chiaramente al di sotto delle aspettative nonostante McLaren, Aston Martin e Williams abbiano sviluppato filosofie aerodinamiche e meccaniche completamente diverse.

Agli albori della era ibrida, i team clienti Mercedes erano molto competitivi analogamente a quanto stiamo assistendo in questo scorcio di stagione per i clienti Ferrari, in grado di lottare costantemente per la Q3 e per piazzamenti a ridosso dei top team.

Dettaglio della Power Unit Mercedes 2022 montata sulla Aston Martin AMR22

La power unit di riferimento dell’era turbo-ibrida, capace di ridicolizzare in tante stagioni la blasonata concorrenza di Ferrari, Renault e Honda, sembra essere stata raggiunta in termini prestazionali dai competitors, in una stagione fondamentale proprio sul versante dei propulsori.

E’ importante ricordare che a febbraio dello scorso anno la “F1 Commision” ha approvato all’unanimità l’engine freeze ovvero il blocco dello sviluppo delle unità motrici per 3 anni. Dal primo Marzo di quest’anno è entrato in vigore Il congelamento della maggior parte delle componenti della Power Unit tra le quali il motore a combustione interna (ICE) mentre per quanto concerne le unità di generazione di energia cinetica (MGU-K), le batterie (ES) e le centraline di controllo elettroniche (CE) la data di congelamento è il 1°settembre.

Le limitazioni allo sviluppo dei propulsori nonché l’introduzione del budget cap in F1 rappresentano un enorme ostacolo per i costruttori che necessitano di ridurre il gap con la concorrenza o restarne al passo.

La Williams FW44 nel giorno dello shake down

Nel velocissimo circuito cittadino di Jeddah, tutti i motorizzati con l’unità di potenza anglo/tedesca hanno confermato grosse difficoltà che secondo alcuni rumors sembrerebbero legate al passaggio al carburante E10 e nelle conseguenti modifiche alle camere di combustione.

Nonostante le dichiarazioni del team principal Toto Wolff lascino intendere che le performance deludenti della W13 siano la somma di deficit in diverse aree del progetto, è innegabile che le prestazioni offerte dalla power unit non siano in grado di compensare l’evidente mancanza di carico aerodinamico generato dal corpo vettura e l’inefficiente utilizzo del fondo con canali Venturi al fine di arginare il fenomeno del “porpoising”.

Un dato interessante è velocità media, calcolata su tutti i punti di rilevazione del circuito di Jeddah durante le qualifiche del sabato (speed trap, start, intermedio 1, intermedio 2, finish). Tutti i team motorizzati Mercedes si collocano nella parte bassa di questa speciale classifica, cosi come Ferrari penalizzata da un setup con maggiore carico aerodinamico.

la soluzione proposta sulla Mercedes W13 relativa al supporto dei retrovisori

La prestazione delle monoposto di Maranello ha consentito di raggiungere il secondo e terzo tempo in qualifica, segno evidente che la power unit della storica Scuderia Ferrari è stata in grado di compensare una scelta di assetto decisamente penalizzante in termini di velocità massima a favore di un miglior “handling” nel misto.

Completamente opposta la scelta del setup in casa Red Bull, che ha preferito una soluzione a basso carico aerodinamico che le ha offerto maggiori velocità di punta e, con un giro magistrale, ha agguantato la pole position con uno straordinario Sergio Perez. I dati velocistici delle qualifiche di Jeddah lo hanno confermato.

Carlos Sainz si avvicina minaccioso alla Red Bull di Max Verstappen poco prima del problema che ha costretto l’olandese al ritiro

La gara ha offerto uno splendido equilibrio tra due monoposto, Ferrari e Red Bull, estremamente diverse nel concept aerodinamico e nel setup che si sono date battaglia sul filo dei decimi di secondo esaltando l’abilità di Verstappen e Leclerc nel massimizzare la prestazione sul giro nei settori più favorevoli alle caratteristiche del proprio mezzo.

Calato il sipario sulla tappa araba del mondiale, il team di Brackley, nell’inedita veste di terza forza del mondiale, sta lavorando a un nuovo pacchetto aerodinamico, atteso per Imola o Barcellona, in grado di minimizzare il fenomeno del “porpoising” e aumentare il carico aerodinamico in modo da poter utilizzare setup che garantiscano maggiore velocità nei rettilinei.

Lo sviluppo della W13 chiarirà definitivamente se l’attuale concept aerodinamico penalizza oltremisura la bontà della power unit o se l’incontrastata leadership tecnologica degli ultimi 8 anni sia un lontano ricordo…


Foto: F1TV, Williams, Mercedes AMG F1

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Pubblicato da
Redazione FUnoAT