Formula 1

Cancellazione GP di Russia: avanza la candidatura della Malesia

L’invasione russa dei territori ucraini ha prodotto una serie di effetti collaterali che hanno toccato anche il mondo dello sport. La F1 non è rimasta esentata da questo processo inevitabile ed i risultati sono stati sostanzialmente due, per sintetizzare in maniera estrema: la fine, al momento sine die, di ogni possibilità di vedere un gran premio sul suolo russo e il licenziamento in tronco, decretato con i crismi dell’ufficialità poche ore fa, di Nikita Mazepin.

Il team americano, a brevissimo, comunicherà il nome del sostituto del figlio del magnate proprietario del main sponsor Uralkali. Una necessità che si fa impellente perché tra cinque giorni le vetture saranno in pista per i test del Bahrain. Bisogna quindi preparare piuttosto rapidamente sedile, pedaliera e tutto ciò che serve ad un conducente per svolgere il proprio lavoro.

Tempi duri in F1 per Nikita Mazepin dopo l’intervento militare della Russia in Ucraina

Più lunga, ma non troppo, sarà la questione che investe la sostituzione del tracciato di Sochi. Il mondiale 2022 si annuncia come il più lungo della storia della F1 con le sue 23 gare schedulate. L’intenzione di Liberty Media è quella di mantenere il suddetto numero di appuntamenti, ragion per cui è partita “la caccia” al tracciato che abbia le giuste caratteristiche geografiche.

Per evitare stravolgimenti di sorta è necessario individuare una location che sia compatibile con elementi di natura logistica. Il GP di Russia, infatti, era previsto per il week end del 23 – 25 settembre, a cavallo del Gp d’Italia dell’11 dello stesso mese e del Gp di Singapore da disputarsi il 2 di ottobre.

Viene da sé che teatri troppo distanti dai due suddetti luoghi siano “ingiocabili” perché imporrebbero riorganizzazioni ardue e costose. Ecco che i radar sono stati puntati su piste che possano essere raggiunte con relativa semplicità (non è mai troppo facile spostare i materiali necessari ad una gara di F1) e i cui organizzatori siano disposti ad aprire i cordoni della borsa per far recuperare a Liberty Media gli introiti venuti a mancare dalla cancellazione dell’appuntamento russo.

L’iconica tribuna del circuito di Sepang, Malesia

Nelle ultime ore pare che le quotazioni del Sepang International Circuit stiano prendendo quota. La Malesia è praticamente ad un passo da Singapore e metter su un back to back sarebbe poco più di una formalità. Proprio per tale motivo pare, stando a fonti malesi, che la direzione del circuito di Sepang abbia organizzato, con una certa celerità, una riunione di emergenza per discutere di un possibile ritorno della F1 su un nastro d’asfalto che ha ospitato la categoria regina del motorosport dal 1999 al 2017 offrendo gare spettacolari favorite da un layout molto apprezzato da piloti e tifosi.

I social network, in qualche modo, confermano che c’è fibrillazione sul tema. Il circuito stesso, dal suo account ufficiale, ha pubblicato diversi tweet che alludono alla possibilità che l’ipotesi si tramuti in una fatto reale. Piccoli indizi che, sommati alle su menzionate ragioni logistiche, mettono Sepang nella posizione di essere un competitor molto credibile.

Forse più di quella Cina che figura come pista di riserva nel calendario 2022. O di Jerez e Portimao che hanno palesato un certo interesse nel riaffacciarsi alla F1. Non dimentichiamo, in chiusura, che in Malesia vi è la sede della Petronas, uno degli sponsor più “pesanti” presenti nel Circus. Un fattore che potrebbe incidere.


F1-Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1, Haas

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Pubblicato da
Diego Catalano