Formula 1

F1 2022 – Contrordine: ora il DRS è indispensabile

Nella F1 delle nuove regole e della auto “Next-gen” c’è un vecchio amico che sta ancora giocando il ruolo del protagonista indiscusso: il DRS. Per qualche mese la sua permanenza è stata messa in discussione, in bilico nei meandri di un regolamento tecnico che andava delineandosi e che aveva fatto pensare che si trattasse oramai di un espediente vetusto, superato dall’evoluzione filosofica che la categoria aveva intrapreso.

Invece è successo qualcosa che l’ha rimesso in gioco. Via via che il board tecnico che ha definito le norme riceveva i dati scaturenti dai CFD dalle scuderie che stavano lavorando alle monoposto si è capito che lo stare in scia poteva ancora rappresentare un problema. Non un ostacolo quasi insormontabile come si verificava con le macchine della vecchia epoca sportiva, ma comunque un qualcosa che non favoriva quella vicinanza estrema che le teste d’uovo di Liberty Media avevano previsto. O sperato.

Non è durato molto il dibattito tra i legislatori del motorsport. Anche perché bisognava trovare una soluzione rapida, efficace e soprattutto ben nota ai progettisti. Ecco che l’ala mobile è tornata in auge e in questo primo scorcio di mondiale è diventata l’assoluta protagonista delle fasi più calde dei due GP fin qui disputati.

Il sistema DRS della Aston Martin AMR22

La gara di Jeddah è stata decisa dalla maniera in cui Leclerc e Verstappen hanno usato il DRS. Su questo non c’è né può esservi alcun dubbio. Curva 27, l’ultima del lungo tracciato saudita, il teatro di una disfida strategica in cui l’astuzia ha vinto sulle stesse, enormi, capacità di pilotaggio dei due protagonisti che stanno accendendo il mondiale 2022. Entrambi hanno provato a non imbastire la piega al comando, il che sarebbe coinciso col passare per primo al detection point esponendosi all’assalto mortifero del rivale.

L’epilogo lo consociamo bene ed è inutile focalizzarci su come le manovre di difesa e di attacco si siano realizzate. Per sommi capi si può affermare che Verstappen abbia restituito con gli interessi “il favore” che Leclerc gli ha fatto in Bahrain. Ma quest’uso strategico dei punti di rilevazione potrebbe, nel tempo, ingenerare dei problemi? La frenata di Charles è sembrata un po’ troppo deliberata. Così come la risposta di Max che è arrivato al bloccaggio delle ruote pur di non prestare il fianco al rivale.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) e Checo Perez (Oracle Red Bull Racing) appaiati dopo la sosta ai box del ferrarista

Il DRS – e questo inizio di 2022 lo conferma – è ancora un elemento potentissimo e condizionante. Lo è nonostante le vetture ad effetto suolo e sebbene si sia imposta una generale riduzione nella creazione delle downforce tramite le ali. Uno strumento così preponderante la cui attivazione andrebbe meglio definita.

Questa almeno è l’idea di Chris Horner che ha ribadito che in futuro andrebbero meglio calibrate le zone di rilevamento per evitare che ci possano essere problemi di sicurezza. Che, lo ricordiamo, si crearono a dicembre scorso proprio tra Verstappen ed Hamilton, con l’olandese a piantare una vera e propria frenata dinnanzi all’inglese. Ci fu un contatto che non generò problemi particolari ma fu foriero di una serie di polemiche furiose.

Drag Reduction System che andrebbe quindi rimodulato ma non abolito come si era pensato in fase di definizione del corpus normativo vigente. Toto Wolff lo vede come una risorsa che è stata in grado, negli anni, di garantire duelli accesi e una buona quantità di sorpassi. Tutte le critiche su un meccanismo che in qualche misura rendeva meno naturali le manovre di sorpasso sembrano essersi dissolte miracolosamente. Lo stesso Verstappen, un racer che per certi versi incarna uno spirito “old style” visto lo spirito col quale affronta le gare, si è detto quasi grato all’aggeggio semovente.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)

Senza il DRS – ha affermato il campione del mondo in carica dopo la gara – non avrei mai passato Leclerc. Ad oggi abbiamo assolutamente bisogno dell’ala mobile. Bisognerebbe forse lavorare sulla differenza di velocità tra la macchina che lo usa e quella che non può farlo perché attualmente i sorpassi si realizzano già sul rettilineo. Talvolta sembrano manovre autostradali“.

Critiche non distruttive quelle dei protagonisti che, in nome dello spettacolo, hanno ormai metabolizzato un sistema che alla fan base fa tutt’ora storcere il naso. Il 2022 doveva essere, nelle idee dei decisori, un anno di prova. Ma, viste le tendenze, il DRS con molta difficoltà sparirà dai radar. Specie se chi detiene il pacchetto azionario della F1 ha messo in cima alla propria agenda l’incertezza prestazionale.


F1-Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1, Oracle Red Bull Racing, Aston Martin

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Diego Catalano