F1 – In Bahrain è tutto pronto. Dopo i tre giorni di test della scorsa settimana i team sono rimasti a Sakhir in attesa che il mondiale prenda il via. Naturalmente si sono avviati dei ponti telematici tra i box e le factory nelle quali i dati scaturiti dall’attività in pista sono stati valutati ed analizzati in un processo che poterà, sin da venerdì, alcune squadre a presentare ulteriori update per rendere le proprie vetture più efficaci di quanto la pista abbia detto fino a questo momento. Vediamo quali sono le questioni più calde del campionato 2022.
Partiamo dai valori in campo. Fare delle previsioni precise su quali siano i veri livelli prestazionali è impossibile. Troppe le variabili sconosciute che sono intervenute durante i test: carichi di carburante, mappature motori, rapportature delle trasmissioni, assetti, programmi di lavoro. Elementi che rendono il quadro non delineabile nel dettaglio. Ma, in linea generale, qualche elemento è emerso.
La Red Bull ha concluso la tre giorni bahrenita in cima alla lista dei tempi. Come per le altre, vale il discorso dell’incognita sulle modalità con cui è arrivata al crono migliore. Tuttavia, c’è da registrare che la vettura del campione in carica Max Verstappen abbia dimostrato un comportamento molto buono: reattiva nei cambi di direzione, totalmente esente al porpoising, convincente nel long run effettuato proprio con l’olandese nel pomeriggio della giornata conclusiva. Un mix di fattori che, a detta di molti osservatori, mette la creatura di Adrian Newey in cima alla preferenze.
Se Milton Keynes ride, Brackley piange. Almeno per il momento. La Mercedes ha sofferto ancora di problemi di squilibrio d’assetto nei tre giorni di Sakhir. Una tendenza che non s’era vista a Barcellona e che, probabilmente, il nuovo ed estremo pacchetto aerodinamico ha acuito in maniera piuttosto sensibile.
Il pompaggio aerodinamico che ha afflitto la W13 ha costretto gli ingegneri ad alzare la vettura. Cosa che non si è riverberata positivamente sulle prestazioni. Affinché gli otto volte iridati siano in lotta per la vittoria sarà necessario evolversi rispetto a quanto visto nei test. Ed è quello che potrebbe verificarsi fin da FP1 quando è prevista l’introduzione di un nuovo fondo chiamato a limitare prepotentemente l’inficiante fenomeno.
Tra le due contendenti che si sono battute fino all’ultima curva del campionato 2021 potrebbe emergere il proverbiale terzo incomodo che riconduce direttamente a Maranello. La Ferrari è reduce da un pre-campionato senza problemi condotto costantemente in cima alla lista dei tempi. Una pre-season convincente che ha ricordato quella del 2019.
La Scuderia ha fatto passi in avanti evidenti sul versante power unit tanto che Mattia Binotto ha pubblicamente dichiarato che si sentono al livello dei migliori motori se non al di sopra. La F1-75, nell’ambito telaistico, sembra essere già pronta, specie nelle curve a bassa velocità. Da qua la fiducia su un buon avvio in Bahrain dove la Ferrari, per parola del suo team principal, scende in pista per vincere. Gli indugi sono rotti definitivamente.
Tema caldissimo relativo alla F1 2022 è quello concernente i sorpassi. Tutta la nuova architettura regolamentare è stata progettata per consentire a due o più macchine ingaggiate di non risentire degli effetti negativi dell’aria sporca. A tutto vantaggio delle fasi di sopravanzamento. E dello spettacolo. La stagione prende il via su una pista, Sakhir, che tende ad promuovere molte manovre di sorpasso. La stessa cosa dovrebbe accadere nel secondo appuntamento iridato, in quella Jeddah che abbonda di pieghe ad altissima velocità.
Tornando al Bahrain, nel 2021, sono stati 75 i superamenti tra vetture. Una cifra importante che rappresenta più del doppio della media del campionato intero. Sakhir e Jeddah, quindi, potrebbero non dire esattamente se le regole hanno funzionato perché sono piste che normalmente offrono bagarre. I veri riscontri in tal senso arriveranno all’Albert Park e soprattutto sull’angusto tracciato di Imola che non offre molti punti ove provare la manovra.
Porpoising. E’ il grande argomento emerso sin dal primo giorno di prove catalane. I motivi per cui si è manifestato sono ben noti e ne abbiamo dibattuto ampiamente in alcuni scritti che potete recuperare sul sito di FormulaUnoAnalisiTecnica. Molti team hanno lavorato furiosamente per risolverlo da una sessione all’altra apparentemente con risultati ottimi. Ferrari e Alfa Romeo, le vetture che più ne avevano sofferto al Montmelò, si sono presentate in Bahrain in forma perfetta.
Nuovi parti aerodinamiche – leggasi fondo (qui per approfondire) – ed assetti mirati hanno consentito alle compagine che condividono la stessa unità propulsiva di avere un comportamento dinamico più consono che ha prodotto buoni frutti cronometrici. Mercedes, con la sua W13, al momento rappresenta il caso più grave. A Brackley hanno introdotto della barre che hanno la funzione di ancorare il pavimento al telaio per limitare l’oscillazione. Ma l’espediente, non del tutto risolutivo, non è ancora stato convalidato dalla FIA. Notizie in merito si attendono a brevissimo.
Visibilità e stile di guida. Altra istanza, questa, che ha generato qualche grattacapo nella F1 2022. Poiché le gomme di F1 sono più alte e considerando la presenza dei deflettori che le sovrastano, i piloti hanno perso parte del consueto campo visivo che era già limitato dall’Halo. Sulle piste dove si sono svolte le prove invernali quello della visibilità non è stato un problema.
Ma, nonostante ciò, i piloti sono curiosi di sapere prima come sarà affrontare la prima curva dopo lo start di Sakhir e, principalmente, come sarà approcciarsi alle pieghe cieche ad alta velocità che connotano il circuito dall’Arabia Saudita. I cittadini saranno le piste più sfidanti su questo frangente. I conducenti dovranno ri-settare i loro punti di riferimento. Questioni di abitudine. Anche al peso maggiorato e alla ruote da 18 pollici.
Comprensione gomme. Altro – e conclusivo – capitolo di rilevante importanza nell’arco della stagione che va ad avviarsi. E’ stato direttamente Mario Isola, numero uno di Pirelli Motorpsort, a parlarne la settimana scorsa mentre le vetture giravano in pista. I team hanno potuto lavorare sulle specifiche delle gomme da metà 2021. Quindi lo studio aerodinamico per costruirvi la macchina intorno è partito da lontano. La chiave per la stagione sarà la gestione del degrado e quella della frenata che risulta essere una delle cose più difficili con le vetture di nuova generazione. Specie in Bahrain si sono visti molti bloccaggi.
Una problematica figlia di due evidenze: la prima è che i piloti devono abituarsi al peso aumentato delle F1 2022, la seconda è che i team non hanno ancora ben compreso la gestione termica del compound. Cosa che determina ancora che si producano dei run non ottimali. Ecco che la prima parte del 2022 sarà un lungo processo conoscitivo che premierà chi lo maneggerà meglio. Le risultanze delle qualifiche, pertanto, potrebbero del tutto essere stravolte in gara dove conta davvero il management del composto.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing