F1. Quando meno te lo aspetti arriva la zampata. A centrare la pole position nella qualifica di Jeddah, infatti, è Sergio Perez. Una Ferrari ottima sul giro secco anche se Leclerc, nell’ideal lap, avrebbe potuto strappare la prima posizione per 0.005s (leggi qui l’analisi on board). La gara odierna si preannuncia davvero interessante, con due punte rosse contro la RB18 di Perez. Sono stati in gran parte risolti quei piccoli problemi di sovrasterzo che si potevano osservare sulla F1-75 durante le sessioni del venerdì, comportamento ampiamente contenuto.
Una caratteristica comprensibile, in cui è facile ricadere su questo genere di tracciati. I piloti tendono a richiedere un anteriore molto preciso, peculiarità che sposta il bilanciamento maggiormente verso l’anteriore e mette in difficoltà il retrotreno. Per cui è normale avere un certo livello di sovrasterzo che, tuttavia, non deve poi inficiare sull’handling e di conseguenza sulla prestazione della monoposto.
Parlando di bilanciamento, la vettura di Milton Keynes sembra essere messa un po’ meglio da questo punto di vista nelle curve veloci. Max Verstappen non ha avuto quasi nulla da ridire sul set-up e si è diretto verso la qualifica con pochissimi cambiamenti. Al muretto Ferrari curano molto la fase di out-lap per riuscire ad ottenere un warm-up ottimale della gomma, aspetto su cui si erano concentrati molto anche in Bahrain. A Jeddah la gomma Soft necessita di una tornata di preparazione, fattore, quello della gestione compound, che poi ha fatto in parte la differenza in Q3.
L’auto modenese fa sentire la sua forza nel primo settore. Come venerdì, la F1-75 costruisce il grande vantaggio nella successione di curve 1 e 2. In questo tratto la riesce ad avere un ottimo spunto in trazione, beneficio che poi si traduce in una maggior velocità a fine rettilineo. Osservando gli on-board, consapevole dell’importanza di questa zona, l’olandese delle Red Bull chiede troppo dalla sua monoposto. In Q1, infatti, abbiamo visto diverse correzioni proprio in questa zona della pista.
Interessante notare come Leclerc riesca a frenare sempre più tardi. Qualche metro che a quelle velocità fa una differenza molto grande. Affronta una fase di cornering più lunga e va più tardi sul gas, ma il risultato gli da ragione. 4.82km/h più veloce di Perez. Qui Red Bull cerca forse di strafare, ma non ottiene i risultati sperati.
Da un punto di vista motoristico, la power unit Ferrari spinge parecchio. Tuttavia, analizzando la telemetria il livello è molto simile al motore incastonato nelle RB18. Come possiamo esaminare attraverso il grafico a seguire, le velocità di punta di Verstappen nei confronti di Leclerc alla fine dei rettilinei sono piuttosto elevate.
In casa Red Bull sono andati a scegliere il pacchetto aerodinamico utilizzato il venerdì sulla vettura di Perez, leggermente più scarico per riuscire a generare più velocità sui dritti. In questo modo si va a spostare il centro di pressione aerodinamico verso l’anteriore, rendendo quindi più preciso l’avantreno. Una modifica che si può capire e che in parte si sposa con il discorso sui centri di rollio fatto qualche giorno fa (leggi qui l’approfondimento tecnico).
Abbiamo notato come la RB18 avesse un centro di rollio più basso adottando una sospensione naturalmente più morbida. Tale configurazione necessita una settaggio preciso per garantire un giusto livello di reattività. Tuttavia, da questo punto di vista la vettura di Milton Keynes ha ancora un ritardo rispetto alla rossa. Nei cambi di direzione più impegnativi, infatti, la RB18 si scompone e il gap si allunga.
Alla fine è stata proprio la gestione delle gomme a decidere l’esito della qualifica. Red Bull ha provato le due strategie differenti di warm-up, con e senza pre-lap per attivare i compound e ciò malgrado, per Verstappen, non hanno trovato un processo che effettivamente funzionasse a dovere.
Nel primo tentativo del Q3 l’olandese ha accusato una perdita di grip generale e non è riuscito a portare nella corretta finestra i due assali. Perez, invece, ha centrato la corretta temperatura su entrambi gli assi, riuscendo ad estrarre molta performance dalla sua vettura. Senza contare un’ottima guida prendendosi molti rischi nel giro finale.
Nel grafico che mette in luce i distacchi in ogni settore, Leclerc risulta velocissimo nel T1, per poi perdere quanto di buono fatto nel T3. Max avrebbe potuto fare un miracolo essendo abbastanza vicino nel primo settore. Eppur, rispetto al compagno di squadra, perde ben 2 decimi nell’ultimo tratto del tracciato.
Passando a Mercedes dobbiamo sottolineare la reiterata presenza in relazione ai problemi di pompaggio aerodinamico. Anche se cin parte tale scenario è stato contenuto, il problema è stato creato in parte anche dall’asfalto più liscio che caratterizza le strade di Jeddah. La maggior levigazione rende possibile l’utilizzo di sospensioni mediamente più rigide vista l’assenza di sconnessioni. In questo modo, la piattaforma aerodinamica rimane più stabile ed il fondo si avvicina meno al terreno, limitando così il fenomeno del pompaggio.
Durante la mattinata di ieri, il lavoro dei tecnici di Brackely si è concentrato nel migliorare la percorrenza della serie di curve 5-6-7. Problemi anche sulla 13, dove Lewis porta troppa velocità in entrata perdendo poi in uscita. Anche nella 16, i grigi hanno sofferto grattacapi simili durante le Fp3, sessione dove hanno girato con molto carburante per riuscire a trovare una soluzione alle difficoltà citate.
L’esclusione in Q1 del sette volte campione del mondo deriva principalmente dalla fiducia che il pilota è riuscito a costruire con il set-up. Non possiamo nemmeno escludere qualche problema legato alla PU, visto che la differenza in termini di velocità sui rettilinei rispetto agli altri costruttori risulta piuttosto elevata. Anche il confronto con il compagno di squadra è surreale. La prestazione della W13 numero 44, anche in questo caso, sembra molto legata all’utilizzo degli pneumatici.
Russell, nel Q2, ha piazzato un tempo competitivo con la gomma Media. Una mescola più con un range più ampio e più facile da utilizzare. Non c’è quindi da escludere che Lewis abbia avuto alcune difficoltà nell’attivare le mescole Pirelli in relazione all’assetto un po’ troppo estremo che lo stesso Toto Wolff, durante le interviste del dopo qualifiche, ha commentato giustificando il rendimento del Re nero.
Foto: Mercedes AMG F1 Team – Scuderia Ferrari