Formula 1

Ombre Rosse sul Mondiale

F1. “Ombre rosse” è un film western del 1939 diretto dal grande John Ford. Fra gli attori, il mitico John Wayne. Da un certo punto di vista l’epopea western ha qualcosa della massima categoria del motorsport. La corsa solitaria o quasi con il proprio cavallo, la lotta continua per la sopravvivenza, il senso della frontiera (reale e metaforica) verso cui tendere e via discorrendo.

Scrivere “Ombre rosse sul mondiale di F1” è forse sin troppo facile e retorico, all’indomani di una doppietta della Ferrari condita da pole position e giro più veloce in gara. I più ottimisti fra noi, e come sapete non appartengo a questa categoria, nei loro sogni più sfrenati pensavano ad un ottimo secondo posto, ad una Ferrari che era di nuovo in alto, fra i grandi, protagonista insomma. E invece… quello che non ti aspetti. Una rossa non dico dominante, ma solida, nata bene, senza particolari problemi. Eccellente in tutto.

Tanto che, e non è solo la mia impressione, la Red Bull è stata spremuta a dovere da Max per cercare di agguantare il monegasco volante, e chissà che anche questo non abbia contribuito alla défaillance finale. Non lo sapremo mai, probabilmente. E ci va bene lo stesso. Almeno per qualche giorno possiamo festeggiare la rinata corazzata italiana. Poi magari domenica succede di tutto e i grigi o le lattine tornano a dominare. Ma, almeno, questa vittoria, questa domenica speciale che attendevamo da tanto, troppo tempo, non ce la potranno più togliere. E di questi tempi, non è mica poco…

Mattia Binotto. Voto: HA CAPITO. Continuo a pensare che il team principal Ferrari, davanti ai microfoni, sia il peggior testimonial di se stesso. Ma poiché l’ho criticato spesso e sovente da queste colonne, ora che ha fatto una domenica praticamente perfetta non posso non elogiarlo.

Chapeau caro Mattia. Speriamo che questa domenica sia una di tante e che, finalmente, il titolo torni in Italia. E allora io mi cospargerò il capo di cenere e verrò scalzo a Maranello, a chiedere il perdono del penitente.

PU Ferrari. Voto: super-razzomissile.

F175. Voto: talmente bella che posso accettare anche che sia verniciata opaca.

Carlo Leclerc. Voto: speciale. Il monegasco è una via di mezzo fra un diavolo e un santo, fra l’asceta che si ritira nel deserto per pregare e il perfido giocatore d’azzardo che osa il tutto per tutto. E’ l’eroe di cui ha bisogno questa Ferrari e questa F1

Max Campione. Voto: indomabile. Tre volte ha tirato la staccata micidiale, tre volte è stato infilato. Complici le nuove monoposto, un pilota talentoso almeno quanto lui e una Ferrari all’altezza. Ma ha continuato a marcare stretto Charles. Sarà un osso durissimo per chiunque voglia vincere il mondiale. 

Lewis Hamilton. Voto: Gladstone Gander. In Italia noto come Gastone, o Gastone paperotto quadrifoglio, il papero fortunato del mondo di Topolino. Ecco, diciamo che a mio parere sir Lewis Hamilton, pardon sir Lewis Carl Davidson Hamilton (sapete della sua recente uscita sul cognome materno, e chi siamo noi per non dare ragione al sette volte campione del mondo).

Ha una fortuna… una fortuna di quelle che non basterebbero decine di vite “normali” a eguagliarla. Ecco, mi sono convinto. Semmai mi capitasse di incrociarlo nel paddock e semmai riuscissi a scambiare con lui poche parole, cercando di non scompisciarmi dal ridere per le scarpe Kermit o Monte Bianco, o per il suo “originale” modo di vestire extrasportivo, lo supplicherei:

“O San Luigino,

protetto del Destino,

ti prego dai a questo tapino… 

tre numeri, tre numeri da giocare. 

Che stai tranquillo, o Luigino,

che se li piazzo nel tabacchino

divento sicuro ricco sfondato…

e non vivo più da dannato”.

Bottas. Voto: rinato. Non è il campione assoluto, ma un pilota solido e ormai con tanta esperienza. A mio parere in Alfa Romeo-Sauber ha trovato la giusta dimensione. Senza l’ombra gigantesca di Hamilton. E il fine settimana è stato davvero da incorniciare.

Bottas in partenza. Voto: sempre lo stesso. Ecco, su questo Valterino deve ancora lavorare…

PU Mercedes. Voto: Loffia. Delle quattro motorizzazioni della Formula Uno è parsa la meno performante. Insomma, una roba epocale. Speriamo continui così per almeno un lustro.

Toto. Voto: Chi l’ha visto?

Mazepin. Voto: spiace. No, non è vero.


F1-Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Foto: Scuderia Ferrari

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Mariano Froldi