Formula 1

Charles Leclerc: l’uomo giusto nell’abitacolo giusto

F1 – Un inizio migliore di mondiale la Ferrari non poteva sperarlo. Dopo anni di duro lavoro per recuperare il terreno perso tra scelte tecniche errate e limitazioni più o meno chiare alla power unit, Maranello si è presentata ai nastri di partenza con una monoposto veloce, solida ed efficace in ogni condizione. La F1-75 aveva dato chiare indicazioni già nella prima giornata di test invernali. La macchina, ogni volta che prendeva la via della pista, era capace di ottenere crono interessanti in totale scioltezza. Molto si è discusso su questa caratteristica e si riteneva che la cosa dipendesse da un lavoro fatto a serbatoi non troppo pieni.

I primi due GP hanno raccontato un’evidenza: la Rossa non è riuscita a nascondersi. Una macchina nata talmente bene che i due piloti hanno faticato a celarne un potenziale che la concorrenza, in possesso di strumenti avanzati e capacità di elaborazione dati che non possiamo gestire, aveva immediatamente colto. Basti ricordare le dichiarazioni dei protagonisti del mondo Mercedes che per settimane hanno bollato la creatura italiana come la favorita per il titolo mondiale.

il ferrarista Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo della sua F1-75 durante il Q1 a Jeddah

Se lo sarà lo sapremo più avanti. Ad oggi possiamo solo osservare ciò che dicono le classifiche iridate: Charles Leclerc e Carlos Sainz sono in testa a quella piloti; la Scuderia a dettar passo e legge in quella costruttori. 78 i punti per la compagine modenese. 40 in più dei campioni del mondo 2021, 41 in più sulla Red Bull che doveva, secondo molti, dopo aver visto la RB18 nella configurazione reale, ammazzare la sfida grazie a soluzioni tecniche azzardate. Come se quelle della Ferrari non lo fossero poi…

La verità è che spesso ci si lascia trasportare da sensazioni estetiche che non sempre hanno riscontro nelle performance. E ne sanno qualcosa in Mercedes dove continuano a lottare, per ora vanamente, con una monoposto estrema. Ma estremamente inefficace. Gli equilibri attuali dicono che la Ferrari e la Red Bull, pur sfruttando filosofie progettuali diverse, arrivano ad ottenere all’incirca le stesse prestazioni. La Stella a Tre Punte è tagliata fuori dalla corsa e la situazione perdurerà finché non risolveranno i loro problemi. Ammesso che si riescano a breve.

George Russell in pista per il secondo turno di prove libere del GP di Arabia Saudita

Ferrari, quindi, rivendica a giusta ragione il ruolo di candidata al mondiale. Traguardo che si può raggiungere se si crea la giusta alchimia tra una serie di elementi che vanno dalla sfera tecnica a quella strategica. In questa ricetta d’alta cucina non può mancare il pilota giusto. Nessun team ha mai vinto un mondiale con un driver di basso rango. Maranello, al momento, può contare su due fior fiori di professionisti, una coppia ben assortita che, per una legge elementare, non può vincere in simbiosi.

Prima o poi andrà fatta una selezione e se la stagione continua come è iniziata potrebbe essere Carlos Sainz la vittima da sacrificare sull’altare iridato. Lo spagnolo, per sua stessa ammissione, sta leggermente faticando nell’adattarsi alle vetture “next gen” (leggi per approfondire). Una situazione che, ben presto, potrebbe relegarlo lontano dal collega di garage che, in tempi non sospetti, Mattia Binotto aveva individuato essere il puledro giusto per tagliare per primo il traguardo.

Concetto ribadito dopo il GP dell’Arabia Saudita. L’ingegnere nativo di Losanna ritiene che Leclerc sia in una fase della sua parabola sportiva in cui sta mostrando la maturità per poter lottare per il campionato. Il talento e le capacità del monegasco non sono mai state in discussione. La sua velocità pura è sotto gli occhi di tutti, sin dalle categorie propedeutiche. Si trattava di operare un passo in avanti in termini di gestione prima di se stesso e poi della gara.

Mattia Binotto, team principal della storica Scuderia Ferrari

Leclerc ha lavorato molto sui suoi (marginali) difetti iniziando da una profonda autocritica che più volte gli abbiamo sentito fare pubblicamente in seguito a degli errori di guida ascrivibili a sue responsabilità. Basti ricordare le precedenti edizioni di Montecarlo. Per fare ciò servono ingenti quantità di umiltà che non è facile reperire quando sei considerato uno dei piloti più capaci della terra.

Ovviamente il “n°16” si è detto soddisfatto del percorso di crescita che sta svolgendo e soprattutto – non poteva essere altrimenti – per avere tra le mani un macchina consistente che gli permette di lottare metro su metro per ottenere pole position e vittorie. Il clima che si è creato nella storica scuderia italiana sta aiutando il pilota a maturare la convinzione che questo possa essere l’anno buono. Le prestazioni in qualifica lo dicono, ma non è una novità visto che si tratta del pezzo forte del pilota uscita dall’Academy Ferrari. E’ il modo di gestire la gara che sta evidenziando la crescita esponenziale di Leclerc.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)

Il management delle gomme, la visione strategica delle operazioni domenicali, la freddezza nei momenti topici, l’aggressività calcolata che gli permette di vincere i duelli senza scadere in topiche fatali. Elementi che, uniti alle momentanee difficoltà del compagno di squadra, mettono Charles nella ambitissima posizione di essere l’uomo giusto nell’abitacolo giusto.

Ora la palla passa all’equipe modenese che non può minimamente sbagliare nell’esecuzione del programma di sviluppo della F1-75 perché c’è una concorrenza agguerrita che ha annunciato modifiche importanti alle proprie auto per ritornare in gioco (Mercedes) o per prendere un certo margine prestazionale (Red Bull). Lo staff tecnico di Maranello è avvisato…


F1-Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1

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Pubblicato da
Diego Catalano