Formula 1

L’incubo sportivo della McLaren poggia le basi su diverse problematiche

F1 – Se un incubo sportivo potesse essere sintetizzato in un’immagine questa avrebbe l’aspetto della McLaren. Come è stato possibile passare dall’essere una delle squadre più accreditate per ben figurare in questo 2022 ad arrancare in maniera così pesante durante la prima uscita stagionale? Perché la vettura che a Barcellona aveva prodotto indicazioni ottime si è comportata, in Bahrain, in maniera tanto pessima?

La sensazione è che, in questo momento, sulla MCL36 funzionino ben poche cose. La macchina risultata totalmente esente dal porpoising sin dalle prove invernali spagnole possiede attualmente solo quella virtù. E nient’altro. I problemi ai freni accusati nei test di Sakhir non sono stati risolti del tutto. Ancora, il corpo macchina non è in grado di generare un livello di carico accettabile. Da ciò deriva una pessima gestione delle gomme.

E, come se non bastasse, quella che doveva essere l’arma in più, ossia la power unit Mercedes, non sta dando riscontri soddisfacenti. Un problema, questo, che sta attanagliando tutti i motorizzati dalla Stella a Tre Punte. Cosa che non fa essere molto ottimisti in un’era in cui la F1 ha stabilito il congelamento degli sviluppi motoristici.

McLaren MCL36 – diffusore

Lando Norris e Daniel Ricciardo, rientrato dopo essersi ripreso rapidamente dal Coivd-19 che lo aveva costretto a saltare test 2, hanno concluso il GP del Bahrain in 15^ e 14^ piazza, ben lontani dalla vetta e mai in lotta per ottenere un punticino. In McLaren il registro comunicativo di febbraio votato all’entusiasmo si è trasformato in un pragmatico e dimesso realismo che lascia pochissimo spazio alle speranze.

Andereas Seidl e la coppia di pilota hanno ammesso in coro che al momento sono molto indietro in termini di generazione di downforce. La questione è semplice ed al contempo complessa: per quanto perdurerà questo stato di cose? E soprattutto sarà superabile nell’arco del mondiale 2022? A sentire il pilota britannico le prospettive sono tutt’altro che rosee. Si parla, difatti, della necessità di doversi abituare a rimanere lontani dal podio per un bel po’. Condizione, questa, sconosciuta nel biennio 2020-2021. C’è necessità di cominciare da capo e capire come trovare soluzioni. Ma se questo processo inizia a fine marzo viene da sé che il rischio che l’annata vada a rotoli è concreto.

L’australiano Daniel Ricciardo (McLaren)

Se il quadro che fa Norris è a tinte fosche c’è un Daniel Ricciardo che, forse per carattere, cerca di essere leggermente più ottimista basandosi su quegli elementi positivi – invero pochi – cui appigliarsi. La MCL36 non è una vettura irreversibilmente sbilanciata, è solo manchevole di grip generale. Non roba di poco conto.

La base della F1 del 2022 non è pessima, vanno solo trovati punti di carico. E la speranza è dettata proprio dalla rivoluzione tecnica che la categoria ha voluto introdurre. Queste auto sono ad una fase evolutiva quasi embrionale, hanno enormi margini di miglioramento. Mix di set-up e di novità aerodinamiche e meccaniche potrebbero far repentinamente svoltare le performance di una vettura sin qui risultata deludente.

Quello che al momento sembra l’ostacolo più alto che la McLaren deve superare è la situazione relativa ai freni. A Ricciardo, fin dalla prima tornata del Gp del Bahrain, è stato chiesto di raffreddare la parte destra della sua F1. Stessa indicazione giunta, più avanti, a Lando Norris. Tant’è che spesso vedevamo le due macchine color papaya spostarsi e percorrere sulla destra tutto il rettilineo di partenza. I piloti cercavano aria pulita per contenere il surriscaldamento dei freni che ha afflitto la MCL36 durante i test invernali.

Da qui partono le difficoltà perché in casa Woking, stante le suddette problematiche, non sono riusciti a mettere insieme una sola simulazione nell’arco dei sei giorni di prove pre-stagionali. Sono arrivati al primo appuntamento all’asciutto di informazioni sulle gomme e la cosa si è notata con grande evidenza visto che hanno deciso di aggredire il primo stint di gara con pneumatici medi. Una scelta che non ha pagato contribuendo ulteriormente ad aumentare un già pessimo race pace.

McLaren Mcl36 – fondo

Il circuito di Sakhir ha acuito le difficoltà della macchina che a Barcellona erano rimaste nascoste sia perché le temperature erano più basse, sia perché, non trattandosi di un tracciato “start and stop”, l’impianto frenante non veniva stressato ai massimi livelli. In McLaren sono rimasti spiazzati e non c’è stato il tempo materiale per apporre una toppa allo strappo. L’obiettivo è quello di portare modifiche che rendano la MCL36 una vettura compatibile con ogni pista. Perché, ad oggi, c’è la sensazione che questa monoposto non sfiguri su un impianto come quello del Montmelò. Che, purtroppo per Woking, non ha caratteristiche comuni a tutti gli altri eventi in programma.

C’è un’intera sfida di sviluppo davanti agli ingegneri di inglesi che devono essere solerti nel reagire per evitare di buttare alle ortiche gran parte della stagione in cui potrebbero accumulare un ritardo siderale da quelle compagini che, in un anno, hanno fatto un balzo in avanti clamoroso. E non ci riferiamo alla vittoriosa Ferrari, ma alle più “modeste” Alfa Romeo ed Haas che al momento sembrano irraggiungibili per l’equipe di Zak Brown.

Il problema principale che sta vivendo Woking in questa fase è quello di non aver ancora definito quale sia la causa scatenante di un calo di performance così sensibile. Il continuo lavoro di rimodulazione dei brake duct potrebbe aver squilibrato la gestione dei flussi intorno e sotto l’auto facendo perdere le certezze trovate in galleria del vento.

McLaren Mcl36 – sospensione posteriore

Sempre a proposito si flussi, ma stavolta interni, anche il raffreddamento della power unit sta risultando difficile. Un fatto che però non mette sul banco degli imputati il reparto powertrais di Brixworth che ha lavorato per estremizzare la compattazione degli ingombri senza incorrere in aumenti fuori controllo della temperatura. Ed infatti, sia su Mercedes che su Williams, auto decisamente rastremate nella parte posteriore, non si è avuto nessuna difficoltà in tal senso.

Con un calendario così serrato che dopodomani porterà nuovamente le auto in pista per le prime libere del GP d’Arabia Saudita, è difficile che possa arrivare una risposa efficace. Come accadrà per altre compagini, dovrebbe essere Imola la gara nella quale arriverà un più sostanzioso – e si spera risolutivo – pacchetto di aggiornamenti. Al quale Norris e Ricciardo si appigliano per dare un concreta svolta ad una stagione iniziata malissimo.


F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto:F1, McLaren

Condividi
Pubblicato da
Diego Catalano