F1 – Utopia. Non luogo. Sembra strano ma qui a Jeddah non si sta vivendo l’evento come un weekend di gara, nonostante il tutto stia proseguendo come da programma.
Cessa il fuoco, letteralmente. Il sabato del GP di Arabia Saudita si è aperto con il comunicato congiunto tra FIA e F1 per confermare lo svolgimento dell’evento. La GPDA ha accettato di gareggiare, ma i toni dello statement finale lasciavano trasparire notevoli preoccupazioni e dubbi sulla sicurezza in tali circostanze. Alcuni piloti erano intenzionati a non correre e si dice che Hamilton, Russell, Alonso, Stroll e Gasly fossero i più convinti.
Nella conferenza stampa FIA riservata ai team principal della F1 non c’è stato spazio per le prove libere, le qualifiche o la gara. L’impatto mediatico del meeting dei piloti ha rubato la scena a tutto il resto, sollevando diverse questioni.
Alcuni membri della crew televisiva di Sky Germany, incluso Ralf Schumacher, hanno lasciato l’Arabia Saudita in mattinata, mentre i team principal hanno confermato che nessuno all’interno delle squadre ha deciso di abbandonare il Paese. E’ emerso che nel meeting le autorità saudite sono risultate convincenti, spiegando nel dettaglio in quale forma sarebbe stata implementata la sicurezza in pista e nella città.
Pochi i dettagli condivisi, ferme le posizioni di coloro che tengono le redini dello sport, ma non tarda a riaffiorare lo spettro delle 30 gare volute da Stefano Domenicali.
“Sarà sicuramente un punto su cui discutere” ha affermato Sainz nella conferenza stampa post-qualifica, in cui c’è stata anche la possibilità di spaziare tra l’attacco all’impianto Aramco e la sicurezza.
A tal proposito l’incidente di Mick Schumacher in Q2 è emblematico. La pista di Jeddah è pericolosa e i cambiamenti apportati alla pista sono ancora troppo pochi. La dinamica richiama, in una versione più violenta, l’impatto del rookie di Formula 2 Cem Bolukbasi, ritirato dal Gran Premio in mattinata. I piloti della Ferrari nella conferenza stampa post- qualifica hanno sottolineato come il feeling della pista saudita sia unico per un pilota, senza resistere alla tentazione di abbinare un’avversazione. “Mi piace la pista, ma…”
C’è ancora margine di miglioramento per renderla più sicura, c’è ancora modo di aggiustarla. Insomma, i piloti invocano in maniera blanda ma unanime ulteriori modifiche da apportare all’adrenalinico circuito cittadino, in attesa di archiviare un fine settimana pesante in cui l’avanzamento verso la gara è stato finora l’argomento più ignorato.
F1-Autore: Beatrice Zamuner – @beafunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari