F1 – Tra “Any” ad “All” c’è un abisso. Da “All” ad “Any” è passata l’assegnazione di un campionato del mondo che, beninteso, non viene contestata perché Max Verstappen è un legittimo iridato. Non intendiamo parlare di semantica in questa sede, lo chiariamo immediatamente, bensì di interpretazioni giuridiche di dettagli – che tali non sono – che hanno giocato un ruolo decisivo nello scorso dicembre quando, sotto Safety Car, Michael Masi consentì a Lando Norris, Fernando Alonso, Esteban Ocon, Charles Leclerc e Sebastian Vettel di sdoppiarsi lasciando, di converso, Daniel Ricciardo, Lance Stroll e Mick Schumacher al proprio posto.
La suddetta cinquina, è ormai risaputo e se n’é parlato forse anche più del dovuto, divideva il leader della gara, Lewis Hamilton, dal suo inseguitore, Max Verstappen che aveva approfittato, lecitamente, per fermarsi ai box montando gomme soft per gli ultimi istanti di un gara complicatasi per l’incidente di Nicholas Latifi che aveva determinato l’uscita della macchina di sicurezza.
L’operato di Masi non convinse, fu irrituale e anche le giustificazioni lette nei giorni successivi sapevano di arrampicate verticali su specchi inondati d’olio. La FIA, con il neoeletto presidente Mohammed Ben Sulayem, avviò immediatamente un’indagine interna dalla quale sono scaturite nuove procedure e nella quale è stata decretata la rimozione del dirigente australiano evidentemente reo di essere stato inefficace nelle gestione di un momento critico e delicato.
Ciò che ha prodotto la ristrutturazione voluta dal dirigente emiratino è nota, ne abbiamo ampiamente dato conto in diversi focus specifici. Ma, per evitare che un altro singolo possa abusare di quei margini di discrezionalità che il regolamento permetteva (non in quella determinata fattispecie, sia chiaro), ieri è stata effettuata un’ulteriore modifica della Carta di riferimento della F1 che, va sottolineato, era mal scritta nel capitolo “incriminato” e che di certo non ha aiutato Masi nel prendere una decisione i cui strascichi polemici tardano a sopirsi.
E’ giunta una modifica apparentemente blanda ma invero sostanziale. L’articolo 55.13, quello in cui si definiscono le procedure di sdoppiaggio sotto safety car, è stato riscritto: “Se il Direttore di Gara lo ritiene sicuro ed è stato inviato a tutti i concorrenti – utilizzando il sistema di messaggistica ufficiale – il messaggio <<le vetture doppiate possono adesso sorpassare>>, tutte le auto che sono state doppiate dal leader saranno tenute a superare questo e la Safety Car“.
Questa modifica normativa ha un solo significato: d’ora in poi non v’è la possibilità di giungere ad alcuna posizione ambigua. L’espressione “qualsiasi” era troppo ampia. Poteva essere quindi riferita a tutte le monoposto. Ma, interpretando in maniera irrituale e anti-consuetudinaria come ha fatto Masi, anche ad alcune delle stesse. D’ora in poi c’è un tagliola lessicale ben precisa che non presta il fianco ad interpretazioni soggettive. Questo, unito al fatto che non si potrà più fare pressione diretta sul direttore di gara, dovrebbe finalmente portare ad un processo decisionale cristallino, coerente e leggibile.
E’ evidente, in chiusura, che le norme precedenti non fossero così chiare. Quest’ulteriore precisazione va accolta con estremo favore. E non deve essere letta come una vittoria di questo soggetto o una sconfitta di quell’altro. E’ la F1 nella sua globalità che finalmente si dota di strumenti giuridici chiari e non cervellotici. Un ottimo viatico per abbattere quella fortificazione eretta su polemiche ed accuse reciproche che intossicano il clima introno a questo sport.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:F1, F1TV