F1 – L’inizio della stagione della Mercedes è ed è stato sorprendete. In ogni accezione del termine. In positivo perché, in Bahrain, è stato colto un podio del tutto inatteso condito dalla quarta posizione del (ri)debuttante George Russell. In negativo poiché la W13 ha offerto prestazioni assolutamente non in linea rispetto alle attese che si erano create dopo che, nella seconda tornata di test invernali, era giunta una versione profondamente rivisitata che aveva spaventato la concorrenza per le linee estreme.
Il modello “slim” non ha funzionato. Almeno fino a questo momento. Tra le cose che hanno destato scalpore c’è sicuramente l’involuzione osservata tra le prove catalane e quelle bahrenite. La vettura che era stata capace di chiudere con i migliori crono la sessione di Montmelò è precipitata in un burrone tecnico chiamato porpoising che i tecnici di Brackley non avevano previsto né, ad oggi, risolto. E lascia straniti registrare che scuderie con meno risorse, leggasi Alfa Romeo, nel giro di due settimane hanno affrontato la problematica fissandola in maniera definitiva. Cosa che ha permesso al redivivo Valtteri Bottas ed al novello Zhou Guanyu di ottenere un doppio piazzamento in zona punti al debutto stagionale.
Quanto perdurerà questo stato di cose? Per quanto tempo la W13 dovrà compromettere l’assetto ideale per aggirare il pompaggio aerodinamico perdendo preziosi decimi sul giro? E, soprattutto, il progetto è valido? Ossia recuperabile? La macchina può arrivare ad un alto livello prestazionale con correttivi non drastici? Sono queste le domande al momento inevase che agitano il mondo della Stella a Tre Punte.
A sentire i cervelloni inglesi la luce in fondo al tunnel esiste e non è nemmeno così lontana. Il direttore tecnico della Mercedes, James Allison, nel consueto video di debrief post gara, ha asserito che pensavano di essere in una situazione peggiore in termini di ritmo a causa dal porpoising che, udite udite, potrebbe essere annullato sin dalle prossime due – tre gare. Un fatto che va in direzione di quanto vi avevamo anticipato, ossia che Imola è il GP che i campioni del mondo in carica hanno sottolineato con l’evidenziatore per ritornare in cima.
I problemi che affliggono la W13 sono orami noti e comportano una serie di fastidiosi eventi correlati che ne limitano le prestazioni. Per cercare di approntare una vettura guidabile gli ingegneri devono agire sul setup andando ad alzare l’itero corpo auto. Cosa che si ottiene con un incremento della rigidità delle sospensioni. Questo stato di fatti si traduce in una immediata e sensibile perdita di carico aerodinamico generato dal fondo (maggior altezza) che, di conseguenza, ingenera ulteriori problemi di instabilità al posteriore, specialmente in trazione (irrigidimento delle sospensioni).
Ecco che la W13, nel confronto cronometrico con le più efficienti Ferrari F1-75 e Red Bull RB18, perde molto sia in frenata – quando i piloti devono staccare prima per evitare che la macchina si scomponga oltremodo a causa del saltellamenti da pompaggio – sia in accelerazione dove non riesce ad assecondare la potenza del V6 di Brixworth che resta incatenata in un sistema sospensivo settato su una durezza anomala per una vettura di F1. Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo al nostro focus specifico: leggi qui.
Proprio perché le cause delle difficoltà sono ormai note e comprese, in Mercedes si dicono convinti che questa fase possa essere definitivamente superata liberando il potenziale di una vettura dal concetto aerodinamico molto deviante rispetto alla media. Se finora si è operato per limitare i danni è giunto il momento di superarli. Risolvere il porpoising sarà vitale per il destino del campionato delle Frecce d’Argento.
Allison ha ammesso che, dopo l’introduzione del primo pacchetto di aggiornamento, sono rimasti piuttosto spiazzati dalla grande quantità di oscillazioni prodotte dalla vettura. Un fenomeno che in Mercedes hanno iniziato a a tenere sotto controllo ma a scapito delle prestazioni. A Brackley sanno che è in corso una vera e propria corsa contro il tempo. Nelle prossime settimane sono previsti miglioramenti che hanno un solo obiettivo: annullare il rimbalzo per lasciar sfogare le performance.
Allison crede che il progetto a “pance zero” sia valido e che ci sarà l’opportunità di ritornare, col le dovute correzioni, nella parte frontale della griglia. Quindi la W13 non è da buttare, né si contempla un ritorno alla configurazione aerodinamica vista a Barcellona. Il divario di sei decimi di secondo osservato durante le qualifiche del Bahrain è più piccolo di quanto si temeva dopo i test, segno che si sta andando nella direzione prevista. A guardare i dati, in effetti, la W13 non è una macchina che soffre in curva. Anzi, nei settori lenti riesce a tenere botta nel parallelo con Ferrari e Red Bull. E lo fa potendo contare su un assetto tutt’altro che ottimale.
Negli uffici tecnici della scuderia anglo-tedesca c’è consapevolezza che la W13 tornerà rapidamente ad essere un’auto competitiva, che possa addirittura essere in grado di lottare per i titoli. Nelle prossime due-tre gare il porpoising, con tutte le problematiche derivanti, dovrebbe trasformarsi in un brutto ricordo. Qualche indicazione interessante arriverà già da domani, quando scatteranno le prime libere del GP di Arabia Saudita. Il tracciato di Jeddah si contraddistingue per un asfalto più piatto. Cosa che potrebbe favorire un generale abbassamento della monoposto. Ciò sarebbe il primo viatico per ritrovare un livello prestazionale più congro ad un team che incamerato quindici titoli in otto stagioni.
Se al Corniche Street Circuit si opererà solo sugli assetti, è dall’Australia, o più realisticamente da Imola, che vedremo ulteriori update nella carrozzeria della Freccia d’Argento che, già domenica, potrebbe riutilizzare il fondo testato da Hamilton venerdì scorso e subito messo da parte. Ma non definitivamente bocciato. Mercedes è un cantiere aperto e dalla velocità di reazione ad una situazioni complessa passa il futuro di una stagione che lo staff tecnico non vuole già considerare di transizione.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto:F1, Mercedes AMG F1
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Certo certo...Peccato solo che gli ultimi motori fossero tutti mb...ma sicuramente avevano tutti gli stessi problemi di mb...
Ottimo articolo, ma nell'immagine di apertura la macchina è quella di Hamilton, non di Russell.