F1. In un clima surreale e di tensione nel quale si trovano gli addetti ai lavori a Jeddah, il lavoro in pista continua. A conferma della forza del progetto F1-75, ancora una volta chiude davanti a tutti Charles Leclerc. Due Red Bull e due Ferrari nelle prime quattro posizioni. La battaglia si preannuncia serrata. Incominciamo l’analisi parlando di pneumatici. La Pirelli in Arabia Saudita ha deciso di portare le mescole C2, C3 e la C4.
Tra questi, l’ultimo compound è piuttosto morbido e la struttura è meno solida, fattore per il quale durante le fasi di utilizzo potrebbe fornire una fiducia minore per via della sua maggior deformazione. Alcuni piloti, quindi, potrebbero quindi trovarsi meglio con il compound a banda gialla. Un qualcosa che abbiamo già visto la scorsa annata.
Analizzando l’ideal lap, emerge che il distacco effettivo tra Charles e Max è di solo 1 decimo e non 2 come si nota facilmente guardando la classifica. Ricordiamo che il giro ideale si ottiene sommando i tre migliori settori per ogni pilota. Tale elemento, conferma che le due vetture sono davvero molto vicine.
Come da pronostici, la monoposto modenese ha cominciato fin da subito a comportarsi bene sulle circuito di Jeddah. Buona trazione unita ad ottimi livelli di potenza della power unit che forniscono un buon mix per ottenere riscontri eccellenti a livello cronometrico. Oltre alle caratteristiche presente in esame, la vettura di Maranello può godere di un ottimo inserimento nelle curve veloci. Segno di un anteriore molto stabile che lavora bene con il resto dell’auto.
Elemento decisivo per mantenere il retrotreno stabile e ripartire sulle gomme dell’asse posteriore il corretto grip laterale e longitudinale. Tutto ciò rende la F1-75 molto rapida nel settore iniziale. Tuttavia, durante il briefing serale gli ingeneri in rosso si concentreranno nel trovare quel decimo che viene perso durante settore centrale rispetto a Red Bull.
Tanto lavoro al simulatore potrà aiutare in questo aspetto. Ricordiamo inoltre che la gestione del traffico in pista sarà fondamentale. Quest’oggi infatti, la tornata di Leclerc è frutto del timing corretto adottato dalla squadra che lo ha messo in pista in una posizione favorevole.
Detto ciò, in casa Ferrari hanno preservato ancora diversi cavalli in vista di domani. Osservando la telemetria rileviamo come sulle rette il V6 italiano risulti ancora “depotenziato”. Il grafico a seguire mette in luce il distacco nei vari settori su Charles Leclerc. Il bilanciamento della RB18 sembra buono. La vettura austriaca riesce a fornire a Max quella fiducia necessaria per spingere nel circuito cittadino di Jeddah.
Oltre alla velocità di punta, però, soprattutto la trazione nei confronti della Ferrari è risultata minore. A conferma, osservando la telemetria e i micro settori, notiamo proprio che la Red Bull perde terreno durante la fase di accelerazione in uscita da curva 2.
Il team di Milton Keynes dovrà lavorare molto per capire meglio questa parte del tracciato e trovare una soluzione attraverso il set-up. A tal proposito sarà molto importante “ritagliare” un assetto attorno a questa curva, elemento chiave per estrarre una buona performance dal primo settore.
In senso generale la RB18 ha mostrato buon handling incoraggiante oltre una buona stabilità nelle sezioni miste molto veloci. Qui, la monoposto blu racing sembra trovarsi a suo agio, ostentando un comportamento assai deciso. Gli elementi sospensivi mediamente più rigidi sull’anteriore (leggi qui l’analisi tecnica) trovano una posizione più ribassata. Nonostante questo, la F1 italiana sembra godere lo stesso di un piccolo vantaggio nei cambi di direzione più pesanti, che per l’appunto non sono molto presenti su questo tracciato. Infatti la maggior parte delle curve sono ad ampio raggio con raccordi piuttosto morbidi.
Discorso ancora una volta diverso per il lato box di Perez, che nelle discussioni con il suo ingegnere si è lamentato di non riuscire a trovare grip, specialmente al posteriore. In aggiunta, il messicano ha confessato di non sapere bene in che direzione portare la squadra. Grande lavoro in vista per Checo, nel tentativo di fornire le info necessarie per migliorare il rendimento della numero 8.
In Mercedes sono arrivati a Jeddah con un corposo programma di comparazione di assetti, con l’intento di riuscire a trovare il setup capace di ricucire il gap dai primi. Durante le prime due sessioni di prove libere, abbiamo osservato alcuni test comparativi tra le due versioni di ala posteriore (clicca qui per l’approfondimento tecnico).
In pratica hanno tirato via dal bordo d’uscita dell’ala quell’elemento che in gergo prende il nome di Gurney Flap. Un piccolo “spessore” in grado di aumentare il carico verticale. Tale elemento è scomparso nella speranza di recuperare qualche km/h sul dritto. Ciononostante, il team di Brackley non può abbassare troppo il carico prodotto dall’ala al retrotreno, in quanto molto utile nella generazione della giusta spinta verticale sulla W13.
A differenza delle altre squadre di F1, infatti, provviste di specifiche al posteriore più scariche grazie alla downforce generata dal fondo, in Mercedes con il grosso problema del bouncing sono costretti ad modificare l’altezza da terra. Elemento che, ovviamente, porta ad una minor generazione di carico da parte del diffusore.
Tuttavia, osservando il grafico telemetrico a seguire, gran parte del gap alla fine dei rettilinei si sviluppa per via di una carente trazione in uscita dalle curve. Un peggior spunto preclude ai giri di ottenere una buona velocità di punta alla conclusione dei dritti.
Oltre a questo, la squadra tedesca sta ancora cercando di far chiarezza sull’utilizzo degli pneumatici. Dal box hanno avvertito Lewis di incrementare la gestione dei compound durante la percorrenza di curva 22. In questo tratto le temperature tendono a salire rapidamente. Il principale problema, una volta raggiunto l’overheating, consiste nel riportate gli pneumatici nella giusta finestra di funzionamento, malgrado le nuove Pirelli sembrano sopportare decisamente meglio questo fenomeno rispetto al passato senza perdere un’eccessiva performance.
Passando alle prove high fuel, problemi di Leclerc a parte che hanno costretto il monegasco a terminare la seconda sessione anzitempo, Ferrari conferma la voglia di nascondersi. Una prova di forza non da poco, in quanto consapevoli della loro competitività. Per quanto riguarda gli altri due top team, entrambi hanno utilizzato la gomma media per effettuare la simulazione a pieno carico.
Spicca notevolmente il ritmo di Verstappen, quattro decimi migliore es paragonato a quello del compagno di squadra. Ovviamente più arretrate le due frecce d’argento, con Russell leggermente più in ritardo rispetto ad Hamilton.
Congetturando sulla gara di domenica, si è ipotizzato che potrebbe esserci un solo pit stop. Anche se pensando a quanto visto in Bahrain, nonostante l’abrasività superiore dell’asfalto di Sakhir, gli sforzi longitudinali più contenuti e le fasi di trazione e frenata piuttosto bassi ‘opzione non sembra poi cosi reale…
Foto: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing – Mercedes AMG F1 Team