Formula 1

Ferrari non vuole cadere ancora nel tranello Mercedes

F1 – Il rimpallo è l’attività di corredo più in voga nei test invernali. Da sempre. Non si tratta di un semplice occupazione dilettosa, quella di rimandare la pressione nel campo dell’avversario per spogliarsi delle vesti del favorito è una vera e propria arte. Gli uomini della Mercedes sono dei cattedratici della materia dato che, ogni anno, di questi tempi, li potete sentire intonare una sorta di De Profundis, una litania nella quale cantano dei loro problemi (presunti) esaltando le altrui virtù.

Il 2022 non poteva sfuggire a questa consuetudine. Il primo a dolersi – e chi sennò – è stato Toto Wolff quando ha detto che la power unit Ferrari è al momento la migliore del lotto per prestazioni e potenza disponibile. Come avrà calcolato la cavalleria del V6 turbo-ibrido della concorrenza non è dato sapere. Al gran boss dei “ritornati grigi” si è unito, in questo dolente canto, Lewis Hamilton. “La Ferrari potrebbe trovarsi diversi mesi avanti” ha pacatamente sottolineato il sette volte iridato che dopo due mesi di silenzio ha ritrovato l’ars oratoria.

Lewis Hamilton e George Russell (Mercedes AMG F1) alla presentazione della W13

Se proprio vogliamo fare gli avvocati del diavolo, Lewis non ha poi tutti i torti. Mercedes e Red Bull se le sono letteralmente suonate fino all’ultima curva dell’atto finale della stagione. Gli sforzi si sono quindi concentrati sulle vetture pensionate dai nuovi regolamenti. Nel frattempo Ferrari, il team individuato come quello favorito dall’ambiente della Stella a Tre Punte, aveva bloccato gli sviluppi da un pezzo potendo porre tutte le sue attenzioni sulla F1-75 che a Barcellona ha ottimamente figurato.

Non finisce qui. Maranello, in virtù delle nuove norme tecniche che hanno introdotto un balance of performance camuffato, ha potuto contare su molte più ore di galleria del vento e di CFD rispetto al duo Mercedes Red Bull. Un vantaggio innegabile che, è comprensibile, può provocare qualche genere di fastidio a chi lo subisce. Ma come si dice: dura lex sed lex.

La Ferrari F1-75 dotata dei classici sensori per la registrazione della pressione dei flussi

Il grande occhio di Brackley è dunque caduto sulla Rossa che al Montmelò ha dimostrato una certa attitudine a trovare il tempo con relativa facilità. La F1-75 è sembrata sin da subito una macchina non complessa da guidare, sensibile alle modifiche d’assetto, quindi reattiva, e gentile con gli pneumatici di nuova generazione. Nei run più lunghi, difatti, si è riscontrata una naturale predisposizione a non stressare i compound. Elemento che evidentemente è stato notato da chi ha l’occhio fino.

Da qui la canea di commenti positivi ai quali è seguita l’investitura. Che dalle parti di Modena, nel contro-rimpallo al rimpallo inziale, hanno gentilmente declinato. A farlo è stato direttamente Mattia Binotto, un tipo tranquillo e riflessivo che ha le antenne ben drizzate. E che è sempre memore delle lezioni della storia: “Sono abbastanza sicuro che saranno due o tre mesi avanti a noi quando saremo in Bahrain. Penso che oggi sia molto difficile giudicare le prestazioni e la relativa competitività tra le squadre“.

Mattia Binotto, Scuderia Ferrari

In Ferrari non hanno tempo per il gossip da test invernale. Il loro obiettivo, nella prima seduta di prove ufficiali, era raccogliere dati. Operazione perfettamente riuscita visto che Charles Leclerc e Carlos Sainz sono i piloti che hanno accumulato il maggior numero di giri. Elementi ed esperienza di guida che saranno correlati nella fabbrica di Maranello prima di ritornare in pista per la seconda sessione di prove prestagionali.

Binotto, nel parlare del lavoro svolto la settimana scorsa, ha poi aggiunto che in giro per il paddock corre voce che sia Red Bull che Mercedes possano presentarsi in Bahrain con importanti modifiche aerodinamiche. Ulteriore motivazione per la quale volare bassi e non cadere nel giochino di chi mette la Ferrari sul trono della competitività. Il team principal sa bene che il suo team partiva da uno svantaggio cronometrico evidente nei riguardi dei due competitor più credibili.

Ecco perché si ritiene che il vero obiettivo stagionale per la scuderia del Cavallino Rampante sia quello di colmare quanto più possibile un deficit che, in gara, ha talvolta toccato il secondo al giro. Binotto, in questo inverno ormai morente, ha più volte lasciato intendere che la premura del gruppo rosso è quella di ritornare sul gradino più alto del podio in diverse occasioni ma che il titolo è ancora un target non alla portata.

La Ferrari F1-75 in azione durante i test invernali di Barcellona

Anche queste potrebbero essere considerazioni di chi fa pretattica e gioca al rimbalzo pressorio. Ma la sensazione è che l’ingegnere nativo di Losanna sia sincero nelle sue argomentazioni. Per ora si gode una vettura che sembra essere nata bene e che ha bisogno di necessari sviluppi peraltro ampiamente calendarizzati. Gli stessi che sono stati messi in cantiere dalla Mercedes e dalla Red Bull che potrebbero dare un bella ripassata estetica alle rispettive auto.

In Ferrari non vogliono lascarsi trasportare da una guerra verbale oggettivamente sterile e controproducente. Già in passato il tranello della Mercedes era riuscito: dopo test apparentemente problematici, la vettura di Brackley, quando il cronometro contava davvero, si era dimostrata una schiacciasassi implacabile. Ovviamente il team italiano spera che la storia non si ripeta, ma di certo non si lascia “fregare” ancora una volta.


F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1

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Diego Catalano