F1 – Ospite di lusso di Marco Santini e Beatrice Zamuner nella video-rubrica settimanale Spit Stop in onda sui canali social di FormulaUnoAnalisiTecnica. Leo Turrini, decano dei giornalisti del motorsport, si è espresso sul campionato che sta per iniziare, sul ruolo della Ferrari nella F1, sul suo perso – e forse ritrovato – peso politico e su altre questioni che investono lo sport che amiamo e che raccontiamo. Ecco la prima parte dell’intervento del cronista sassolese.
Le prime osservazioni – e non poteva essere altrimenti – sono relative all’attualità. Ossia ai test invernali che hanno visto una Ferrari comportarsi molto bene tanto da essere ritenuta da Lewis Hamilton la favorita nella corsa all’iride. Un punto di vista, quello del britannico, che potrebbe avere il gusto della pretattica ma che non può celare una Rossa apparsa su ottimi livelli di competitività sia a Barcellona che in Bahrain. In questo contesto, la F1-75 può essere della partita per la vittoria del GP inaugurale?
“Lewis è un fenomeno, i suoi numeri sono straordinari – ha esordito Turrini – Devo anche dire che è un grandissimo furbacchione. Una volta dice che è davanti Red Bull, un’altra che devono sistemare la macchina. Non credo che sia sincero, prendo le sue valutazioni con le pinze”.
“Sulla Ferrari possiamo dire che hanno avuto, sia a Barcellona che a Sakhir, delle risposte in linea con i dati teorici emersi della galleria del vento. Da qui a capire quale sia il livello rispetto a Mercedes e Red Bull ce ne passa. Bisogna andarci cauti perché nei test quasi tutti fanno il ballo in maschera. Non sono noti i livelli di carico”.
“Ho trovato molto sensata una dichiarazione di Sainz che, rispondendo alle valutazioni di Russell sulla Rossa, ha detto che si è già adattato al mondo Mercedes perché dai dati GPS abbiamo visto altro rispetto all’idea che la W13 sia in crisi. Ci vuole prudenza che deve essere accompagnata da fiducia perché alcuni elementi sono oggettivamente positivi.
Mancano pochi giorni al GP del Bahrain che apre la stagione. Non potevano mancare le rituali sulla gara che si correrà domenica: “Se faccio parlare il cuore – ha riferito un onesto Turrini – dico che a Sakhin non mi accontento del secondo posto della Ferrari. Se faccio il mio mestiere debbo essere realista e non posso dimenticare che alla fine del 2021, non di rado, Mercedes doppiava al Ferrari. Immaginare che solo in virtù del cambio regolamentare la Ferrari vada davanti è difficile. Una storia così non l’ho mai vista. Può succedere se hai lavorato bene. Ma te la puoi giocare. Il caso Brawn Gp è unico. Negli ultimi due anni la differenza tra Ferrari e Mercedes era elevatissima.
“Sarebbe ottimo se la differenza in qualifica tra Sainz-Leclerc e Red Bull fosse di due tre decimi – non dico in favore di chi – e se la domenica sei attaccato o addirittura davanti. Questo è un campionato in cui gli sviluppi conteranno moltissimo. Non credo che quello che vedremo domenica sarà definitivo. Se ci fosse equilibrio nella prima gara dipenderà come i team saranno in grado di sviluppare il loro prodotto nell’arco della stagione“.
Un accenno, in chiusura di questa prima parte di intervista, anche su Drive To Survive, la controversa serie Netflix che racconta la F1 in maniera più romanzata che oggettiva: “L’avevo visto nel 2020, la nuova inizierò a guardarla a breve. So che Verstappen si è rifiutato di partecipare e potrebbe togliere qualcosa allo show perché il 2021 è stato vissuto fino all’ultima gara su Max e Lewis. A Netflix sono bravissimi, hanno capacità di creare prodotti cercando di portare lo spettatore nel cuore di un modo. Ma è sempre una questione di gusti.
“Netflix ha l’esigenza di non porsi ad una platea di appassionati. Ecco che la deve spettacolarizzare per arrivare a più gente possibile. Cercano di rivolgersi alla platea più ampia possibile. Se iniziano a parlare degli specchietti della Mercedes interesserebbe a pochi. Devono fare una cosa che possa interessare anche al pubblico non iper-specializzato. Se uno vede Drive To Survive pensando che sia un documentario si sbaglia. Dobbiamo partire dal presupposto che sia uno show e non una testimonianza autentica”.
Questa la prima parte delle annotazioni fatte da Turrini al nostro sito. A breve potrete leggere le osservazioni sul mondo della politica del motorsport e quale ruolo la Ferrari ha giocato e gioca in esso. Vi rimandiamo al prossimo focus.
Ecco il video completo della trasmissione Pit Stop con ospite Leo Turrini.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1