F1 – L’introduzione del budget cap ha cambiato la Formula Uno più di quanto si possa immaginare. Più di quanto effettivamente la facciata dica. Il vincolo di spesa imposto dal regolamento spinge le squadre ad avere comportamenti più oculati non solo nella ricerca e nello sviluppo delle vetture o nella gestione delle attività globali necessarie a fare funzionare una data realtà, ma anche nella produzione di parti di ricambio da tenere pronte per le necessità che via via si presentano.
L’incidente che Mick Schumacher ha avuto durante le qualifiche del Gran Premio di Arabia Saudita sono costate molto non solo al pilota ma anche alla Haas. Un prezzo intangibile dato dalla mancata partecipazione alla gara con conseguente impossibilità di racimolare potenziali punti; costi effettivi per quanto concerne le spese necessarie a ricostruire una vettura andata distrutta in maniera irrecuperabile in molte parti. Da stime approssimative il danno ammonterebbe a circa un milione di dollari. Una cifra mostruosa se si pensa che 145 milioni devono bastare per un anno intero.
La trasferta oceanica non ha di certo aiutato la compagine faentina che, impacchettate le attrezzature dopo l’ottimo GP disputato da Kevin Magnussen, l’ennesimo di questo 2022, è volata direttamente a Melbourne. Dall’Italia non sono arrivati pezzi sufficienti per allestire una nuova auto e quindi il team italo-americano sarà costretto ad affrontare l’appuntamento dell’Albert Park con solo due esemplari di vettura.
Una scelta dettata anche dagli sviluppi in cantiere che avrebbero reso obsolete delle parti aerodinamiche costruire, a questo punto, per disputare poche gare. Uno spreco inutile quado la scure della spending review pende sulle teste dei dirigenti.
Necessità che incontrano l’opportunità. Gunther Steiner, team principal della Haas, ha ammesso con onestà che le parti di ricambio mancano: “Non abbiamo abbondanza di pezzi. Quindi abbiamo rispedito la monoposto in Europa in modo da averla pronta per Imola“. Una macchina che ha dovuto fare il giro del mondo visto che, per formalità doganali, ha viaggiato fino all’Australia col resto del materiale per poi ripartire alla volta di Faenza. Costi logistici che si assommano ai costi di riparazioni. Monoposto che, tra l’altro, è ancora “in cammino” mentre questo articolo viene confezionato.
Ovviamente questa situazione potrebbe condizionare i due conducenti ai quali non sarà chiesto di alzare il piede sottoperformando. Siamo in F1, ossia nella massima espressione del motorsport, e pretendere che si guidi col bilancino è pura utopia. I piloti sono per natura competitivi e non intendono mordere il freno laddove non è necessario. Chiaramente sia Schumacher che Magnussen sono ben consapevoli che un botto anche di entità lieve potrebbe determinare conseguenze ben più serie che possono addirittura portare alla non partenza nella gara domenicale.
Il nuovo layout di Melbourne non aiuta in tal senso. I muretti restano vicini, la velocità media di percorrenza aumenterà per tutta la serie di modifiche operate al tracciato. Inutile negare che alla scuderia di Gene Haas servirà anche un pizzico di fortuna per tenersi lontano da situazioni potenzialmente problematiche.
Sarà quindi doveroso approcciarsi alla pista con più rispetto e con la consapevolezza che un azzardo non ben ponderato possa amplificare i problemi. Una situazione non auspicabile visto che la VF-22 è una monoposto nata particolarmente bene che può, come successo a Jeddah, approfittare delle difficoltà altrui per mettere altri preziosi punti in carniere.
F1-Autore: Diego Catalano– @diegocat1977
Foto: F1, Haas