L’avvio della stagione di F1 2022, animata da un duello fuori pronostico, ritorna nel prossimo weekend in una delle location di culto per i fan: l’Australia. La sensazione che fosse dannatamente impossibile assisterea un film che ormai abbiamo imparato a memoria negli ultimi otto anni di dominio Mercedes, è stata spazzata via da una Ferrari rinvigorita oltre ogni aspettativa e dalla profonda crisi della stella a tre punte.
L’attuale stato di forma delle frecce d’argento, obbliga inevitabilmente l’epta campione del mondo a recitare l’inconsueto ruolo di comparsa, in quella che nei desideri del fenomeno di Stevenage doveva essere la stagione della rivalsa anche verso il sistema F1 reo di averlo defraudato del titolo mondiale nel controverso finale della scorsa stagione.
Ma possiamo considerare Lewis davvero fuori dai giochi per la lotta al titolo? Per fornire una risposta realistica a questo interrogativo è necessario considerare molti fattori. Il sette volte campione del mondo, nella sua lunga carriera, ha dimostrato di saper massimizzare il valore di monoposto competitive, riuscendo a portare alla vittoria, in singole gare, anche progetti inferiori alla concorrenza come nel caso della McLaren MP-24 del 2009.
La conquista dei sette allori iridati, da parte del campione britannico, è stata tuttavia supportata da progetti tecnici paritetici e, in diverse stagioni, superiori alla concorrenza (e non di poco). In sostanza, come quasi sempre accaduto nella storia della Formula 1, il titolo piloti lo si vince con la monoposto di riferimento dello schieramento, condizione assai diversa rispetto alle prestazioni offerte dalla Mercedes nei primi due round della stagione.
Da un punto di vista squisitamente tecnico, la W13 appare un progetto tanto avveniristico quanto complesso da ottimizzare a breve termine, al punto che il team capitanato da Toto Wolff, secondo alcune indiscrezioni, stia seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di sviluppare l’attuale monoposto in funzione della prossima stagione
Tutto vero, ma è necessario considerare altri fattori. Il pilota anglo-caraibico ha dimostrato una certa attitudine a vestire i panni dell’inseguitore, come ad esempio nel biennio 2017/2018, confermata, anche se con esito avverso, nel finale della scorsa stagione. L’esperienza maturata in pista lo rende conscio che la prima parte di questa stagione dovrà essere gestita, giocoforza, massimizzando il risultato finale, come ha egregiamente dimostrato in Bahrein e in terra araba, dove lo sfortunato ingresso della safety car con conseguente chiusura della pitlane ha vanificato sicuro un piazzamento in top six.
Altro fattore che non esclude Lewis dalla lotta al titolo è il numero extralarge di round del mondiale 2022, che offre evidenti opportunità a chi avrà una costanza di risultati nell’arco delle 23 gare della stagione. Non ultima l’incognita affidabilità complessiva della monoposto, unica nota lieta di questo stentato inizio di stazione del team anglo-tedesco.
Per assurdo questa stagione potrebbe essere una grande opportunità per Lewis, in grado di rendere evidente la sua unicità, troppo spesso messo in discussione in relazione alla qualità delle monoposto che gli sono state affidate. Nel curriculum di Re Lewis manca l’annata che non resta nell’albo d’oro, ma che dimostri inequivocabilmente chi è il migliore in pista nonostante il mezzo e non grazie al mezzo.
Per intenderci nella galleria di Hamilton mancano i capolavori senza gloria come la stagione 2012 di Fernando Alonso, il triennio 1996-1998 di Michael Schumacher o l’incredibile 1993 di Ayrton Senna. Annate senza lieto fine ma che hanno avuto il merito di dimostrare chiaramente che i fuoriclasse possono sempre fare la differenza attraverso gesta impresse nell’immaginario collettivo e che i record non sono l’unico metro di valutazione del talento.
E’ inutile girarci intorno, le vittorie hanno un peso specifico, e se in questa stagione Lewis riuscirà almeno a rimanere in lizza per il titolo fino ai round finali, la sua immagine e la considerazione della comunità sportiva né uscirà enormemente rafforzata.
Foto: McLaren –