Formula 1

F1 2022: long-run lunghi come un GP la nuova variabile strategica

F1. Uno dei temi più caldi emersi alla conclusione della tappa dell’Albert Park Circuit, vinta dalla Ferrari di Charles Leclerc al secondo successo stagionale, è stata la strategia che ha adottato la Williams con Alexander Albon. L’anglo-tailandese ha effettuato il pit stop all’ultimo giro della corsa, completando un long-run di ben 56 giri con le mescole hard C2. Un dato che ha messo in luce il fatto che sia possibile percorrere l’intera distanza di un gran premio con la medesima specifica di pneumatici.

Chiaramente per completare un distanza simile vanno considerati svariati fattori: mescole portate dalla Pirelli per l’evento in programma, tipologia di asfaltatura del tracciato, layout del tracciato, temperature dell’asfalto in gara, assetto meccanico della vettura e la configurazione aerodinamica adottata.

Tuttavia se è vero che le mescole medium hanno avuto un repentino degrado causato anche dal graining, soprattutto sulle Red Bull e sulle Alpine che erano le vetture con il set-up aerodinamico più scarico e conseguentemente con meno grip meccanico appena si manifestava il graining, il fatto che la Williams abbia svolto un long-run così lungo sarà oggetto di analisi strategica per le altre scuderie in vista dei prossimi appuntamenti.

George Russell, Mercedes AMG F1, impegnato nelle qualifiche del Gp d’Australia 2022

Con la nuova generazione delle F1 2022 la Pirelli ha portato al debutto le coperture con cerchioni da 18″, una tipologia di pneumatico progettata quasi da un foglio bianco. Le dimensioni maggiorate del gruppo pneumatico-cerchione ha portato un aumento di peso di 6 chilogrammi all’avantreno e di 8 al retrotreno. Oltre all’incremento del peso su ambedue gli assi della vettura, le nuove coperture hanno modificato il comportamento dinamico della monoposto. Questo significa che è variato l’ammortizzamento della vettura stessa e la fase di messa appunto richiede un nuovo approccio per quanto concerne la calibrazione degli elementi sospensivi.

Con i cerchioni da 18″ varia anche la gestione termica, ovvero come il pneumatico entra nella corretta finestra di utilizzo in termini di temperature. Nelle qualifiche di Melbourne si è denotato come ad esempio la Ferrari con Leclerc abbia adottato la strategia del doppio giro di riscaldamento, mentre la Red Bull con Verstappen e Perez ne ha svolto uno solo cercando subito il time-attack.

Una scelta non molto redditizia, dato che la RB18 soffre sotto questo aspetto il che si traduce in un sottosterzo inserimento curva e in un sovrasterzo in trazione dato che il trasferimento di carico non è ottimale dato la carenza di grip meccanico dovuto a gomme fuori dal corretto working range.

Le Pirelli da 18″ delle F1 2022 hanno una spalla ridotta con fianchi ribassati rispetto a quelle da 13″. Questo ha ripercussioni positive sulle mescole, dato che vengono prodotte meno sollecitazioni e flessioni sugli pneumatici e conseguentemente la carcassa subisce meno vibrazioni scaldandosi in misura minore. Temperature ridotte della camera d’aria comportano una dissipazione del calore minore del battistrada, il che consente ai compound di aumentare la propria durata nell’arco della gara dato che la resa termica è più costante e la gestione delle gomme è semplificata.

Carlos Sainz alla guida della Ferrari all’Albert Park Circuit, sede del GP d’Australia 2022

Tuttavia non è detto che la strategia della Williams con Albon a Melbourne possa essere replicabile ad ogni appuntamento. Oltre ai fattori sopracitati, va considerato un altro parametro tecnico cruciale sotto questo punto di vista: la rimodulazione delle termocoperte. Da quest’anno, la temperatura delle termocoperte è di 70° su ambedue gli assi, mentre sino all’annata antecedente era di 100° all’anteriore e di 80° al posteriore.

Una differenza di 30° in meno all’avantreno e di 10° in meno al posteriore. Numeri che hanno rappresentato un ulteriore sfida per le scuderie sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista strategico. Per quanto concerne il lato tecnico, la diminuzione della temperatura delle termocoperte ha fatto emergere criticità nella ricerca della corretta finestra di utilizzo di ogni compound, tanto da variare le modalità di riscaldamento in pista soprattutto in qualifica per il time-attack.

Dal punto di vista strategico, questo fattore penalizza l’undercut, dato che con con mescole più fredde ci vuole maggior tempo per innescare il corretto working range e conseguentemente il giro di uscita dai box è più problematico.

L’esempio di questa criticità è stato il rientro in pista di Lewis Hamilton nel corso del GP Bahrain, tappa inaugurale della stagione F1 2022. Il britannico della Mercedes è passato dalle soft alle hard e sin dalla prima curva non aveva minimamente grip meccanico, tanto da mancare il punto di corda a una velocità di 80 km/h. Questo perché gli pneumatici erano troppo freddi, con uno spiccato sottosterzo in ingresso curva e sovrasterzo in uscita per la precaria aderenza.

La F1 2022 sta regalando spettacolo e il fatto che si possa percorrere la distanza di un gran premio con lo stesso set di pneumatici sarà un ulteriore variabile strategica per aggiungere imprevedibilità agli appuntamenti futuri dell’annata mozzafiato che stiamo vivendo.


F1-Autore: Dennis Ciracì@dennycira

Foto: Mercedes AMG F1 – Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Dennis Ciracì