Formula 1

Ferrari e una RB18 capricciosa costringono Verstappen a strafare

F1 – Dopo l’epilogo del Mondiale 2021 che possiamo considerare tutt’altro che sfortunato, Max Verstappen immaginava e sperava un avvio di stagione molto diverso da quello avuto. La vittoria a Jeddah è, nell’economia complessiva, un brodino. Acqua che non disseta per un pilota ambizioso che punta al bis iridato ma che deve fare i conti con una vettura dal buon potenziale che però sta faticando maledettamente in termini di affidabilità. E non solo.

Ecco che il driver di Hasslet, in virtù dei due ritiri di Sakhir e di Melbourne, si trova senso in classifica alle spalle di Sainz, di Perez (e questo già suona clamoroso) e del duo Mercedes che proprio dei guai della Red Bull RB18 ha goduto non poco. A far scalpore è la distanza dal battistrada Charles Leclerc: sono ben 56 le lunghezze di ritardo dal ferrista che in soli tre gran premi ha doppiato quasi due volte l’olandese.

Max Verstappen dubito dopo il ritiro nel Gp d’Australia 2022

E’ chiaro che quando ci si trova a dover recuperare sale un minimo di ansia da performance. Il gap che si riscontra in questa fase albeggiante delle stagione non è solo sui punteggi, è anche tecnico. La vettura di “sua genialità” Adrian Newey è in sovrappeso. Condizione che la rende difficile da guidare nei cambi di direzione. Una cosa che Max sta soffrendo. E’ successo a Jeddah, in qualifica, è ricapitato in Australia nel terzo settore, con quella sinistra-destra di Curva 9-10 rimasta sempre abbastanza indigesta al campione del mondo in carica.

In linea complessiva non stiamo osservando, specie in qualifica, il miglior driving possibile da parte del talentuosissimo pilota. Alla fine il tempo esce, ma ci si arriva faticando non poco. Auto di nuova generazione, pneumatici a spalla ridotta, vettura pesante e poco reattiva e una Ferrari a scappar via creano il contesto che non sta mettendo Verstappen nelle migliori condizioni operative.

Red Bull RB18, Gp Australia 2022

Helmut Marko, uno che Max lo conosce bene avendolo visto muovere i primi assi sportivi (e non solo), non ha risparmiato critiche al suo pupillo. Non appunti distruttivi, ma osservazioni probabilmente atte a spronare il 24enne campione in carica. “Va oltre il limite, vuole troppo. Non ha funzionato in Australia nell’ultimo settore” ha riferito l’ex pilota austriaco. Questo il motivo per il quale Max sarebbe a quota zero pole position mentre Perez ne ha ottenuta una, in Arabia Saudita. Laddove, in effetti, il messicano ha costruito il miglior giro realizzando un T1 pulitissimo nel quale Verstappen ha pasticciato sin dal primo turno di libere.

Già nel 2021 era emersa la questione relativa alla foga del figlio d’arte. Si riteneva che la vittoria del titolo avesse dato maggiore serenità al conducente. E invece siamo al punto di partenza: “Pensavamo che con il titolo di campione ci sarebbe stata un po’ più di tranquillità da parte sua, ma probabilmente ha bisogno di un altro campionato per evitare di entrare in pista con così tanta pressione“. Il mondiale di F1 come medicina contro lo stress insomma.

Helmut Marko, consulente e detentore dei contratti dei piloti Red Bull

Dal canto suo Max allontana “le accuse” (che tali non sono, beninteso) e indica nella RB18 la causa della sua insofferenza. “La macchina non andava bene – ha riferito il n°1 dopo le qualifiche del Gp d’Australia – Non mi sono sentito molto a mio agio durante tutto il weekend. Non credo che ci sia stato un solo giro in cui mi sentissi davvero sicuro, quindi ho dovuto lottare un po’ con la monoposto. Cercheremo di analizzare come raggiungere il limite“.

Ad essere sul banco d’accusa il setup o piuttosto le difficoltà a definire quello più corretto ed efficace. “In termini di velocità – ha riferito il “leone” olandese dopo la sfortunata gara – non andava proprio bene e bisogna aggiungere anche l’usura delle gomme che ci darà molto lavoro da fare“.

Maneggevolezza che potrebbe migliorare non appena arriverà il pacchetto di update che dovrà far dimagrire la RB18. Resta però il grande dilemma dell’affidabilità che sta colpendo la componentistica del V6 HRC. Problemi sempre nuovi che stanno agitando le notti del reparto powertrains di Milton Keynes che si affida alla capacità di reazione di Honda F1 convocata a dare immediate risposte ad un momento molto difficile che rischia di compromettere l’intero campionato.


F1-Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano