F1 – L’arte dell’arrangiarsi. E di capitalizzare ogni occasione che la pista presenta. A guardare la classifica piloti e quella costruttori non ci sarebbe da crederci nel trovare George Russell in seconda piazza e la Mercedes davanti alla Red Bull. Una vettura, la W13, afflitta da così tanti problemi ma che ha una dote alla quale in questo momento gli uomini in griglio si stanno appigliando: un’affidabilità da panzer tedesco.
Da questa bisogna ripartire per cercare di imprimere un cambio di passo ad una stagione di F1 sbilenca nelle quale sono comunque arrivati due inattesi podi, uno con Hamilton in Bahrain, l’altro con Russell oggi. Traguardi frutto soprattutto delle difficoltà altrui, leggasi Red Bull, che su sei arrivi potenziali ne marca solo la metà. I due ritiri di Verstappen e quello di Perez a Sakhir si incastrano in una serie di problemi alla componentistica ausiliaria del propulsore che, orfano della gestione totale Honda, sta soffrendo dopo un 2021 titanico.
Chi sta incamerando punti con grande regolarità è George Russell che oggi è stato bravo e fortunato a godere della Safety Car che l’ha proiettato in una seconda piazza momentanea scavalcando Hamilton che, di contro, era precipitato in sesta posizione dove aver dimostrato di poter tenere agevolmente a bada il compagno di squadra.
Nella miriade di problemi che attanagliano gli uomini di Brackley, Russell sembra un catalizzatore di buona sorte. Un talismano sul quale puntare per riprendere la corsa sin da Imola. Quando dovrebbero arrivare i tanto attesi update mirati ad eliminare – o quanto meno a ridurre drasticamente – il pompaggio aerodinamico che sta tenendo incatenato il potenziale della creatura di James Allison e Mike Elliott.
“Ci prendiamo volentieri questa fortuna – ha riferito l’ex Williams nelle rituali interviste ai primi tre arrivati – Abbiamo capitalizzato le sfortune degli altri. Questo weekend eravamo molto dietro all’inizio ma però ora siamo qui sul podio. Dobbiamo continuare a inseguire, ci arriveremo tra qualche gara. Siamo la Mercedes, continueremo a lottare“.
Anche Lewis Hamilton si è “piegato” alla ragion di stato esprimendosi in termini soddisfatti su un week end che potenzialmente poteva essere da incubo: “Onestamente, questo fine settimana abbiamo avuto così tanti momenti difficili con la macchina che non ci aspettavamo un terzo e un quarto posto. Mi hanno detto che non potevo combattere perché il motore si stava surriscaldando, ho dovuto fare marcia indietro“.
Il britannico è stato molto sfortunato nel timing della Safety Car che, di fatto, gli ha tolto un terzo posto piuttosto comodo per come si erano messe le cose. Sul passo complessivo ne aveva leggermente di più, con entrambe le mescole. Con le medie aveva aperto un piccolo gap su Russell in modo da proteggersi da un eventuale undercut; dopo l’ingresso ai box della vettura di sicurezza aveva ricucito uno strappo di quasi sei secondi quando calzava il compound hard C2.
Le indicazioni arrivate da Peter Bonnington prima sulle temperature e poi sul lift and coast sono state una sorta di messaggio in codice che Mercedes solitamente adopera per congelare le posizioni senza voler essere troppo espliciti per chi ascolta.
Già prima di questi due input, era arrivata comunicazione di iniziare a pensare ad un pit stop suppletivo per fare il giro veloce. Segnale che indicava la volontà del team di proteggere il podio senza creare potenziali problemi in un duello ravvicinato negli ultimi giri.
Lewis, passata la foga del momento, si è detto felice del lavoro della squadra: “Abbiamo ottenuto più punti possibile come squadra ed è fantastico. È un grande risultato per il team. George ha fatto un ottimo lavoro oggi. Ho visto un po’ della sua battaglia con Perez, avrei voluto esserci ma comunque mi prendo questi punti con l’obiettivo di continuare a spingere“.
E’ Toto Wolff a chiudere la serie di dichiarazioni relative all’ambiente Mercedes: “Lasciamo Melbourne in uno stato migliore rispetto a quando siamo arrivati: più lezioni apprese, più dati da analizzare e più punti nel tabellone. Chiaramente non abbiamo ancora il ritmo per sfidare Ferrari e Red Bull, ma sappiamo dove dobbiamo cercare le prestazioni“. Ed è la prima volta in questo fine settimana che un esponente dell’area AMG F1 ammette che hanno capito dove operare. Un buon segno? Lo capiremo tre 14 giorni.
“Un fattore che mi lascia molto ottimista per il futuro è la mentalità e la forza della squadra. Tutti, nel Regno Unito, a Stoccarda e nella squadra itinerante stanno mettendo insieme ogni grammo di sforzo che abbiamo per affrontare i divari di prestazioni con determinazione e una fame profonda. Vedere Lewis e George esibirsi oggi ad un livello eccezionalmente alto con uno strumento che chiaramente non è al passo dei leader è un altro esempio dello spirito di questa squadra“.
Mercedes, anche oggi, ha giocato in difesa. Ottenendo risultati insperati che sono una botta di morale per un team che sabato mattina sembrava nel bel mezzo di una crisi d’identità. Le parole di Wolff sui problemi finalmente compresi vanno in direzione diversa da quanto affermato nelle giornate passate.
Ora è tempo di cambiare passo. Ad Imola dovrebbe iniziare il fitto programma di sviluppi per la W13. Sulle rive del Santerno inizieremo a capire se questa F1 ha potenziale per poter ricucire lo strappo o dovrà accontentarsi per tutto l’anno delle briciole lasciate per strada della Red Bull e soprattutto da una Ferrari clamorosamente forte.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1
Vedi commenti
Quante cazzate tutte nello stesso articolo
Riferiremo ai protagonisti. Grazie per la visita e per il commento.