Formula 1

Mick Schumacher: molti elementi che rischiano di portarlo lontano dalla Ferrari

F1 – Un altro Schumacher di rosso vestito è il sogno che tutti i ferraristi agognano oramai da almeno un decennio (se non di più): la presenza di Mick in F1, rookie della scorsa stagione 2021, ha riacceso nuovamente il pensiero in tale direzione.

Il promettente Schumi junior è entrato a far parte del vivaio della FDA (Ferrari Driver Academy) nel 2019, e nel contempo in pista ha gareggiato nelle formule minori conquistando i massimi successi: nel 2018 si è laureato campione di Formula 3, e nel 2020 ha trionfato in Formula 2.

Mick Schumacher a bordo della sua Prema

Quello che sembrerebbe a tutti gli effetti un curriculum di successo; ma la F1 è tutta un’altra storia. Mick ha debuttato in Haas lo scorso anno al fianco di Nikita Mazepin (altro rookie del 2021, attualmente non più in griglia), con una vettura che nel complesso non ha mai permesso loro di lottare in maniera consistente per dei validi piazzamenti: tant’è che ha concluso il campionato in diciannovesima posizione, senza di fatto essere mai riuscito a rientrare nella zona punti in nessun appuntamento gara.

C’è di buono che però è sempre stato in grado di avere prestazioni migliori del suo compagno di squadra, mostrando una certa continuità fin dove poteva; e questo, anche e soprattutto in un team minore, è un elemento che non può essere mai sottovalutato.

Per quanto riguarda la situazione di quest’anno, lo scenario è ben differente: siccome a causa delle tragiche vicissitudini della guerra in Ucraina il russo Mazepin è stato appiedato, adesso al suo fianco è subentrato Kevin Magnussen.

Kevin Magnussen a bordo della sua Haas VF22

Dunque se l’obiettivo è un eventuale futuro in rosso, non si può fare a meno di analizzare le prestazioni di Mick atte a dimostrare quantomeno una guida solida e costante gara dopo gara (e che soprattutto, sia ancora in grado di far meglio del suo compagno di squadra proprio come si verificava lo scorso anno): ma purtroppo “Houston, abbiamo un problema”.

Il fatto che Kevin a parità di vettura sia nono in classifica piloti con 12 punti mentre lui permanga ancora sullo 0 stazionario, la dice lunga. Certo, in Arabia Saudita a causa di un brutto incidente al sabato non ha potuto prendere parte alla gara il giorno dopo, ma nel complesso c’è qualcosa che non quadra. Forse la presenza di un pilota di maggior esperienza può averlo messo in difficoltà? Il confronto con un rookie come lui probabilmente lo scorso anno lo impensieriva di meno? Può darsi.

Ad avviso di Franz Tost, team principal Alpha Tauri, questa reazione è più che normale: lui che con la stirpe Schumacher ha avuto parecchio a che fare, avendo seguito da vicino Michael e Ralf all’epoca del loro esordio, sostiene che un pilota abbia bisogno di almeno un triennio per adattarsi bene alla F1.

Franz Tost, team principal Scuderia AlphaTauri

Inoltre l’attuale team principal di Mick, Günter Steiner, è convinto che sia solo questione di tempo e di inquadrare i giusti aggiornamenti per la vettura: ci sono state difficoltà negli scorsi gran premi, e la cosa presumibilmente non si ripeterà ad Imola. Perciò bisognerà solo sistemare tale questione, e gradualmente verranno fuori anche le prestazioni (a punti, si spera) di Schumi jr.

Insomma il ventitreenne al momento non solo corre per la Haas, ma è anche terzo pilota della Scuderia Ferrari; tuttavia se vuole fare quello “scatto di carriera” sulla quale hanno tutti enormi aspettative, dovrà dare un deciso colpo di frusta alle sue prestazioni.

A tal proposito potrebbe però palesarsi anche un problema contrattuale tutt’altro che da sottovalutare: al momento Charles Leclerc è blindato fino al 2025, mentre con Carlos Sainz è in ballo una trattativa per trovare un accordo (lo spagnolo firmerebbe per altri due anni, ma la controparte sta cercando di inserire una clausola unilaterale sino al 2024).

Simone Resta, direttore tecnico della Haas, a colloquio con Mick Schumacher

Dunque su questa base, lo spazio per Mick dove si creerebbe?! Oltretutto alla scuderia di Maranello non conviene rompere il buon equilibrio creatosi (ammesso che a lungo andare non vada logorandosi), Carlos continua a fare un buon lavoro, e la sua sostituzione non so fino a che punto gioverebbe all’intero team; anche perché si tratterebbe non di un sostituto qualunque, ma di qualcuno che ha un cognome su cui pesano le aspettative non solo principalmente di una nazione intera, ma anche di tutti coloro che di suo padre ne hanno fatto un’icona eterna.

L’ex pilota nonché esperto di F1 Marc Surer ne è certo: il talento da solo non basta, bisogna essere consapevoli delle proprie capacità ed essere sempre pronti a dar battaglia al proprio primo nemico. Solo così Mick potrà percorrere la strada verso la scuderia rossa. Ma la vera domanda è: sarà mai realmente pronto per una responsabilità del genere?!


F1-Autore: Silvia Napoletano@silviafunoat

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Haas F1

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Silvia Napoletano