F1 – Dopo tempo immemore, la storica scuderia di Maranello si è presentata ai nastri di partenza del mondiale con un pacchetto tecnico superiore alla concorrenza e il ritmo imposto da Leclerc nelle ultime fasi della gara australiana è quantomeno inquietante per la concorrenza.
La bontà della specifica di base della F1-75 ha consentito agli uomini Ferrari di sfruttare l’inerzia di tale superiorità per programmare uno sviluppo evolutivo con maggiore serenità e anche nel prossimo gran premio di Imola non sono previsti aggiornamenti sulle rosse.
Nonostante le ottime prestazioni fornite dalla “bestia”, gli ingegneri della rossa hanno dedicato le FP1 dello scorso weekend alla comprensione della correlazione tra l’abbassamento dell’avantreno e l’effetto del porpoisng attraverso l’utilizzo di un sensore centrale sotto il main plane e due per ogni paratia.
Maggior risalto è stato dedicato al test di un nuovo diffusore che dovrebbe garantire minore resistenza aerodinamica con uno snellimento nella zona della chiglia che si collega alla struttura deformabile posteriore.
Si è ricorso all’utilizzo di flow viz sull’ala posteriore al fine di raccogliere dati in merito alla interazione tra quest’ultima e il diffusore sperimentale.
Il nuovo diffusore è stato studiato anche per garantire una maggiore stabilità al posteriore attraverso una diversa interconnessione con il “floor” della F1-75, zona nevralgica soprattutto in fase di frenata, momento in cui l’asse posteriore delle monoposto si alza rispetto al piano orizzontale.
Il responsabile delle operazioni in pista, Claudio Albertini, in proposito al test della nuova componente aerodinamica ha dichiarato:
“Era un oggetto di prova. Sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe stato sulla macchina per qualificarsi e correre. Al momento è normale che senza un vero test dell’auto che stai utilizzando venerdì per fare questo sviluppo e raccogliere dati“.
E’ importante sottolineare che, nonostante una monoposto molto competitiva, vengano testati aggiornamenti in grado di migliorare l’equilibrio della F1-75 senza l’assillo di dover sanare difetti congeniti, condizione che affligge la blasonata concorrenza di Red Bull e Mercedes e che ha caratterizzato gli sviluppi della stessa Ferrari negli scorsi anni, alle prese con l’atavico problema della correlazione tra i dati della galleria del vento e quelli rilevati in pista.
Con ogni probabilità la Ferrari rinuncerà a testare gli update nel prossimo weekend imolese, in quanto la presenza della sprint race cambia radicalmente il format della settimana e la prima sessione di prove libere rappresenta l’unica vera sessione per affinare il setup della monoposto in ottica delle PL2 che di fatto rappresentano le qualifiche che stabiliscono l’ordine di partenza della sprint race.
L’impossibilità di utilizzare il venerdì come sessione di test nel prossimo round del mondiale è confermata dal Team Principal Mattia Binotto:
“Penso che sarà un weekend difficile per quanto riguarda portare aggiornamenti e cercare di valutarli nelle prove libere del venerdì, perché ovviamente è necessario concentrarsi sulle qualifiche del pomeriggio. Se guardiamo a noi stessi, a Imola non ci sarà molto perché, ancora una volta, crediamo che non sarà il posto giusto. Ma cercheremo di mitigare i problemi che abbiamo ancora finora. Sto pensando al porpoising e al rimbalzo che ha influenzato la nostra prestazione durante lo scorso fine settimana. Quindi proveremo ancora una volta a lavorare su quel punto specifico“.
La possibilità di poter differire gli sviluppi sulla F1-75 sono il termometro dello stato di forma della monoposto del cavallino e un’ottima notizia in funzione di una gestione strategica delle risorse economiche limitate dal budget cap, da cui attingere esclusivamente per consolidare l’attuale supremazia tecnica.
E’ di queste ore la richiesta di aumento del budget cap, da parte di sette team per far fronte al complessivo aumento dei costi dovuti all’inflazione, criticità contemplata dal regolamento finanziario sancisce infatti che se il tasso di inflazione nei paesi facenti parte del G7 supera il 3%, il budget cap può subire un aumento.
Tutti i team, eccetto Haas, Alfa Romeo e Alpine F1, hanno chiesto 7 milioni di dollari da aggiungere al budget del 2023 nel caso in cui a settembre di quest’anno il tasso di inflazione superi il 3%.
La limitata disponibilità economica in dotazione a tutti i team rappresenta un ulteriore asso nella manica per gli uomini di Maranello, con un margine economico più ampio da dedicare allo sviluppo della monoposto, vero tallone d’Achille nel corso delle passate stagioni e che ha tarpato le ali anche a monoposto molto promettenti come la SF-71H.
F1-Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari