F1 – E’ la settimana che ci conduce al Gp d’Australia. C’è molto interesse nei confronti di questo appuntamento che fino a qualche anno fa segnava l’inizio del mondiale. Poi è arrivato il Covid-19 che ha spazzato via abitudini e prassi ed ha messo a rischio la stessa esistenza di una gara che possiamo oramai considerare tradizionale.
La F1 non calca la “terra dei canguri” da ben due anni. E quando ci ritornerà troverà una bella serie di novità che riguardano innanzitutto il layout del tracciato. Molte le modifiche imposte ai 5303 metri del circuito che sorge nel sud del continente, sulle coste dello Stretto di Bass.
Ben sette le curve oggetto di ristrutturazione. Due sono addirittura state rimosse del tutto. Da ciò una riduzione della lunghezza di quasi trenta metri. Diremo addio alla chicane composta dalle curve 9-10 al posto delle quali troverà spazio un’ampia piega. Le curve 1, 3 e 6 sono state allargate e dovrebbero essere percorse ad una velocità superiore. Ovviamente compatibilmente con le caratteristiche delle vetture “next-gen”. La vecchia curva 13 è stata rimodulata nel raggio, così come la penultima piega del circuito che sarà più rapida.
Il corpo di modifiche su elencato rende quello dell’Albert Park quasi un circuito inedito. Anche perché vi sarà un ulteriore elemento a sparigliare le carte: l’asfalto rifatto con caratteristiche costitutive diverse dal vecchio. Pirelli, per l’occasione, si presenta con una modalità operativa piuttosto nuova: ci sarà il salto di mescola tra media e morbida. Le C2 saranno le hard a banda bianca, le C3 le medie gialle e quelle più performanti saranno le C5. Quindi vedremo, per la prima volta in questo 2022, il compound ultrasoft che potrebbe essere scartato quasi da tutti in gara per la sua spiccata tendenza al degrado.
Mario Isola ha spiegato che anche per Pirelli un tracciato rivisto per favorire i sorpassi sia una sfida nuova. Soprattutto quando mancano i punti di riferimento dei team sui carichi aerodinamici e sui veri livelli di abrasività che il gommista italo-sinico deve valutare attentamente nel corso delle sessioni. Da sopraluoghi preliminari si è verificato che il nuovo manto d’asfalto dovrebbe essere più liscio con conseguenti livelli di aderenza molto bassi all’inizio.
L’evoluzione nell’arco del weekend dovrebbe essere molto elevata e, in caso di pioggia, la scivolosità potrebbe essere molto pesante. Non a caso si cita il bagnato perché per domenica, almeno al momento, c’è qualche probabilità che delle gocce cadano negli orari del GP. Ovviamente, per un quadro più credibile, vi rimandiamo alla consueta analisi del nostro esperto meteo che troverete nei prossimi giorni su queste colonne.
Le condizioni climatiche sono un altro fattore da considerare anche al netto della pioggia. La F1 farà tappa a Melbourne un paio di settimane più tardi rispetto al solito. L’autunno è già iniziato e ci potrebbe esserci più fresco rispetto alle edizioni precedenti che si disputavano sul finire dell’estate. Tutto ciò andrà gestito in un contesto di nuova generazione di auto e di pneumatici che i team stanno imparando a conoscere.
Le decisione di saltare mescola è stata spiegata dallo stesso Isola: “Abbiamo deciso di optare per il salto di compound perché nei test di sviluppo abbiamo notato che c’era un divario di prestazioni relativamente piccolo tra le C3 e le C4 e crediamo che Albert Park, con asfalto e layout inediti, sia un buon circuito per provare questa opzione“.
F1-Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Pirelli Motorsport