Formula 1

Motori Mercedes in sofferenza? La colpa è della Red Bull…

l fascino della motorsport, e della F1 in particolare, è in parte dovuto alla perfetta alchimia tra il talento dei “cavalieri del rischio” e l’ingegno di chi progetta e sviluppa le vetture tecnologicamente più avanzate del pianeta terra. Dalla notte dei tempi, il sentiero per il raggiungimento dell’eccellenza ha comportato l’acquisizione di risorse umane dai team all’apice del successo.

Un caso di successo, molto caro ai fan della rossa, è stato il passaggio di Rory Byrne e Ross Brawn dalla Benetton alla corte di Maranello nel 1997, veri e propri artefici del dominio Ferrari degli anni successivi esaltato dall’enorme contributo del fenomeno di Kerpen.

Michael Schumacher in azione con la Benetton

La FIA, nell’intento di arginare un immediato knowledge transfer, ha da tempo istituito il gardening leave, un provvedimento ideato per tutelare il patrimonio di conoscenze nella disponibilità di figure chiave in procinto di cambiare casacca. Nel corso degli anni, il mercato dei tecnici è divenuta una pratica ampiamente utilizzata da tutti i team e il gardening leave della durata di 6 mesi è divenuto un provvedimento anacronistico, quanto inutile.

Nell’era turbo-ibrida, l’indiscussa leadership della Mercedes ha inevitabilmente attirato l’attenzione dei rivali sulle figure chiave del reparto motori, divenute pedine fondamentali nel processo di insourcing del know-how alla base dei successi delle frecce d’argento.

Power Unit Mercedes W13

In tal senso la Red Bull, nell’ambito dell’ambizioso progetto di internalizzazione delle attività di gestione dei propulsori Honda, ha reclutato diversi tecnici di spicco della Mercedes a partire da Ben Hodgkinson ex capo degli ingegneri meccanici del team anglo-tedesco che ha assunto la carica di direttore tecnico del programma Red Bull Powertrains.

La migrazione di molti cervelli da Brixworth, sede Mercedes AMG High Performance Powertrains, verso Milton Keynes, ha sollevato molti interrogativi sull’impatto di queste perdite in relazione ai problemi di affidabilità accusati dalle power unit del team campione del mondo nell’infuocato finale della scorsa stagione. Uno scenario assolutamente inedito per Mercedes, che alla vigilia del round finale di Abu Dhabi aveva utilizzato 11 motori a combustione interna (ICE) in luogo dei 6 disponibili per entrambi i piloti.

La sede powertrains Mercedes sita a Brixworth

Le deludenti prestazioni delle frecce d’argento nel gran premio inaugurale del Bahrein e nella successiva tappa a Jeddah, frutto anche di un scarso equilibrio aerodinamico, potrebbero lasciare intendere che l’emorragia di risorse umane nel reparto motori abbia avuto ripercussioni anche sulla progettazione dell’unita turbo-ibrida 2022. Secondo alcuni rumors, la power unit Mercedes non ha ancora raggiunto livelli di affidabilità accettabili analogamente a quanto evidenziato nel finale della scorsa stagione.

La contingente impossibilità di lottare per le primissime posizioni, unitamente a un discreto vantaggio sul midfield dello schieramento, ha determinato una gestione conservativa dei propulsori mirata a massimizzare i risultati nelle prime gare. In buona sostanza gli uomini capitanati da Toto Wolff ritengono opportuno dare precedenza alla affidabilità in presenza di un progetto aerodinamico carente che in ogni caso non sarebbe in grado di ad esaltare le performance della power unit al massimo livello di spinta.

Un’immagine della Power Unit Honda montata sulla Red Bull RB16B, stagione 2021

Christian Horner ha recentemente dichiarato, in modo sibillino, di non avere sufficienti elementi per giudicare se gli attuali problemi sul fronte motoristico della stella a tre punte possano dipendere dal progressivo reclutamento dei tecnici Mercedes. In senso più ampio, il team principal della Red Bull, ha sottolineato che l’ambizioso programma Powertrains ha richiesto il supporto di figure professionali provenienti da diversi team e anche di professionalità provenienti da ambienti esterni alla F1 per un totale di 170 nuovi assunti di cui 45 di provenienza Mercedes.

Nonostante la brillante vittoria di Max Verstappen a Jeddah, anche in casa Red Bull le preoccupazioni del comparto motoristico sono elevate alla luce degli inconvenienti tecnici occorsi sulle unità motrici delle Alpha Tauri. Le prossime gare, a partire dal prossimo round in terra australiana, chiariranno se l’ambizioso processo di internalizzazione della gestione e sviluppo delle unità turbo-ibride sarà un valore aggiunto per le ambizioni del team austriaco o un limite dovuto a un comparto tecnico costituito appena quattro mesi fa.


F1-Autore: Roberto Cecere@robertofunoat

Foto: F1, Honda, Mercedes AMG F1

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Roberto Cecere