Formula 1

Il mondiale 2022 nella mani di Leclerc? Diverse tendenze lo confermano…

F1 – Quello di fare previsioni avendo così pochi elementi da analizzare può sembrare un gioco azzardato. In realtà, anche in presenza di dati scarni e sommari, delle tendenze cominciano a venire a galla e su queste si possono basare delle proiezioni. Che, in quanto tali, recano con sé un certo tasso di fallibilità. Soffermandoci sulla zona alta della classifica si sono delineate tre dinamiche piuttosto chiare: la Ferrari possiede il pacchetto auto più efficace; la Red Bull è veloce (ma non velocissima) ma è fragile; la Mercedes è in difficoltà tecnica e la sua classifica è sostanzialmente sovrarappresentata.

Se questo andamento generale dovesse stabilizzarsi l’epilogo del campionato sarebbe più che scontato. Chiaramente interverranno altri fattori nel contesto su abbozzato: update delle vetture, errori di guida, episodi imponderabili che possono in qualche misura modificare la traiettoria finora descritta.

La F1 è uno sport (anche) di uomini e gli esiti di una stagione possono dipendere – anzi lo fanno – dallo stato di forma di un singolo interprete. In questa fase embrionale di campionato 2022 gli occhi sono tutti puntati su Charles Leclerc che sta mostrando una solidità, soprattutto in gara, quasi inedita. Con 34 punti di vantaggio su Russell (al momento un avversario “volatile” considerando il livello della W13) e ben 46 sul più accreditato Verstappen, il monegasco è il favorito numero uno per agguantare il titolo.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Il n°16 sta guidando ad un livello molto alto e può contare su un vantaggio enorme conferitogli dall’auto più veloce e affidabile del momento. La F1-75 è una vettura estremamente adattiva, che funziona su ogni tipologia di circuito. Sakhir, Jeddah e Melbourne sono tracciati moto diversi tra loro ma la creatura di David Sanchez non ha mai sofferto. Un progetto veloce sia in qualifica che in gara che gestisce le gomme sicuramente meglio della RB18 che in Australia è andata in crisi. Inutile parlare dell’affidabilità che sembra ai massimi livelli.

Se osserviamo il comportamento delle due protagoniste vediamo che sul giro singolo la differenza non è poi così grande. Leclerc ha ottenuto due pole position, la Red Bull una con Sergio Perez. La sensazione è che Verstappen abbia un po’ pasticciato nei tre turni sin qui disputati. Ma la forbice tra le due monoposto si apre in gara. E’ la domenica, infatti, che la F1-75 sembra essere più efficace.

Lo è stata in Barhain, lo è stata sicuramente in Australia dove ha mostrato tratti di dominanza. La Rossa riesce ad estrarre velocità più facilmente rispetto alla Red Bull. A Imola, se la tendenza dovesse riconfermarsi, potrebbero essere dolori per Verstappen visto che ci sarà la mini-gara del sabato che assegna punti pesanti.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)

Chiaramente interverranno altri elementi: temperature probabilmente più fresche e la presenza di cordoli più alti in alcuni punti della pista. Queste saranno nuove sfide per la Ferrari che non è ancora del tutto a posto sul versante del pompaggio aerodinamico. Ma non c’è timore tra gli uomini di Maranello che hanno individuato assetti efficaci su tutti i circuiti sin qui affrontati adattandosi a curve veloce, lente, ai lunghi rettilinei di Jeddah, agli asfalti in evoluzione e che cambiavano repentinamente la temperatura e, di conseguenza, il livello di grip.

Se una macchina del genere è nelle mani di un pilota che rasenta la perfezione ecco che il campionato sembra essere incanalato. Il monegasco non ha sbagliato un colpo in qualifica. Le due pole e il piazzamento di Jeddah sanno di massimo raggiungibile. In gara ha perso il duello con Verstappen in Arabia Saudita anche per via di una bandiera gialla particolarmente penalizzante che ha vanificato la possibilità di contrattaccare l’olandese. In Australia la prima, vera, sbavatura poi ripresa: sotto safety car, tra curva 13 e curva 14, ha leggermente perso l’aderenza permettendo, alla ripartenza, a Max di farsi sotto. Un tentativo pericoloso che il frutto dell’Academy Ferrari ha rintuzzato con sagacia prendendo poi il largo definitivamente.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della sua F1-75 durante il week-end australiano

Anche questo racconta dello stato di grazie del pilota che sembra essere fuso con la sua vettura. Una simbiosi micidiale per gli avversari. Charles deve ora fare uno scatto decisivo per la sua carriera e per le sue velleità di riportare il titolo piloti a Maranello dopo tre lustri da quello ottenuto da Kimi Raikkonen. Leclerc è sempre stato un pilota maledettamente veloce. Dote dimostrata in ogni categoria e con ogni vettura che ha guidato. Se proprio dovessimo individuare un tratto meno forte è la frequenza con cui, in passato, si è lasciato andare a qualche errore.

Che, in maniera piuttosto beffarda, ha amplificato le conseguenze. Vengono in mente Azerbaijan 2019, Bahrain 2020 o Monaco dell’anno scorso quando, già con la pole position in tasca, rovina il weekend con un incidente che gli costerà la trasmissione e il ritiro nel gran premio di casa che quest’anno, ne siamo persuasi, è uno dei principali obiettivi del ventiquattrenne ex Sauber

Dopo le suddette topiche, Leclerc ci ha abituati ad un’autocritica piuttosto pesante fatta, tra le altre cose, in diretta mondiale. Segnale che mostra una spiccata umiltà ma anche maturità e voglia di migliorarsi. Un processo che gradualmente sta trasformando un pilota velocissimo in una macchina da guerra sportiva. Perché la pura e semplice velocità non consente a nessuno di vincere titoli. Servono diverse virtù che il monegasco, in questo abbrivio di mondiale 2022, sta sciorinando con una certa evidenza.

Charles Leclerc, Ferrari F1-75

Per ambire al titolo, ovviamente, è necessario parametrarsi anche agli avversari. E’ dalla loro situazione che a Maranello nascono dei sorrisi poco camuffabili. Leclerc ha cinque potenziali avversari nella sua corsa al titolo. Due, in questa congiuntura, sembrano piuttosto effimeri. Ci riferiamo alla copia Mercedes. Sebbene Russell sia secondo ed Hamilton non sia distante dal compagno di squadra, sono le prestazioni a destare preoccupazione.

La W13 ha troppi problemi per essere considerata della partita. Il piano di aggiornamenti previsto stenta a decollare. Da Brackley si continua ad ascoltare un ritornello che un tempo era appannaggio degli uomini del Cavallino Rampante: “stiamo analizzando i dati“. Mentre ciò avviene le gare si susseguono, il tempo passa e gli avversari scappano. Imola doveva essere l’inizio della riscossa, si teme che così non sarà.

Sergio Perez è un altro paletto che si aggira relativa con semplicità. E’ un secondo dichiarato. Accetta il suo ruolo e sa che deve supportare l’ascesa di Verstappen. Può ostacolare di tanto in tanto ma non ha i galloni del candidato al bottino grosso. Restano due rivali più credibili. Il primo è Verstappen e sappiamo perché è attardato e cosa sta patendo a causa di una RB18 fragile come un petalo di rosa. I 46 punti di distacco, l’affidabilità intermittente come una luca di Natale ed una maneggevolezza non proprio esaltante rendono, ad oggi, l’olandese un cannone con le polveri inumidite.

Il ritiro di Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing)

Leclerc l’avversario potenzialmente più temibile ce l’ha in casa. Carlos Sainz possiede lo stesso materiale ma non riesce ugualmente ad utilizzarlo. Lo spagnolo ha ammesso che il suo processo di adattamento alla vetture di nuova generazione sta procedendo più lentamente di quanto si era prefissato. I passi gara lo dimostrano con una certa chiarezza. Sainz non è mai stato in lotta per la vittoria. Non ha mai insidiato Charles né Verstappen. Un pilota che si sta auto-calando nel ruolo di spalla ed infatti si trova sovente a battagliare con Perez. Ossia lo scudiero di Max.

Le prestazioni non brillantissime del madrileno sono ossigeno per Leclerc che può prendere il largo in classifica a potrà, se la tendenza verrà confermata nei prossimi appuntamenti in un calendario di F1 che si farà fittissimo, vedere il suo ruolo di leader formalizzato anche dalla dirigenza del team che tutto vuole fuorché una faida interna che sottrae preziosi punti in favore della concorrenza che, prima o poi, alzerà l’asticella prestazionale.

Charles Leclerc, per i motivi su snocciolati, è davvero il principale candidato al titolo di F1 2022. Chiaramente questo emerge dalle indicazioni scaturite dal terzetto Sakhir – Corniche Circuit – Albert Park. Il Gran Premio dell’Emilia Romagna che prenderà ufficialmente il via domani, anche in virtù della sprint race e di una conformazione del tracciato ancora diversa dai tre già affrontarti, apporterà ulteriori elementi valutativi sulla consistenza del connubio Leclerc – F1-75. Dovesse il monegasco uscire rinforzato dopo Imola allora la situazione si farebbe piuttosto interessante.


F1 – Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Diego Catalano