Uno dei temi di maggiore interesse forniti dai primi due appuntamenti di F1 è certamente il nuovo rapporto di forze in pista, con una Ferrari tornata al vertice dopo due stagioni molto difficili e la Mercedes che, da regina incontrastata dell’era turbo ibrida, è costretta suo malgrado a recitare l’inedito ruolo di terza forza in campo.
Il discusso finale della scorsa stagione ha portato lo scontro dialettico tra i team principal di Mercedes e Red Bull al vertice della tensione. In apparenza l’inverno appena trascorso e l’inizio della nuova stagione agonistica sembrano aver sedato i bollenti spiriti di Christian Horner e Toto Wolff, alle prese con nuove sfide che vedono le rispettive scuderie su livelli di performance talmente diversi da rendere difficile la riproposizione dei tanti duelli in pista tra Max e Lewis nell’immediato.
Certe ferite, specie se rivolte allo spessore umano e professionale del rivale, sono difficili da rimarginare e piccoli atteggiamenti o frasi tra le righe lasciano intendere che l’ascia di guerra non sia stata mai sotterrata da entrambe le parti. Basti pensare all’intervista rilasciata dallo Spice Boy al Daily Mail alla vigilia del del campionato, in cui descriveva il team principale austriaco come un esule fiscale che gestisce il proprio team a distanza, non proprio un attestato di ammirazione soprattutto dal punto di vista morale.
La soddisfazione di Wolff in Bahrein per il risultato di squadra ottenuto grazie delle noie tecniche accusate dalle monoposto di Milton Keynes non è passato inosservato. Così come il malizioso riferimento alla affidabilità come fattore necessario delle competizioni nelle interviste post gara.
E cosa dire del gesto di Christian Horner a Jeddah che, al termine della serratissima lotta tra Verstappen e Leclerc, si è precipitato verso il muretto della Ferrari per rivolgere un inusuale complimento verso i nuovi rivali, lasciando intendere, anche nelle dichiarazioni, un rispetto di natura superiore derivante dal blasone della storica scuderia di Maranello.
In questo contesto non sorprendono le parole del Christian nel post gara arabo, dove ha ammesso di non provare alcun sentimento verso l’attuale stato di forma delle frecce d’argento, conscio che la possibilità di un veloce ritorno del team campione del mondo a livelli di competitività assoluta sia papabile.
Intanto, negli uffici di Via dell’Abetone, si augurano che il rispetto e il fair play ostentato dai rivali della Red Bull a Jeddah diventi una costante di questa stagione e non sia esclusivamente figlio di sconfitte a cui spetta l’onore delle armi…
foto: Oracle Red Bull Racing