F1. E’ difficile anche per chi vi scrive sintetizzare la carambola di emozioni che ha riservato la settima tappa del mondiale.
E’ altrettanto complesso esprimere in poche parole la gara del team di Maranello nelle stradine del Principato di Monaco.
Probabilmente possono bastare le poche parole di Charles Leclerc nel team radio a fine gara : “No words”.
Nonostante le avverse condizioni metereologiche che hanno costretto la direzione gara a ritardare la partenza di circa un’ora, i due alfieri della Ferrari erano comodamente in prima e seconda posizione durante le prime fasi di gara.
Tutto secondo i più rosei piani fino al giro numero 17, quando Sergio Perez, che seguiva il duo Ferrari in terza posizione, si è fermato ai box per montare le gomme intermedie.
La Red Bull ha giocato il jolly testando la validità delle gomme intermedie con la sua seconda guida. Gli strateghi del cavallino rampante restano spiazzati dalla mossa dei colleghi di Milton Keynes ma l’esitazione nasce da un vizio di forma, un equivoco che dovrà essere risolto quanto prima.
Alla mossa del pilota messicano sarebbe dovuta seguire quella di una seconda guida Ferrari che al momento è definita solo dal cronometro dalla classifica piloti ma non nelle segrete stanze di Maranello.
Carlos Sainz si rifiuta di copiare la strategia di Sergio Perez, nella convinzione di poter passare direttamente dal compound Full Wet alle gomme da asciutto. Il comodo vantaggio di oltre sette secondi accumulato da Charles su Perez nelle prime sedici tornate viene annullato dalla tardiva chiamata ai box del monegasco all’alba del diciannovesimo giro.
La giornata da incubo degli strateghi della storica scuderia italiana si completa con la duplice chiamata ai box per Sainz e Leclerc che di colpo scivola in quarta posizione. La scarsa lucidità degli ingegneri del muretto viene tramessa in mondovisione nel ridicolo team radio in cui viene chiesto a Charles di entrare ai box poi prontamente rettificato, quando era ormai troppo tardi in “Stay out”.
Compiacersi del doppio pit a mezzo social, è una dura beffa per il popolo ferrarista e per il fuoriclasse monegasco che anche oggi ha messo in pista una condotta di gara perfetta nelle insidiose condizioni dei primi giri e una tenuta emotiva encomiabile a fine gara.
Una giornata che poteva e doveva rilanciare le ambizioni della rossa in entrambe le classifiche iridate si conclude con il peggior risultato possibile.
Un secondo e un quarto posto che consentono a Perez di mettere nel mirino Leclerc nella classifica piloti e a Max Verstappen di allungare leggermente sul monegasco su una pista dove non era riuscito mai a brillare in tutto il weekend.
I volti in casa Ferrari a fine gara non lasciano spazio ad interpretazioni. L’espressione senza alcuna gioia di Carlos Sainz sul podio è la logica conseguenza di chi non ha raggiunto l’obiettivo che avrebbe potuto almeno attutire le ripercussioni di una insubordinazione che ha compromesso il risultato complessivo del team.
Mentre la Red Bull, con il successo odierno di Perez ha smarcato il debito di riconoscenza verso i servigi resi dal messicano nel gran premio di Spagna, in casa Ferrari è ora di stabilire gerarchie che massimizzino i risultati dei weekend.
Per sconfiggere una corazzata come la Red Bull coesa intorno al suo profeta olandese, non può bastare la migliore coppia dello schieramento, per dirla alla Binotto. In questo momento l’assenza di chiare gerarchie interna sta compromettendo un mondiale in cui la Ferrari ha potuto disporre della migliore monoposto in almeno quattro delle sette tappe del mondiale riuscendo a vincere in sole due circostanze.
Se la cocente delusione in terra spagnola aveva lasciato un retrogusto dolce, dovuto alla assoluta competitività della F1-75, l’incredibile sequenza di errori commesse dal muretto Ferrari nella gara odierna iniziano a deprimere l’idolo di casa.
Un Leclerc provato e deluso cerca di arginare la sua rabbia ai microfoni di Sky Sport:
“Diciamo che delusione, rabbia e sofferenza come parole vanno tutte bene per descrivere questa giornata. Provo tutte e tre queste sensazioni, e anche ad un livello abbastanza alto. Mi fa male. Ci sono tante gare, abbiamo il passo, ma soprattutto quando siamo così veloci non possiamo permetterci di arrivare quarti con sei o sette secondi di vantaggio. All’inizio stavo anche gestendo il gap dietro. In più in casa…perdiamo tanti punti. Dobbiamo migliorare, questa vittoria doveva essere nostra”.
Anche il team mate spagnolo, nonostante la piazza d’onore sa di aver sprecato un grossa occasione:
“La strategia? Stavo guidando la gara, quella che abbiamo fatto era la scelta giusta. Prima di fermarci per mettere le slick eravamo primi e tutti ci dovevamo fermare a mettere le gomme da asciutto. C’è stata una discussione con la squadra per fermarci a mettere le intermedie, ma io ho chiesto per favore di lasciarmi rimanere fuori”.
“In pista mancavano 3-5 giri a mettere le slick. Se la scelta è stata condivisa? Sì. Per questo dico che abbiamo fatto le scelte giuste oggi. Quello che mi è costato la gara è stato l’out lap. Ero dietro una Williams più lenta di due secondi e ha fatto 10 curve davanti a me. Lo volevo passare, ma non si è spostato. Questo mi è costato l’overcut e la vittoria con Perez”.
Anche dal punto di vista sportivo sembrano restare inascoltate le rimostranze del team di Maranello in merito al rientro in pista del duo Red Bull reo di aver toccato la linea gialla in uscita dalla corsia dei box.
Un altro amaro epilogo di un weekend iniziato nel migliore dei modi, dal quale il management della storica scuderia Ferrari dovrà necessariamente considerare la possibilità di allinearsi allo schema gerarchico Red Bull.
Errare humanum est, diabolicum est perseverare…
F1-Autore e infografiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1