F1. Quante volte, riferendosi al GP di Monaco, è stata usata l’espressione “E’ un roulette“. Sarà anche una frase fatta ma la situazione è esattamente questa. A livello concettuale definire la strategia di gara sarebbe un qualcosa di molto elementare. In virtù di un asfalto poco stressante che determina un cliff prestazionale molto blando l’opzione più consona è quella ad una sosta.
Questo in condizioni di totale normalità. Che a Montecarlo non sempre si verificano. Incidenti e safety car prolungate sono spesso intervenuti a mettere scompiglio in un piano gara definito. Ecco che, per cogliere le occasioni che la pista offre, il numero di soste può crescere. E con esso il numero di opzioni utilizzabili di compound.
Ancora – e potrebbe essere il caso odierno – la pioggia può intervenire a mescolare ulteriormente il mazzo di carte bianco-rosse.
Alla base di un degrado contenuto c’è anche la buona resa termica del prodotto 2022 che è stata supportata, nell’occasione, da un corretto warm-up favorito da condizioni ambientali ottimali. Le nuove mescole hanno puntato all’allargamento della finestra di utilizzo proprio per prevenire ed evitare l’eccessivo surriscaldamento. Ma anche per compensare la perdita di temperatura dovuta ai vincoli imposti all’utilizzo delle termocoperte.
Pirelli ha portato a Monaco le tre mescole più morbide dell’intera gamma. Si tratta delle opzioni che recano meno problemi di temperatura. Il compound hard potrebbe essere un buon compromesso in caso di partenza con soft e sosta più anticipata perché, in base alle indicazioni che arrivano dai team, garantisce un buon grip ed è molto consistente.
Partendo dal presupposto che, in caso di pista asciutta e senza problemi di sorta, sarà gran premio ad una sosta, allo scatto ci sono due opzioni. La prima è iniziare con la morbida per poi puntare sulla media per avere un po’ più di flessibilità in vista di eventuali cambi strategici. La soft garantisce 20-25 giri prima del cliff di performance; la media permette di superare i 30 giri. La seconda, quella alternativa, è scegliere una mescola più dura per ritardare molto il “pit” (l’overcut è molto premiante, nda) e attendere lo svilupparsi degli eventi.
Sulla carta, considerando l’andamento delle gomme durante la gara, sarebbe conveniente fare due soste. Ma a Monaco nessuno si prende il rischio di un pit stop in più a causa dell’atavica difficoltà a sorpassare. Il layout di Montecarlo, in parole povere, annulla il vantaggio di avere una mescola molto più prestazionale rispetto ad un avversario che non ha ancora effettuato il cambio gomme. L’undercut non paga, è l’overcut ad offrire vantaggi.
Bisogna immediatamente specificare che le possibilità di pioggia sono in netta decrescita. Quindi la gara potrebbe scivolare via senza problemi. In caso di acqua, comunque, la pista non è di quelle che asciugano con troppa rapidità. Essendo però l’asfalto poco severo con le gomme, l’usura delle intermedie non è sarebbe molto elevata. Una volta montate le slick non vi sarà la necessità di operare una sosta ulteriore.
Questo è il contesto operativo che i team si troveranno ad affrontare. Un quadro liquido entro il quale potrebbero subentrare le solite variabili monegasche: problemi in partenza, safety car e, nella peggiore delle ipotesi, bandiere rosse. D’altro canto, si sa, Montecarlo è un lancio di dadi…
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari F1, Mercedes AMG F1