F1. Nel Gran Premio di casa Charles Leclerc guadagna il miglior risultato per prepararsi al domani. Corsa che potrebbe essere bagnata, inserendo così molta complessità nella strategia. Una prima file tutta rossa con Sainz che si piazza al secondo posto. In griglia le due vetture austriache partiranno appaiate in seconda fila, mentre le Mercedes dovranno costruirsi una buona gara partendo rispettivamente dal sesto e dall’ottavo posto. Incominciamo subito l’analisi di questa settima qualifica stagionale che ha offerto moltissimi spunti di riflessione.
Partiamo parlando di Red Bull. Le RB18 si sono trascinate in qualifica i problemi avuti nella giornata di ieri. Forse non si possono chiamare realmente problemi poiché derivano, di fatto, da alcuni compromessi obbligati. I tecnici di Milton Keynes sono obbligati ad ammorbidire molto il posteriore per massimizzare l’aderenza. In trazione ci dev’essere una buona combinazione di grip longitudinale ma anche trasversale.
Infatti si esce da quasi ogni curva con un certo angolo volante, per cui bisogna curare anche il trasferimento di peso da un lato all’altro della monoposto. Qui sembrano faticare maggiormente. Non a caso, Perez, è andato a muro proprio nel momento in cui a premuto il pedale del gas in curva 8 andando oltre le capacità del mezzo.
Oltre a questo, entrambi i piloti hanno “richiesto” un pò troppo in entrata perdendo poi la linea per la miglior uscita. La vettura non è posizionata a dovere per trazionare al meglio e infatti si sono viste molte scodate. Perez sembra essersi adattato meglio a questa combinazione auto-circuito, al contrario di Max che nel corso delle sessioni ha avuto una progressione più lenta. Una monoposto nel complesso simile alla giornata di ieri, forse anche per via del poco tempo avuto quest’anno tra le seconde e le terze prove libere. A detta del messicano, gli alfieri Red Bull non sono riusciti a centrare la giusta strategia di warm-up relativa delle mescole.
Ferrari ha saputo concretizzare l’alto potenziale del quale disponeva, con una vettura molto composta in fase d’uscita e ottima nei cambi di direzione. Leclerc avrebbe potuto mettere assieme un giro ancor più straordinario all’ultimo tentativo se Enza la bandiera rossa causata da Perez. Aveva già abbassato di un decimo l’intertempo nel T1 e stava spingendo proprio nel secondo settore, dove le differenze con la Red Bull erano minori.
Nell’ottica gara, la rossa numero 55 ha completato il risultato odierno prendendo anche la seconda posizione. Lo spagnolo ha cercato andare oltre il limite per limare il gap. Osservando gli on-board si è notato come l’iberico ricercasse troppo il cordolo in ingresso curva. Tattica che in molti casi rovinava la fase d’uscita innescando sovrasterzo. Ciò nonostante nel Q2 aveva trovato un ottimo spunto specialmente nell’ultima curva, dove era riuscito a rifilare quasi 2 decimi al compagno di squadra.
Analizzando i micro settori salta all’occhio un quadro diverso rispetto a quanto visto ieri. Si nota chiaramente come in Red Bull siano andati su di potenza, ottenendo un guadagno sulle rette notevole. Alla Santa Devota i piloti Ferrari hanno fatto la differenza per tutto il week-end.
Il vantaggio se lo portano dietro per metà della salita che conduce al Casinò. Fino alla frenata di curva 3 lo spunto migliore è del messicano della Red Bull. Per tutta la percorrenza di curva 3 e 4 Leclerc fa la differenza. Fino a ieri, la sequenza di curve più lente del mondiale che portano al tunnel erano territorio RB18, come si può vedere qui sotto.
In Ferrari devono aver studiato molto questa zona per capire le traiettorie di Vestappen. Non c’era infatti un motivo tecnico per il quale le rosse non dovessero esprimersi a dovere in questo tratto. Il lavoro fatto è stato efficace e in questa sezione notiamo molto più verde soprattutto a centro curva. Nell’ultimo tentativo del Q3, Leclerc aveva affrontato curva Loews con una traiettoria molto interna, aggredendo il cordolo.
Dal tunnel in poi Perez ha fatto un ottimo giro, riuscendo a ottenere dei micro settori molto competitivi alla prima chicane e al tabaccaio. Le piscine invece sono “preda” delle due rosse per via dell’alta precisione che ci vuole per percorrere tale chicane.
Passando alla Mercedes notiamo un leggero miglioramento c’è stato. I grossi problemi riguardanti il pompaggio aerodinamico persistono benché minimizzati. Tuttavia alcuni cambi al setup hanno avvicinato le frecce d’argento al gruppo di vetta. Anche in questo caso troviamo alcune differenze nell’adattamento al tracciato tra i due piloti.
Hamilton non è mai stato a suo agio con il saltellamento, fenomeno che si faceva molto intenso nella salita che porta al Casinò in tutta la percorrenza del tratto. Russell, dal canto suo, ha capito come guidare la W13 sulle stradine del principato. Una tecnica semplice ma molto efficace attraverso la quale ha cercato di curare al massimo l’uscita sacrificando la fase di inserimento. Il contrario rispetto a quanto ha fatto Red Bull.
Curva uno si dimostra ancora una volta fondamentale. Qui si nota che il grafico di Russell sale più velocemente, indicando una maggior trazione e quindi un miglior spunto per la salita (freccia blu). Norris potrebbe aver frenato un pò troppo tardi in questa sezione arrivando lungo e rovinando l’uscita (freccia gialla). Nel settore centrale, invece, notiamo delle velocità minime a centro curva più alte per la vettura numero 4 (frecce verdi).
Pur avendo lo stesso motore, il pacchetto aerodinamico fa la differenza nella velocità di punta che sviluppano nel tunnel. Qui la McLaren arriva alla staccata con una velocità più alta (freccia rossa). Nel terzo settore si notano alcune differenze nello stile di guida tra i due piloti.
Autore e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Foto: Scuderia Ferrari