F1. Giovedì pomeriggio, nel cammino che le vetture normalmente fanno per recarsi alle verifiche tecniche della FIA, abbiamo potuto osservare la versione aggiornata della Aston Martin AMR22. Sono bastati pochi istanti per carpire qualcosa di familiare nel nuovo concept dei sidepod curato da Dan Fallows. Elementi che ci hanno immediatamente ricondotto alla Red Bull RB18 che è stata la musa ispiratrice del team di Silverstone.
Questo è almeno ciò che la logica suggerirebbe. Ma i diretti interessanti negano. Andy Green, direttore tecnico della squadra con sede a Silverstone, ha parlato di un progetto parallelo che è nato e si è sviluppato in concomitanza con quello che abbiamo visto fino a Miami e che è stato messo in soffitta perché incapace di evolversi ulteriormente ed inabile a limitare le oscillazioni verticali che, di fatto, imponevano l’utilizzo di assetti non consoni.
La Federazione avrebbe fatto le sue verifiche prima sui disegni e poi di persona tramite l’invio di una rappresentanza di tecnici che ha voluto saggiare con mano, in factory, lo stato dei fatti. Elementi rassicuranti sarebbero sorti tanto da non ritenere di dover aprire un procedimento ufficiale a carico della franchigia di Lawrence Stroll (leggi per approfondire).
La versione filtrata da Silverstone non ha convito del tutto la dirigenza della scuderia conterranea. Serpeggia il sospetto che possa esserci stata una violazione della proprietà intellettuale. Anche se non se ne fa menzione esplicita. Chris Horner si è detto fiducioso nei sistemi di controllo della FIA ma ha sottolineato che l’ente parigino ha l’obbligo di verificare nel merito se qualche abuso è stato commesso.
“Quello che vogliamo – e che abbiamo il dovere di fare – è garantire che nessuna proprietà intellettuale sia stata in alcun modo trasferita da un’organizzazione all’altra. Perché questa sarebbe una violazione delle regole“. Così si è espresso Horner nella giornata di ieri.
Sotto la lente d’ingrandimento ci sarebbe il passaggio di alcuni tecnici dal Milton Keynes a Silverstone. Il dirigente britannico sostiene che la partenza di alcuni uomini chiave e la somiglianza del pacchetto di update portato sulla AMR22 non possano considerarsi una coincidenza. Chiaramente, fosse dimostrabile il trasferimento di concetti sviluppati altrove, saremmo in un contesto molto particolare: se non c’è passaggio di disegni o di dati non si possono muovere accuse formali. Ciò che è nella testa degli ingegneri non può essere controllato.
E’ direttamente Horner a spiegare che la FIA aveva avvisato Red Bull che qualcosa di “particolare” stava accadendo: “La questione è stata portata alla nostra attenzione all’inizio della settimana dalla FIA. Ci hanno detto che un’auto assomiglia notevolmente alla nostra. Hanno chiesto una lista dei tecnici che sono partiti che dicesso anche dove sono andati. Questo ha immediatamente lanciato un campanello d’allarme“.
Ciò conferma che la Federazione Internazionale qualche dubbio l’ha sollevato sulla legalità della mossa Aston Martin. Horner deve fare buon viso a cattivo gioco perché sa che se non c’è la comprovata trasfusione di progetti c’è poco da fare. Se non prendere atto di essere stati copiati. Una situazione frustrante
La sensazione è che la partita possa essere ancora aperta. In Red Bull stanno cercando di capire se si è verificata una sottrazione indebita di proprietà intellettuale dalla quale scaturirebbe non sono in reato sportivo ma anche penale.
Il super-consigliere della Red Bull è stato molto chiaro a riguardo di questa querelle: “Allo stato attuale copiare non è vietato. Ma bisogna anche tenere conto del fatto che sette persone ci sono state sottratte. Il nostro capo aerodinamico è andato alla Aston Martin per un compenso sproporzionato: ci sono ancora dei fatti che stiamo verificando. Ma esamineremo la questione nel dettaglio. Ci sono evidenze che suggeriscono come dei dati siano stati scaricati. Copiare non è vietato, ma è possibile fare una copia così dettagliata della nostra auto senza alcuna documentazione?“.
Marko parla chiaramente della possibilità che dei dati sensibili e riservati siano stati trasferiti. Cosa che rimetterebbe in discussione la chiusura delle indagini che hanno determinato il verdetto di non luogo a procedere da parte della FIA.
Nel frattempo, come dimostra la nostra foto scattata intorno alle nove di stamattina quando il paddock era ancora semi-sopito, Chris Horner e Mattia Binotto si sono intrattenuti in un colloquio al centro del quale potrebbero esserci state le questioni di cui sopra. Aston Martin era già finita nel mirino dei tema quando, ai tempi della Racing Point, aveva presentato una vettura molto molto simile alla Mercedes W10.
Una macchina, la RP20, che fu in grado di vincere un GP e che seppe piazzarsi alle spalle dei top team a suon di prestazioni di ottimo livello. La paura è che la AMR22B possa fare altrettanto. La questione si chiuderà, probabilmente, se la verde monoposto rimarrà invischiata nella zona bassa della griglia. Dovesse invece progredire sensibilmente la battaglia legale potrebbe scoppiare furiosa.
F1 – Autore e foto: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Aston Martin