F1. Dopo la trasferta statunitense il Circus iridato ritorna in Europa e lo fa per rimanerci molti mesi. La fase calda del Campionato del Mondo, da sempre, si avvia con le tappe sul Vecchio Continente. Il Gp di Spagna della prossima settima rappresenta in secondo back to back stagionale che si completa con l’evento più iconico e se vogliamo rappresentativo della categoria: Il Gran Premio di Montecarlo.
Quando si parla di tracciati storici la questione sicurezza è sempre al centro del dibattito. In F1 ampi progressi sono stati fatti sul fronte attivo, ossia sulle caratteristiche alle quali le monoposto hanno dovuto ottemperare per soddisfare standard sempre più stingenti. Anche le piste, in un processo inarrestabile, si sono dotate di espedienti sempre più efficaci per evitare conseguenze più serie in caso di incidenti.
Per tale ragione la FIA chiede continuamente che i tracciati vengano ammodernati. E’ emblematico il caso di Spa Franchorchamps i cui organizzatori hanno dovuto provvedere alla modifica del complesso Eau Rouge – Raidillon in seguito ai drammatici incidenti che hanno caratterizzato soprattutto le categorie propedeutiche.
Un circuito, per potere ospitare la Formula Uno, deve ottenere la certificazione di Grado 1. Tale “timbro” viene dato a quelle piste sulle quali sono stati predisposti sistemi di sicurezza passivi aderenti a quelli richieste dalla Federazione Internazionale e che posseggano, ancora, altre caratteristiche che riguardano, tra le altre cose, la grandezza dei box, la lunghezza delle vie di fuga in rapporto alle velocità di percorrenza e via dicendo.
Negli anni il tracciato del Montemelò – sul quale domenica si terrà il sesto appuntamento stagionale – ha subito diversi rimaneggiamenti. L’ultimo in ordine cronologico è quella che ha toccato, l’anno scorso, Curva 10 che apre al terzo, probante, settore. Ma quello più massiccio si è avuto anni addietro quando fu piazzata, tra le ultime due curve, una chicane che si rese necessaria per rallentare le vetture che, in una parabola evolutiva difficilmente contenibile, percorrevano quel tratto di pista a velocità sempre più sostenute.
Quando si installò la sinistra-destra in fondo alla via di fuga vi erano le tradizionali file di pneumatici che avevano il compito di assorbire gli impatti. Una tecnologia spartana, ma efficace, che negli anni si sta superando grazie a protezioni di nuova generazione come le Tecpro. Proprio questo tipo di barriera potrebbe permettere il ritorno allo storico disegno perché l’accresciuta capacità di assorbire gli impatti sarebbe compatibile con una via di fuga non troppo lunga.
I dirigenti del circuito sono persuasi del fatto che ora ci sia la possibilità di abolire una doppia piega lenta che non è mai andata giù agli appassionati e che rallenta oltremodo le vetture mortificando ulteriori possibilità di sorpasso in un tracciato che non ne offre molte. Chiaramente, prima di muovere passi formali, si attendeva di capire come le vetture “next gen” si comportassero. I test invernali sono quindi serviti per raccogliere dati velocistici e procedere a nuove valutazioni.
L’intervento di maquillage, quindi, si potrebbe fare. Ma non per il 2022. Sin da venerdì, per il primo turno di libere, vedremo i piloti girare con la configurazione osservata durante i test invernali. L’operazione potrebbe effettuarsi l’anno venturo. L’idea degli organizzatori è quella di conservare l’omologazione di Grado 1 per il disegno attuale e di ottenerne una nuova per la configurazione veloce senza la esse nella parte finale.
Una mossa intelligente che sposta palla nel campo della FIA. Sarà l’ente parigino, infatti, a valutare quale layout vorrà adoperare per la massima competizione motor-sportiva. Questa è la strategia che José Luis Santamaría Romero, direttore del Circuit de Catalunya, ha spiegato ai media in sede di presentazione dell’ormai classico appuntamento primaverile.
Il manager ha sottolineato che sarà possibile ritornare, proprio grazie alla tanto invocate – dai piloti – barriere Tecpro (leggi qui), ad un design sicuramente più affascinante, maggiormente sfidante e decisamente più idoneo a favorire le manovre di sopravanzamento che, nonostante la rivoluzione tecnica voluta dal legislatore della F1, sono ancora troppo dipendenti dall’ala mobile.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Circuito di Barcellona