In F1 a volte ritornano. Ebbene si… malgrado la disastrosa stagione 2021 a livello pratico di Michael Masi, direttore di gara della massima categoria del motorsport che subentrò a Charlie Whiting dopo la scomparsa improvvisa del britannico, il presidente in pectore della FIA, Mohammed Ben Sulayem, in futuro non scarta i servigi dell’australiano tanto “bistrattato” dal Circus.
La ragione è molto semplice: a quanto pare, il nativo di Sydney è stato in parte giustificato per l’enorme pressione alla quale è stato sottomesso. Ragione per la quale, dalla stagione 2023, potrebbe riprendere a fare parte del gruppo di lavoro che regola le corse. Al momento le congetture personali vengono tralasciate in favore della mera cronaca. Lo scorso febbraio, in seguito a forti pressioni esercitate da varie scuderie, Mercedes su tutti, arrivò il licenziamento di Masi senza diritto di replica.
Al suo posto Eduardo Freitas e Niels Wittich, alternanza decisionale durante l’attuale campionato 2022. Tuttavia, con il chiaro obbiettivo di rimpolpare il “sistema politico” responsabile dei giudizi in merito all’azione in pista, un terzo individuo, dal mondiale 2023, dovrà necessariamente far parte dell’eforato responsabile di mettere ordine durante le corse laddove i regolamenti non saranno rispettati.
Il recente colloquio tra Sulayem e Masi ha dato origine ad una nuova opportunità per l’ex dirigente sportivo. Sebbene una decisione positiva in merito potrebbe scatenare tensioni future, la federazione internazionale non sembra preoccuparsi di simili ripercussioni. A conferma, le parole dell’imprenditore a capo della FIA:
“Ho avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con Michael giorni fa. A livello personale non ho nessun tipo di problema con lui. Masi al momento è libero e potremmo ancora avvalerci dei suoi servigi in futuro. In tal senso siamo aperti a tutto. La struttura di gara utilizzata nella passata stagione non era corretta dal punto di vista organizzativo e malgrado l’ingresso di due nuove figure nel ruolo di direttori di gara, non credo che abbiamo sistemato a dovere la faccenda”.
Argomenti che il sessantenne emiratino sostiene attraverso un’intervista con l’outlet britannico Mail Online, dove aggiungere con fermezza: “Non è come andare al supermercato. Necessitiamo persone di polso, giuste e tolleranti. La questione personale va massa da parte e mi piacerebbe poter disporre di tre direttori di gara per la stagione successiva…”
Delegato alla sicurezza e direttore di gara, un doppio ruolo in F1 esercitato con impegno e determinazione da Masi che, a detta di Sulayem, ha prodotto una pressione enorme sulle spalle del quarantaquattrenne originario dell’emisfero australe. Contesto assai complicato in grado di mettere in difficoltà qualunque professionista.
Per di più, ribadendo l’ottimo rapporto a livello interpersonale, il boss della federazione internazionale svela un retroscena secondo il quale, la decisone di destituire Michael dall’incarico è giunta direttamente dal Consiglio Mondiale e non dai lui stesso.
La “sviolinata mediatica” dell’arabo giustifica lo sbaglio commesso dall’australiano durante le fasi finali del campionato 2021 che, a conti fatti, ha deciso le sorti di un campionato avvincente e combattuto sino all’ultima curva:
“Non mi sono affatto sbarazzato di Masi. Il sovraccarico di lavoro al quale è stato sottomesso era molto alto. Benché abbia senz’altro commesso un errore umano, non è detto che tale situazione vada a decretare la parola fine per Michael all’interno della FIA. La decisione di prescindere dai suoi servigi, infatti, è stata presa dal World Motor Sport Council. Non certo da me…”
L’apertura verso un reintegro all’interno del board decisionale della F1 risulta più che evidente. Al riguardo, le dichiarazioni di Sulayem sembrano prodotte per indagare, in maniera preventiva, sull’umore del “carrozzone” in merito al possibile ripristino di Masi all’interno della massima categoria del motorsport. Un “lavaggio d’immagine” per sondare il terreno, cercando di valutare il possibile impatto di tale azione.
Resta da capire, una volta esaminati con attenzione i vari aspetti della materia giuridica applicata ai regolamenti, se una figura già “macchiata di reato” possa effettivamente trovare posto ed essere accettata senza remore. Con la consapevolezza che, al verificarsi di un ipotetico nuovo errore di proporzioni analoghe a quelle passate, l’inadeguatezza dell’ex commissario di gara tornerebbe a galla di immediato.
Una prospettiva che, come logica conseguenza, andrebbe a scatenare grandi polemiche in un mondo, quello della F1, di certo non scevro da problematiche legate ai verdetti in pista…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Formula Uno