E’ un’osservazione impietosa: nei primi sei appuntamenti iridati di F1 si fa fatica a ricordare un week end di gara scevro da sbagli da parte di Carlos Sainz. Il pilota spagnolo, inutile girarci intorno, è una delle delusioni di questa prima parte di campionato. La classifica non è del tutto compromessa, ma nemmeno può considerarsi brillante.
Il madrileno è quinto nella generale, a ben 39 punti dal compagno di squadra. Fa rumore il fatto che sia alle spalle di George Russell che ha un mezzo tecnico decisamente inferiore. E la cosa sottolinea quanto siano stati pesati gli errori reiterati commessi da Carlos. La svolta potrebbe essere dietro l’angolo, ma al momento la via d’uscita da una situazione inattesa non si intravede.
Ci sono ovvie ragioni psicologiche alla base di risultati non del tutto convincenti. Sainz sta perdendo senza appello il confronto interno. In qualifica la situazione è inequivocabilmente chiara: siamo dinnanzi ad un perentorio 6-0 in favore del monegasco. In gara le cose non si ribaltano: è servito un ritiro per problema tecnico sulla Rossa n°16 per permettere a Carlos di ottenere più punti del team mate nella singola tappa. Quando i due sono stati in pista in contemporanea lo spagnolo non ha mai mostrato la verve per battagliare col l’ex Sauber.
L’incapacità di tenere il passo nei confronti dell’amico-nemico sta certamente portando Sainz a sovraperformare, a superare i propri limiti arrivando all’errore non forzato. E’ una sorta di mostro che si nutre di paure e di tensioni e che assume dimensioni sempre più importanti.
La F1 è uno sport in cui l’aspetto psicologico gioca un ruolo chiave. Se non c’è feeling totale con se stessi e con la vettura si rischia di arrivare a conseguenze indesiderate e potenzialmente pericolose. Urge ritrovare serenità, convinzione nei propri mezzi e fiducia nel “ferro del mestiere”. Ossia nella F1-75.
Non si può tutto ricondurre alla sofferenza psicologica. Ci sono anche motivi tecnici alla base dei disagi che sta vivendo lo spagnolo. Uno dei motivi è uno scarso affiatamento con le macchine ad effetto suolo.
Le Formula Uno del 2022 sono cambiate sensibilmente nel modo in cui affrontano la frenata e, di conseguenza, gestiscono il calo della downforce in base alla velocità. Inoltre, le transizioni di forze sono più lente a causa dell’accresciuto peso del corpo vettura. Cosa aggravata dal fatto che molte monoposto superano il limite minimo di massa imposto dalla FIA. Sebastian Vettel fu molto lucido quando inquadrò questa dinamica dicendo, testuali parole, “Senti di più il peso che spinge la macchina in punti dove non vuoi che vada“.
La fase in cui si marca la più grande differenza tra il 2021 e il 2022 è quindi quella di arresto. Questo perché le auto che si reggono aerodinamicamente sui canali Venturi mutano maggiormente, rispetto al passato, le loro caratteristiche in base alla velocità d’esercizio. Il carico aerodinamico generato sotto il fondo, difatti, dipende molto più dalla velocità rispetto a prima. Questo perché molta spinta verticale si crea nel sottoscocca.
Frenando ad alta velocità, i conducenti avvertono una grande quantità di aderenza scaturente dall’aerodinamica. Che, però, crolla molto più di prima a parità di decelerazione. Un bel rompicapo da gestire perché la cosa necessita un approccio molto diverso. E da qui la difficoltà di alcuni pilota ad adattarsi al nuovo contesto. Vedasi, ad esempio, Carlos Sainz di cui stiamo parlando e Mick Schumacher che parimenti sta soffrendo rispetto al compagno di squadra.
I piloti devono quindi modulare diversamente il momento della frenata. All’inizio della stessa sono chiamati ad aggredire con forza ma poi bisogna gestire il momento in cui si rilascia il pedale perché l’effetto suolo tende a calare sensibilmente facendo perdere aderenza e, di conseguenza, capacità di arresto. Staccando troppo in fondo le ruote anteriori si bloccano. Pertanto è meglio se si anticipa la manovra di una decina di metri. Così si evita il bloccaggio e soprattutto si riesce a posizionare più correttamente la macchina in curva.
La nuova F1 premia chi non è abituato a staccare tardi. Il nuovo stile di guida impone di essere più puliti e “rotondi”. L’obiettivo è quello di arrivare all’apex delle curve quanto più dritti possibile per aprire il gas prima. Questo è il frangente nel quale Sainz sta pagando dazio a Leclerc che aveva uno stile meno aggressivo in frenata sin dall’anno passato. Quando si parla di adattamento ci si riferisce anche e soprattutto a questa dinamica che fa perdere preziosissimi centesimi ai piloti.
La F1-75 ha un punto di forza manifesto: l’avantreno. E’ una vettura che genera molto carico all’anteriore e riesce di conseguenza ad essere molto precisa nell’inserimento in curva. Il risvolto della medaglia è un retrotreno più leggero che va controllato con sagacia. Cosa che Leclerc sa fare perché è più nelle corde del suo stile di guida.
Sainz ricorda Vettel in termini di driving: soffre le monoposto con un asse posteriore meno calibrato. Per tale ragione sta chiedendo assetti che possano bilanciare il comportamento generale della monoposto. Ma questo mette la F1-75 in una finestra operativa non ideale facendo scemare parzialmente le sue virtù.
Leclerc è consapevole delle caratteristiche della sua vettura e cerca, durante i turni di libere, il limite. Da qui qualche consapevole sbavatura che fissa il paletto oltre il quale non poter andare compromettendo le performance. In questo Sainz non ha ancora trovato la quadratura del cerchio. E la condizione si riverbera sulle sue prestazioni.
Questo mix ben calibrato di difficoltà tecniche e psicologiche spiega il momento che sta attraversando Sainz. L’errore commesso in Curva 4 durante il GP di domenica scorsa ha più ragioni di pilotaggio che ambientali. Riccardo Adami, in radio, si è affrettato a dire che fatale è stata una folata di vento dopo che Carlos aveva invece riferito di aver portato troppa velocità.
Parlando con alcuni fotografi presenti sul teatro dell’errore ci è stato riferito che non si apprezzava una sensibile mutazione del vento che la solita leggera brezza in una giornata afosa. Sainz, dopo il rinnovo contrattuale, è un valore che la Ferrari intente preservare in ogni modo. Sia per interessi economici sia soprattutto per ragioni tecnico-sportive.
Da qui il sostegno incondizionato grazie al quale, si spera, possa superare la momentanea impasse. Monaco sarà l’ennesimo snodo stagionale per il pilota madrileno. Riuscirà ad imprimere la svolta decisiva per il suo campionato proprio a casa del compagno di squadra?
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1 – Scuderia Ferrari