Formula 1

Mercedes 2022: “Imparare a perdere…”

F1 – Una cosa riesce loro molto bene: vincere. Anzi, riusciva. Da quando la Mercedes è tornata in F1 come costruttore a tutto tondo le delusioni sono state ben poche. Nel 2010, dopo aver acquisito la BrawnGP fresca di titolo grazie al controverso e tutt’oggi chiacchierato doppio diffusore, gli anglo-tedeschi hanno approntato un programma quadriennale di crescita costante fondato su tre colonne: area sportiva, organizzativa e tecnica. Quattro stagioni per strutturarsi, quattro stagioni per avviare un ciclo di vittorie che non ha precedenti e che rende la compagine dalla proprietà tricefala Daimler-Inoes-Wolff una delle realtà più solide di sempre nel rapporto tra GP disputati (253) e gare vinte (124).

Un bottino, quest’ultimo, che al momento sembra difficile da rimpinguare stante le difficoltà che la W13 sta incontrando nell’avvio di campionato del mondo. Per il GP di Miami lo staff tecnico coordinato da Mike Elliott – che ha scalato le gerarchie prendendo di fatto il posto di James Allison il cui impegno è diviso con altri progetti esterni al team – ha portato alcune modifiche che hanno lo scopo di ridurre il pompaggio aerodinamico e di liberare il potenziale della vettura (leggi qui l’analisi delle novità).

Update la cui validità è da verificare visto che, stando alle parole di Toto Wolff, saranno operate delle prove comparative tra pacchetti per definire nel merito il programma di sviluppi che dovrebbe completarsi, almeno per questa fase inziale, tra due settimane in occasione del GP di Spagna. Terra da sempre utile per testare l’efficacia di soluzioni aerodinamiche e meccaniche.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W13

F1 – Mercedes: perdere aiuta a crescere

Il titolo è abbastanza eloquente ed è esplicativo di quanto pensa e sostiene Jenson Button. Un pilota che conosce molto del personale che opera con Mercedes visto che è comune a quello che lavorava ai tempi della Brawn e considerando che con il propulsore della Stella a Tre Punte ha disputato diverse stagioni in McLaren. Il 42enne di Frome ha spiegato come sia insolito, per molti protagonisti di una scuderia da anni al vertice della F1, trovarsi nella situazione di non poter vincere.

Non un problema visto che la necessità di uscire delle avversità consente di temprare i membri del team che avranno una carriera più solida data dallo sviluppo di “anticorpi professionali” utili a districarsi in ogni situazione avversa. “Hai bisogno di perdere, a volte. Questo ti rafforza come persona e ti fa imparare molto” ha detto il campione del mondo 2009.

Jenson Button, campione del mondo 2009

F1 – Button: “Hamilton sarà ancora competitivo”

Tra i membri dell’equipe che devono coesistere con questa nuova realtà c’è anche Lewis Hamilton che, va sottolineato, è già stato in grado, in passato, di rialzarsi dopo delusioni concenti. Come ad esempio quella del 2007 quando perse un campionato che sembrava ormai indirizzato. O come nel 2016 quando dovette cedere il passo a Nico Rosberg nonostante un filotto di vittorie dopo il ritiro nel GP di Malesia che gli costò l’iride. Il sette volte titolato deve dimostrare di riprendersi anche dalla batosta di Abu Dhabi 2021.

Button ha solide basi conoscitive per poter giudicare Hamilton visto che, dal 2010 al 2012, è stato suo compagno di squadra. Ed è riuscito, nel tre anni di collaborazione, a batterlo una volta, nel 2011. “Lewis ha avuto un paio di brutte gare – ha spiegato il pilota impegnato nella serie Extreme E – ma tutti le abbiamo nella nostra carriera. E’ in un momento difficile. Ci sono persone che dicono che non sta facendo un buon lavoro, a differenza del suo compagno di squadra”.

Non ha perso la testa dalla scorsa stagione quando vinceva le gare. È un sette volte campione del mondo, quasi otto, continuerà a combattere finché vorrà. Se vuole essere competitivo, sarà competitivo. È un elemento molto importante per la Mercedes, vanta tanta esperienza e sa come sviluppare una macchina“.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 Team)

F1 – Mercedes: stimoli ancora intatti per tornare al vertice

La questione sta tutta nel ritrovare i giusti stimoli in un percorso che sta presentando una staccionata molto alta e difficile da valicare. Su questa materia Toto Wolff, in versione mental coach, insiste da anni. E lo faceva, con veemenza e sollecitudine, soprattutto quando la scuderia comandava con relativa facilità sul resto del plotone. Gli uomini di Brackley e di Brixworth hanno iniziato ogni campionato consci che quello precedente non avrebbe dato loro nessun diritto di prelazione nella corsa alla vittoria.

Questo tipo di mentalità va estesa agli anni trascorsi. Un ciclo di otto stagioni in cui sono arrivati 15 titoli (quasi sedici per parafrasare Button) non può che essere un viatico per ricordare ad ogni membro della scuderia che esistono valori, competenze e e tecnologie per ritornare ad essere riferimento. Se il 2022 sarà un anno di transizione o se la stagione svolterà clamorosamente lo sapremo probabilmente al Montmelò, quando la W13 dovrebbe presentarsi al massimo delle potenzialità. Se, viceversa, l’auto si confermerà inadeguata per promuovere un campionato di vertice, allora ci si tufferà nel 2023 avendo capito che perdere serve a ricostruire le proprie ambizioni di gloria.


F1 – Autore: Diego Catalano@diegocat1977

Foto: F1, Mercedes AMG F1, McLaren

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Pubblicato da
Diego Catalano