F1 – La presenza del Budget Cap ha causato i primi malumori fra Red Bull e Ferrari (leggi qui). Il team di Milton Keynes, infatti, ha portato in pista una serie di aggiornamenti che sollevano il dubbio che stiano sforando il tetto economico permesso dal nuovo regolamento. Tuttavia, alcuni calcoli hanno rivelato una realtà completamente diversa. Secondo queste informazioni, quindi, non solo Red Bull rientrerebbe tranquillamente nelle spese ma sarebbe anche più parca rispetto a Ferrari.
Da quando è emersa la sua esistenza, i team più onerosi hanno iniziato a preoccuparsi di rientrare nelle spese. Il Budget Cap, infatti, ha l’obiettivo di ridurre i distacchi fra le scuderie, limitando la quantità di denaro spendibile negli aggiornamenti. Il primo limite era di 140 milioni di dollari. La stagione 2022, tuttavia, ha una disponibilità economica maggiore.
Il regolamento, infatti, permette di avere un tot di dollari di spese a Gran Premio. La presenza di ben 23 appuntamenti in calendario, quindi, permetterebbe alle scuderie di poter disporre di un tettuccio pari a 142 milioni di dollari, che scenderebbero a 141 nel caso in cui si corressero “solo” 22 appuntamenti.
Ne consegue una maggiore libertà per i team maggiori, che possono affrontare le spese con una maggiore serenità.
Dall’inizio della stagione, Red Bull ha già portato in pista molti aggiornamenti. Il miglioramento della RB18, infatti, è innegabile, considerando che nel GP di Miami Max Verstappen ha portato a casa la seconda vittoria consecutiva, la terza della stagione. Questo è stato possibile grazie ad una vettura nuova: più veloce e più affidabile, non solo rispetto a quella presentata dallo stesso team di Milton Keynes ma anche rispetto alla maggiore rivale. Ferrari, infatti, sembra essere quella meno competitiva fra le due squadre.
Tuttavia, Erik van Haren, giornalista della testata olandese De Telegraaf, ha dimostrato come non solo Red Bull rientri perfettamente nelle spese ma stia anche spendendo meno rispetto al Cavallino Rampante. Ne consegue che il team austriaco possa avere ancora molte frecce nel proprio arco. Non a caso, infatti, quelli che abbiamo visto finora sono aggiornamenti minori. I maggiori saranno apportati alla RB18 dopo l’estate.
Siamo ora giunti al grande interrogativo: come è possibile che Red Bull spenda meno di Ferrari, apportando un gran numero di aggiornamenti?
Gli aggiornamenti che il team di Milton Keynes sta apportando sono di piccola entità. I maggiori, come abbiamo detto, arriveranno fra qualche mese. È inoltre fondamentale sottolineare che il team austriaco ha studiato un piano spese molto accurato e tutti questi aggiornamenti sono previsti. Il team principal Christian Horner, infatti, ha detto che per il momento l’obiettivo è quello di “alleggerire” la monoposto.
Un altro motivo per cui non superare il limite imposto dal budget cap non sarà un problema per Red Bull sono i tagli su altre spese.
La scuderia di Milton Keynes, infatti, sta effettuando alcuni tagli in modo tale da poter investire la somma di denaro prevista in aggiornamenti.
Tanto per incominciare, Red Bull sta portando meno componenti di riserva ad ogni Gran Premio. Se, per esempio, un team di Formula 1 porta con sé circa 3 o 4 pezzi di ricambio per gara, Red Bull ne sta portando uno solo. Considerando che gli eventi sono ventitré, ne viene fuori un risparmio economico di una certa importanza.
Anche il personale “da viaggio” è stato ridotto. Il team austriaco, infatti, ha aumentato il numero di propri dipendenti che lavora dalla base nella fabbrica di Milton Keynes. I dipendenti che affrontano la stagione in pista e quindi richiedono un impegno economico rilevante sono limitati al minimo necessario, apportando un’altra fonte di risparmio per la squadra.
La terza ed ultima variante, infine, riguarda il caso. Infatti, Red Bull ha potuto contare su problemi in pista che certamente non sono mancati ma si sono rilevati meno cari di quelli accaduti a Ferrari. Gli incidenti che ha causato Carlos Sainz, infatti, hanno richiesto un dispendio economico importante perché l’auto venisse rimessa a posto.
Red Bull, al contrario, ha sofferto di problemi che, per loro fortuna, si sono rivelati “poco” costosi, in confronto. Infatti, per rimettere in sesto la RB18 sono serviti carburante ed alimentazioni: elementi che sono, relativamente, a prezzo contenuto.
Per farla breve, Red Bull ce la fa eccome a rientrare nei 142 milioni di dollari previsti dal Budget Cap, e non solo: c’è anche lo spazio per migliorare ancora.
Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte immagini: Account Twitter Ufficiale Red Bull