F1. Dopo mesi di sofferenza, di lavoro e di studio di un caso clinico quale era diventato la W13, il GP di Spagna doveva essere la gara della svolta per la Mercedes. O, al più, il momento in cui si sarebbe compreso se il concept estremo studiato da Mike Elliott potesse avere ancora un senso, un futuro.
Dopo i 66 giri dell’avvenimento spagnolo nel team anglo-tedesco sono emersi elementi che possono far pensare che gli ingegneri siano sulla strada giusta per riavvicinarsi al gruppo di testa che, con la doppietta della Red Bull, la seconda stagionale dopo il GP di Imola, muta la composizione dei vertici.
Ora è Max Verstappen a comandare nella graduatoria piloti e la compagine di Milton Keynes in quella costruttori. Come a sugellare una giornata nerissima per Maranello sospesa tra il ritiro per un problema tecnico occorso alla vettura di Leclerc e il quarto, deludentissimo, posto si un Sainz apparso abulico e ancora una volta pasticcione (leggi qui). Quello dello spagnolo sta diventando un caso considerando la sistematicità con la quale commette errori.
La gara del duo anglo-tedesco ha vissuto fasi contrastanti. All’avvio superbo di Russell che approfitta delle difficoltà di Perez e di Sainz prendendosi la terza piazza che difenderà fino alla fine anche grazie alla defaillance della Ferrari n°16, fa da contraltare un Hamilton che prova ad avere la meglio di Sainz ma che rimane “incastrato” alle sue spalle prestando il fianco a Kevin Magnussen che si affianca all’esterno con una manovra poco sensata colpendo la grigia monoposto anglo-tedesca.
Il danese va nella ghiaia, Lewis torna ai box per sostituire le gomme a seguito di una foratura. Da lì la gara del britannico, che era a 25 secondi dalla vetta, riparte nonostante il pilota intendesse ritirarsi per preservare la power unit in vista di momenti migliori. La scelta del team di far proseguire il britannico si è rivelata saggia visto che è arrivata una quinta posizione che poteva essere quarta se al penultimo giro non fosse arrivato un problema idraulico che ha permesso a Sainz di sopravanzare il vicecampione del mondo in carica.
Punti preziosi per la Mercedes ma soprattutto indicazioni positive da una W13 che si conferma più solida in gara che in qualifica dove pure aveva dato qualche segnale di risveglio. Bisogna essere realisti: la Red Bull è fuori portata al momento. Così come la Ferrari di Leclerc che era comodamente al comando delle operazioni quando la turbina lo ha tradito. Ma il passo è sembrato molto solido. A fine gara, dopo che Lewis ha subito il controsorpasso da Sainz provocato da un problema idraulico alla power unit della Stella a Tre Punte, Wolff si è aperto in radio per sottolineare quanto segue:
“Eri a 25 secondi da Verstappen dopo il primo giro, hai finito a 14. La tua era la macchina più veloce in pista“. Da questo team radio passano le speranze future della W13 che si conferma una vettura della domenica. Chiaramente ci sono molti distinguo da fare. A partire dal ritiro di Leclerc finendo al problema all’ala mobile di Verstappen. Ma la crescita è oggettiva. Il terzo posto di Russell è sembrato meno fortuito di quelli ottenuti da Mercedes in Australia piuttosto che in Bahrain.
Concetto che il cinquantenne manager viennese ha ribadito ai microfoni di Sky Sport: “Dalla prospettiva del pilota puoi credere che dopo quel contatto la corsa sia finita e non vedi benefici nel proseguire, magari perché ti trovi a 50 secondi dal leader. Alla fine il suo passo era ottimo e avrebbe potuto lottare per la vittoria“.
“Sono felice che abbiamo deciso di non ritirarci con Lewis – ha spiegato Wolff – anche perché per noi è fondamentale confrontare i dati di setup e delle gomme tra i nostri piloti. Abbiamo notato una perdita d’acqua durante la gara e non era chiaro se eravamo in grado di terminare la corsa. Eravamo sul filo del rasoio“.
Precedenza a chi è arrivato più avanti. Anche oggi Russell è stato autore di una gara perfetta in cui ha massimizzato ogni occasione che la pista gli ha offerto. Un podio impreziosito dal duello con Verstappen che rimarrà nella storia di questo campionato.
“In alcuni momenti ho pensato di poter vincere, è normale quando sei in testa. Ma stavamo cercando di trovare l’equilibrio su tante cose. C’era Max dietro ed era super veloce. Noi avevamo problemi alle gomme e il motore che si surriscaldava. Non sapevo come gestire queste cose. Sono riuscito a tenere dietro Max per un po’, ma era chiaro che il pacchetto migliore era il loro. Però sembra che abbiamo trovato una svolta: non siamo ancora in lotta per vincere, ma penso che abbiamo fatto un bel progresso. Guardo alle prossime gare con ottimismo“.
Russell ha provato a far e una stima sul distacco dalla vetta: “Quanto abbiamo recuperato su Ferrari e Red Bull? Difficile quantificarlo con precisione, ma probabilmente il parliamo del 50% del gap totale. Se prima eravamo a otto decimi ora forse siamo sui tre-quattro decimi. Ma dipende anche dal circuito. Qui non saltellavamo e abbiamo guadagnato tanto tempo, mentre perdevano qualcosa in curva. Questo ci ha dato benefici perché ci sono rettilinei lunghi. La settimana prossima, a Monaco, magari dovremo fare un passo indietro in termini di lavoro. Ma credo in questo team. Sono sicuro che troveremo una soluzione“.
Hamilton, se dovesse guardare la classifica ed il fatto che è arrivato ancora una volta alle spalle del compagno di squadra, avrebbe di che recriminare. Anche perché, anche oggi, ha mostrato un race pace molto consistente. E le difficoltà in cui è stato costretto ad operare non sono dipese da lui. Ma l’umore volge al bello perché la rimonta dall’ultima piazza alla quinta è stata scandita ad un passo inimmaginabile fino a pochi giorni fa.
Il sette volte iridato è stato eletto driver of the day e si è così espresso ai media tra cui FormulaUnoAnalisiTecnica: “Non è stato un azzardo iniziare con le gomme medie. Il fatto è che sono stato colpito dopo 3 curve ha vanificato la scelta. Penso che sia stata la scelta giusta: il passo era ottimo con le gomme medie“.
“Questi giorni ci sono stati dati per metterci alla prova – ha dichiarato Lewis – Sono così grato di tornare e sono grato al team per tutto l’incredibile lavoro che ci ha portato a questo miglioramento. La macchina è stata grandiosa in gara, il nostro ritmo era vicino a quello dei migliori. Il che è fantastico“.
Sulla richiesta di fermare la macchina per preservare la power unit Hamilton si è così spiegato: “All’inizio ero molto scontento, ma non mi sono arreso: è quello che facciamo, giusto? Oggi era più caldo del previsto. Fondamentalmente ho dovuto guidare con metà dell’acceleratore alla fine per cercare di raffreddare la monoposto“. Da qui la perdita di secondi preziosi che hanno portato al ritorno di Sainz.
“Ho alzato il piede sul rettilineo solo per far entrare aria fresca nel motore per raffreddarlo. Ero così devastato da perdere il posto a favore di Sainz, soprattutto dopo essere arrivato da dietro. Voglio dire, ero più di 30 secondi dietro l’ultimo posto, è come guidare nella terra di nessuno. È una sensazione orribile essere così indietro, ma devi solo tenere la testa alta, continuare a spingere, andare avanti e sperare per il meglio. Abbiamo ancora dei salti, ma non in linea retta. Avviene nelle curve, ma non così male come prima“.
“I ragazzi stanno lavorando molto duramente e sono sicuro che riusciremo a risolvere il problema in tempo. Se non avessi avuto questo problema all’inizio, chissà dove saremmo alla fine. È bello sapere che abbiamo un ritmo simile a quello di alcuni dei primi classificati“.
Con un ritrovato ottimismo Mercedes si approccia al GP di Monaco dove la W13 è chiamata ad un ulteriore esame. La F1 si trasferirà su una pista ad altissimo carico aerodinamico sulla quale contano trazione e grip meccanico più che l’aerodinamica. I trasferimenti laterali saranno la chiave di una gara le cui sorti, da sempre, si decidono al sabato.
L’obiettivo è quello di evitare di partire nel gruppone in modo da evitare rischi che con le auto di nuova generazione potrebbero essere più elevati rispetto al passato.
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1, Oracle Red Bull Racing