F1 – L’avevamo scritto ieri che il clima presunto-idilliaco che si respirava tra Red Bull e Ferrari poteva immediatamente volgere al burrascoso (leggi qui). Detto fatto, siamo stati profetici. Da ambo le parti si sono levate le prime, reciproche, accuse che raccontano di una tenzone sportiva che va trasformandosi in tensione emotiva. C’era da aspettarselo perché la posta in palio è altissima.
Da un lato c’è Milton Keynes intenzionata a mettere la firma su questa nuova era tecnica caratterizzata dall’effetto suolo ma anche dal congelamento dello sviluppo delle power unit e delle trasmissioni; dall’altro Maranello che rivendica il suo posto nella storia. Una posizione dalla quale manca da tanti, troppi, anni.
Stavolta a spezzare il “fronte dell’amicizia” – che tale non è mai stata se ritorniamo a certe dichiarazioni velenose di Verstappen e di Horner quando la Ferrari, nel 2019, presentava una power unit dalla potenza “sfacciata” – è la compagine modenese che fa ricorso ad una rinnovata metodologia comunicativa in cui la diplomazia lascia il passo ad una certa aggressività verbale. Lo avevamo riscontrato con le eccezioni mosse alla Mercedes quando questa aveva svelato il suo progetto a “sidepod zero“. Ed è risuccesso ora.
A Mattia Binotto le prestazioni sciorinate dalla Red Bull da Imola in poi non sono evidentemente andate a genio. Chiaramente, la RB18 non ha limato decimi di secondo dal nulla. E’ servito che Adrain Newey e il suo staff introducessero una serie di update mirati che hanno conferito una maggior maneggevolezza ad una monoposto che ha iniziato a dispiegare il suo vero potenziale.
In era di contingentamento delle spese ogni singola miglioria ha un costo che va ad erodere l’ammontare totale di capitale che ogni squadra ha a disposizione per completare la stagione. Binotto, con fare allusivo, ma senza accusare apertamente, ha gentilmente ricordato agli avversari che esiste un massimale di bilancio di 140 milioni di dollari che non si può sforare. Un discorso da punti sospensivi che nulla ha spiegato ma tutto ha detto.
La questione è seria ed investe la capacità che la FIA ha di verificare nel merito come vengano adoperate le risorse. E se qualcuno stia provando a raggirare i paletti regolamentari – tramite team controllati o tentacoli aziendali – con meccanismi non aderenti alle prescrizioni di legge. Il manager di Losanna ha spiegato che la Red Bull non potrà sviluppare in eterno perché interverrà la scure del budget cap. Altrimenti non sarebbe giustificabile la continua evoluzione. Insomma, secondo il team principal della Rossa, non sarebbe finanziariamente sostenibile un ritmo così cadenzato.
Helmut Marko, stavolta senza frasi ad effetto che caratterizzano il suo repertorio, replica evitando di alimentare il fuoco delle polemica. L’ex pilota austriaco si è limitato a fotografare il momento. Ossia che Ferrari e Red Bull siano in un sostanziale equilibrio prestazionale. Una tendenza che potrà essere messa in discussione in base alla capacità di sviluppare l’auto introducendo il pacchetto più efficace. Il tutto – e qua la stoccata di fino – sotto la supervisione della FIA che “[…] Assicura che tutto vada per il verso giusto“.
Per ora l’atteggiamento di Marko rispecchia quello vistosi in pista. Verstappen, nel 2021 molto aggressivo e qualche volta oltre le regole, sta guidando, quest’anno, con la pacatezza dei giusti. Leclerc risponde con il medesimo stile: i duelli sono puliti e per ora i commissari non sono intervenuti non possedendo materiale per farlo.
Ma la situazione potrebbe presto scadere. Specie se i ringhi rimarranno così serrati; specie se accadrà ancora che l’olandese e il monegasco saranno ingaggiati a duello. Cosa che nelle prime cinque gare è successa con una regolarità quasi svizzera. Qualche avvisaglia che il vento sta cambiando arriva da osservazioni maliziose fatte da Chris Horner. Vediamo.
Riavvolgiamo il nastro alla settimana successiva a quella di Imola. Sul tracciato di proprietà della Ferrari si è tenuto un test relativo alla gomme Pirelli in chiave 2023. Protagonisti della giornata la F1-75, con Carlos Sainz, e l’AlphaTauri. In questo genere di prove non è consentito raccogliere dati per sviluppare le auto. Una dinamica difficilmente controllabile e che da sempre alimenta accuse e veleni.
Ed eccole giungere, puntuali come il sorgere del sole, da casa Red Bull: la compagine di Mateschitz ha sottolineato come la Ferrari abbia effettuato la sessione adoperando due fondi differenti. Una questione sollevata mediaticamente anche dalla McLaren alla quale, pronta, è arrivata la risposta degli organi preposti.
Dopo una rapida verifica, la Ferrari ha ammesso di aver usato due specifiche di pavimento diverse. Ma si è trattato di elemento non nuovi. Questa evidenza ha, secondo la FIA, immediatamente sanato la posizione della Scuderia.
Una decisione che non ha soddisfatto i rappresentanti della Red Bull che hanno parlato di prove comparative inammissibili quando si tratta di test che investono gli pneumatici. Chris Horner non le ha mandate a dire ed ha alzato l’asticella della polemica stabilendo il primo spartiacque stagionale nel rapporto tra l’equipe anglo-austriaca e quella italiana.
“Le regole delle prove riservate agli pneumatici dicono che bisogna guidare con una specifica fissa di vettura – ha tuonato il manager britannico – Se hai bisogno di sostituire un componente questo deve essere più vecchio di quello utilizzato in precedenza. Ferrari ha montato un fondo diverso nel pomeriggio che sembrava mostrare componenti nuovi rispetto al precedete usato al mattino. Vogliamo evitare che queste prove possano diventare occasione per testare sviluppi aerodinamici o per migliorare le prestazioni. Non è lo spirito di questo genere di test“.
In principio fu Binotto a brandire l’essenza filosofica delle norme per contestare i coni anti-intrusione della Mercedes W13 in versione spagnola. Anche in quella circostanza Place de la Concorde fece spallucce ratificando la perfetta aderenza delle scelte aerodinamiche di Brackley al corpo normativo che ha la funzione di definire nel merito il suddetto spirito. E’ una questione di logica: se una vettura o una procedura (come nel caso dei test di Imola) sono conformi ai dettami testuali lo spirito può bellamente farsi friggere.
La contestazione sollevata da Horner ha la medesima natura di quella citata da Binotto nel mese di marzo: accendere i riflettori, mettere pressioni sul decisiore, provare a creare difficoltà nella controparte. Giochetti mentali che rientrano nelle ormai normali dinamiche di uno sport altamente competitivo e nel quale ogni elemento è usato per arrivare a primeggiare sull’avversario.
A Barcellona, tra poco più di una settimana, la Ferrari porterà il suo pacchetto di update al quale la Red Bull risponderà con un altro giro di vite sul fronte del peso della RB18. L’occasione per le due parti per continuare a lanciarsi reciproche bordate. Il mondiale entra nella sua fase più calda con i GP europei. Red Bull e Ferrari sembrano volersi adeguare al clima inasprendo la dialettica. Anche questa è F1…
F1 – Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari F1