Il prossimo week-end il Circus della F1 farà tappa in Spagna. Il Circuit de Catalunya, appuntamento fisso della prima parte del mondiale, ha sempre fornito riscontri parecchio attendibili sulla validità dei progetti tecnici delle varie scuderie. Quello del Montmelò è un tracciato molto probante e completo. Il percorso si srotola lungo 4.675 metri, presentando varie tipologie di curve (16 totali) e un rettilineo abbastanza veloce, anche se di lunghezza minore rispetto a quelli di molti tilkodromi di nuova concezione.
Il round iberico è molto atteso dai fan come naturale prosecuzione del mini campionato tra Leclerc e Verstappen che, in assenza di altri interpreti capaci di inserirsi nella lotta al vertice, costituisce di fatto un campionato a sé stante. Basti pensare che il duo Max/Charles ha percorso in testa il 97% dei km della distanza totale dei Gran Premi sin qui disputati, lasciando le briciole ai rispettivi compagni di squadra e proprio nulla agli altri competiror.
L’assenza di Carlos Sainz e Sergio Perez nella lotta per la vittoria ingigantisce lo spessore delle prestazioni dei piloti sopracitati. Lo fa soprattutto in gara, dove i distacchi a fine corsa sono stati contenuti solo in ragione dell’ingresso della Safety Car, ospite fisso delle prime cinque tappe del mondiale 2022. Mentre in Red Bull le gerarchie sono ben definite, lo status di migliore coppia della griglia, per dirla alla Binotto, sta iniziando a fare acqua da tutte le parti. Questo nonostante la lodevole dedizione di Sainz profusa per la causa ferrarista.
In tal senso risulta emblematica la partenza del Gran Premio di Miami, dove Carlos, scottato dal doppio ritiro in Australia e Imola, ha affrontato in modo “soft” l’attacco all’esterno di Max Verstappen. Tale atteggiamento ha consentito all’attuale campione del mondo in carica di portarsi in scia del monegasco dopo pochi secondi dal semaforo verde, inficiando negativamente sulla gara del ferrarista.
Durante la passata stagione abbiamo visto chiaramente come le seconde guide possano essere decisive nella lotta iridata. Basti pensare alla strenua quanto discutibile difesa di Perez su Hamilton ad Abu Dhabi 2021 che, di fatto, ha consentito a Max di restare nella finestra di tempo minima per un rapido pit stop in regime di Safety Car. Scenario che si è rivelato decisivo nel convulso finale di gara.
Inoltre, la totale assenza ai massimi livelli di altre scuderie non consente di ragionare di conserva e per raggiungere il massimo traguardo occorrerà costanza di rendimento e un gran numero di vittorie. Se dal punto di vista squisitamente umano non sembra esserci altro contesto tranne il duello Leclerc/Verstappen, altrettanto è lecito attendersi dal punto di vista tecnico. La “mancanza” prestazionale ai massimi livelli di Mercedes lascia totale campo libero a Ferrari e Red Bull che, con ogni probabilità, potrebbero monopolizzare i restanti 17 eventi in calendario.
Le ultime due gare, al netto degli errori di Charles e Carlos, hanno messo in mostra il prepotente ritorno della RB18. Figlio di un processo di sviluppo mirato massimizzare il potenziale tecnico della monoposto fin troppo mortificato dall’eccessivo peso. Il vero tallone d’Achille dell’auto realizzata a Milton Keynes continua ad essere l’affidabilità. Fattore che ha costretto Verstappen ad un venerdì da turista in quel di Miami e ha fatto correre un brivido dietro la schiena a Sergio Perez nelle prime fasi del Gran Premio in Florida.
Per la storica scuderia italiana cresce l’attesa per il debutto del primo grande up-date stagionale. Attraverso il quale gli uomini di Maranello sperano di chiudere il gap con Red Bull, stimato dal team principal italo svizzero nell’ordine dei due decimi di secondo al giro (clicca qui per approfondire).
Il Cavallino Rampante ripone grosse aspettative nella prossima tappa anche in virtù di un tracciato che, almeno sulla carta, dovrebbe esaltare i punti di forza della F1-75 nelle 16 curve del layout catalano.
Della stessa opinione il boss della scuderia austriaca, secondo cui l’assenza di rettilinei molto lunghi potrebbe penalizzare il bolide austriaco: “Barcellona è una sfida completamente nuova con curve ad alta velocità. Sappiamo che la Ferrari sarà molt forte in quell’area“.
Rispetto alle recenti creature di Adrian Newey che estremizzavano il concetto di vettura “puntata”, la RB18 è una monoposto progettata per massimizzare l’efficienza aerodinamica attraverso corpo vettura, delegando la gestione del carico verticale al fondo con i canali Venturi. Lo conferma lo stesso Christian Horner:”Non c’è rake nell’auto. Abbiamo sviluppato un concetto che prevede una buona velocità in rettilineo, elemento che abbiamo potuto osservare in ogni gara quest’anno“.
Il risultato visto sin qui è stato senza dubbio eccellente considerando che, la vettura colorata blu racing, non ha mai sofferto di un “bouncing” pronunciato a differenza di tutte le altre monoposto dello schieramento. L’unica eccezione va fatta per la McLaren MCL36, progetto assai deludente e incapace di esprimere un livello di performance all’altezza delle aspettative risposte dai tecnici di Woking.
Un’altra variabile da tenere in forte considerazione nello sviluppo del fine settimana riguarda la gamma di pneumatici scelti dal costruttore italiano. Il produttore milanese ha infatti optato per i compound più duri a disposizione. Tale scelta sulle calzature risulta analoga a quella della scorsa stagione ed è stata così motivata dal car racing director Mario Isola:
“È difficile dire molto di più su Barcellona di quanto già non sia stato detto in passato. Consideriamo che probabilmente si tratta del circuito in calendario più conosciuto dai piloti, con il suo layout che lo rende un “proving ground” perfetto. Ha un po’ di tutto, con il settore finale molto tecnico che diventa particolarmente importante quando si tratta di gestire gli pneumatici.”
“Pertanto, i team avranno una buona opportunità per valutare i progressi fatti con le loro vetture dall’inizio della stagione, anche se le condizioni meteorologiche saranno molto più calde e probabilmente, rispetto a quanto visto nei test, ci sarà più utilizzo della mescola Hard che potrebbe risultare la chiave per la gara. In passato Barcellona è stata tradizionalmente una gara a due soste, quindi sarà interessante vedere se la nuova generazione di menscole spingerà qualcuno a puntare alla sosta unica”.
Tenendo in conto che Barcellona è una pista molto utilizzata la “track evolution” nel corso del fine settimana non sarà enorme. Anche grazie ad un fitto programma di gare di supporto, la minima evoluzione della pista nell’arco del weekend potrebbe essere un ulteriore alleato della storica scuderia italiana. La F1-75 è sempre riuscita ad adattarsi rapidamente al poco grip fornito dai circuiti nelle prime prove libere per poi subire il ritorno della Red Bull proporzionale alla evoluzione della pista.
Il verdetto del prossimo Gran Premio non sancirà soltanto il vincitore di una tappa mondiale, ma bensì fornirà importanti risposte sulla consistenza tecnica dei piani di sviluppo della Ferrari, indispensabili per arginare l’incontenibile ascesa prestazionale della Red Bull e puntare alla vittoria finale…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: Formula Uno – Pirelli – Scuderia Ferrari