Mondiale di F1 2022, una stagione davvero complicata per la scuderia tedesca. Sì… parliamo di Mecedes, un team che, sin ad ora, non è stato in grado di generare una competitività sufficiente per lottare al vertice. Gli ingegneri di Brackley hanno presentato la versione “B” della W13 a Barcellona, soluzione che di fatto ha sorpreso tutti per i concetti estremi utilizzati (leggi qui i dettagli tecnici).
Ribattezzata “zero-side-pods”, la vettura ha mostrato una configurazione rivoluzionaria non soltanto per le dimensioni. Il cono strutturale superiore è stato separato dalle pance stesse. Mentre quello inferiore è stato inglobato in esse. La bocca d’entrata si estende maggiormente in altezza, con il chiaro obbiettivo di mantenere ridotto l’ingombro trasversale. La parte inferiore, invece, è adibita ad aumentare l’effetto out-wash per allontanare le turbolenze.
In questa porzione della monoposto troviamo un rigonfiamento che di fatto non contiene nulla. Lo scopo è solamente aerodinamico e punta a spostare i flussi verso l’esterno. Nell’insieme il flusso creato che scorre verso il retrotreno è molto pulito e, di conseguenza, va ad alimentare il complesso beam-wing/parte superiore del diffusore in maniera efficiente.
Tutto ciò, in teoria, si tradurrebbe in una grande quantità di carico prodotto sull’asse posteriore. In tal senso, secondo le simulazioni effettuate dalla squadra campione del mondo in carica, minimizzare il “porpoising” che inficia negativamente sulla W13 significherebbe sbloccare un grosso potenziale. Soluzione teoricamente vantaggiosa che, attualmente, dev’essere tuttavia dimostrata in pista.
Nel tentativo di estrapolare ulteriore prestazione, a Miami gli ingegneri in “grigio” hanno presentato un up-date generale. Gli aggiornamenti non riguardano una zona in particolare dell’auto, in quanto il pacchetto interviene su entrambi gli assali della vettura. Cominciando dall’avantreno, notiamo una modifica sull’ultimo flap dell’ala anteriore.
Sulla nuova specifica, grazie alle immagini dell’amico Albert fabrega direttamente in arrivo dalla pit lane statunitense, si scorge una variazione relativa alla forma del bordo d’uscita. A questo cambio si aggiunge un main plain che presenta un bordo d’attacco decisamente più pronunciato nella parte esterna. Componente da medio carico aerodinamico.
Concetto che si conferma ampiamente prendendo in esame la parte posteriore, dove le modifiche riguardano il bordo d’attacco del primo flap che producono una forma decisamente più rettilinea. In aggiunta, è “scomparso” il nolder presente sul bordo d’uscita del flap aggiuntivo. Per di più risulta interessante notare la colorazione dell’ala posteriore, ora nettamente più scura. Segno che anche in Mercedes stanno cercando di risparmiare peso, andando a ridurre la quantità di vernice utilizzata sulla vettura.
Benché nel complesso l’ala posteriore dovrebbe generare in quantitativo di carico minore, associare alla configurazione descritta una beam wing leggermente più carica compensa la perdita di spinta verticale. In tal senso, possiamo asserire che le novità proposte dagli ingegneri anglo-tedeschi siano mirate ad aumentare l’efficienza aerodinamica. Fattore cruciale nel fine settimana americano.
Sulle strade del circuito di Miami, infatti, troviamo una marcata alternanza tra rettilinei e tratti misti (leggi qui la nostra analisi tecnica sul tracciato a stelle e strisce), dove il compromesso aerodinamico risulterà determinate a livello cronometrico. In attesa di risolvere il tedioso “bouncing” che affligge la W13, resta da valutare se l’adattamento aerodinamico proposto sarà effettivo…
F1-Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – Albert fabrega