F1. Il GP di Spagna 2022 è stato palcoscenico per i primi grandi aggiornamenti che i team di F1 hanno portato in pista. Tra le tante novità che si sono viste sul circuito del Montmelò, una in particolare ha destato più di un sospetto. Il team di Lawrence Stroll si è infatti presentato con una monoposto completamente diversa; una AMR22 in versione B molto somigliante ad un’altra vettura presente in griglia, ovvero la RB18.
L’ispirazione in casa Aston Martin è apparsa chiara, con soluzioni quasi identiche a quelle che il team di Milton Keynes ha messo in pista fin dai test pre-stagionali. Il sospetto di plagio o del possibile passaggio di informazioni ha così preso subito piede sia fuori che dentro al paddock.
Per il team inglese non sarebbe infatti una novità quella di “copiare” una monoposto rivela, così come non sarebbe impossibile uno scambio non lecito di informazioni; da Red Bull ad Aston Martin si è infatti verificato un passaggio di tecnici che con l’arrivo della nuova AMR22 ha fatto pensare alla violazione delle regole.
L’appuntamento iridato in Spagna ha creato danni ed incertezze non solo inerenti all’affidabilità, ma anche alla possibile violazione delle norme che regolano la F1. La AMR22 “B” che si è presentata sull’asfalto spagnolo è infatti parsa molto simile alle RB18 del team austriaco. La questione ha infastidito Red Bull che, nonostante i controlli effettuati dalla FIA, ha privato a cercare un’altra strada per comprendere quanto accaduto.
Con il passare delle settimane non è emerso nulla di nuovo, motivo per cui il team guidato da Christian Horner si è visto costretto ad alzare bandiera bianca. Helmut Marko, consigliere in casa Red Bull, ha dichiarato che “non possono provare nulla di concreto”, nonostante rimanga forte il sospetto che qualcosa di non permesso sia stato fatto.
La mancanza di prove ha così spinto a chiudere il capitolo inerente al possibile plagio; ma se le soluzioni adottate da Aston Martin avessero funzionato, sarebbe finita nello stesso identico modo? Le parole di Marko rispondono a questa domanda; Red Bull infatti “non vede Aston Martin come un suo rivale diretto”. Il team di Lawrence Stroll, nonostante le linee della AMR22 ricordino quelle della scuderia attualmente al vertice del campionato, non ha comunque trovato buone performance in pista. Forse quindi il vero motivo per cui la questione ha perso interesse è proprio questo.
Negli ultimi anni la F1 ha fatto spesso i conti con possibili violazioni del regolamento, soprattutto per quanto riguarda il “prendere ispirazione” dagli altri team. Non sempre però le scuderie coinvolte o quelle sospettose hanno portato avanti le proprie battaglie; in particolare, la casualità ha visto alzare bandiera bianca sulle spinose soluzioni nel momento in cui chi era stato accusato non ha dato fastidio in pista.
La AMR22 “B” portata in occasione della gara a Barcellona è di fatto parsa simile in alcuni concetti filosofico alla monoposto di Adrian Newey. La somiglianza è stata notata da tutti, ma il fuoco accesso si è presto spento dopo i primi giri in pista e, soprattutto, al termine del weekend di gara. La nuova Aston Martin non ha infatti evidenziato dei miglioramenti con le nuove soluzioni, motivo per cui i team hanno accantonato le possibili proteste, Red Bull compresa.
Episodi simili non sono però nuovi nel mondo della F1, anche per quanto riguarda Aston Martin. La cosa stagione infatti la AMR21 appariva molto simili alla Mercedes W11; i dubbi poi si spensero visto che le prestazioni delle monoposto inglesi non andarono ad impensierire gli altri team.
Un discorso simili si è affrontato anche all’inizio del mondiale 2022; le soluzioni trovato dalla scuderia guidata da Toto Wolff per gli specchietti hanno fatto molto discutere, fino alla fine del primo GP, quando è apparso chiaro che le Mercedes non erano competitive come negli ultimi anni. Non un’accusa di plagio quest’ultima, ma un episodio che segue lo stesso filo del disinteresse quando un team non mostra efficienza o prestazioni degne di nota.
La conferma di questo modo di agire arriva anche da quanto accaduto nel 2020, con quella che era la Racing Point. LA RP20, simile alla Mercedes scesa in pista nel 2019, subì infatti un trattamento diverso; le proteste alla FIA si susseguirono per i primi GP, fino ad arrivare alla sanzione sia pecuniaria che di punteggio in classifica.
La differenza con la situazione attuale? La “Mercedes rosa” si era dimostrata competitiva e vincente, aggettivi che non si possono usare per quella che è invece stata definita la “Red Bull verde”. Dunque è lecito pensare che violare il regolamento diventa sbagliato solo quando il lavoro risulta promettente e non in ogni aspetto che caratterizza lo sport della F1.
F1-Autore: Chiara Zambelli – @chiarafunoat
Foto: Diego Catalano, Alessandro Arcari, Aston Martin, Oracle Red Bull Racing